Un’assemblea straordinaria il 15 dicembre per affermare le ragioni che portano l’Associazione nazionale magistrati a essere contraria alla riforma costituzionale sulla separazione delle carriere dei magistrati e sull‘istituzione di un’Alta corte. E’ questa la decisione del Comitato direttivo centrale, che ha approvato all’unanimità la decisione.
Diversi quindi gli argomenti discussi dal Comitato, che ha approvato due documenti. Il primo sui rischi che lo svuotamento delle competenze delle sezioni immigrazioni dei tribunali può avere, soprattutto in termini di significativi aggravi per le Corti di appello. Il secondo sugli attacchi subiti da diversi magistrati in queste settimane da esponenti politici e di governo.
L’assise era iniziata con le relazioni del presidente Giuseppe Santalucia e del segretario generale Salvatore Casciaro, intervenuti sui temi previsti all’ordine del giorno. Fra questi la proposta da parte della maggioranza parlamentare di sottrarre alle sezioni specializzate in immigrazione le competenze sulle procedure di convalida dei trattenimenti.
“Con un colpo di penna si vorrebbe stravolgere l’ordinario assetto delle competenze. La Corte di appello – già gravata da importanti carichi di lavoro che ci hanno fatto dubitare della possibilità di centrare gli ambiziosi obiettivi del Pnrr – dovrebbe occuparsi delle procedure di convalida. È assai difficile rinvenire un principio di razionalità in questo stravolgimento dell’ordine delle competenze”,
spiega Santalucia nel suo intervento
“Veniamo da un periodo di attacchi ai magistrati delle sezioni specializzate, prima di Roma, poi di Bologna, poi Catania, Palermo e ancora Roma. Attacchi che hanno messo a fuoco quella che era in qualche modo anche una visione della giurisdizione. Cioè una legge da applicare e non da interpretare”,
afferma il segretario generale Salvatore Casciaro
“La magistratura si è levata in termini unitari senza distinzioni e senza distinguo – ha aggiunto – In questo ho apprezzato molto anche il pronunciamento recente della I commissione del Csm in difesa dei magistrati di Bologna. Perché i magistrati italiani, tutti, rivendicano quello che è il loro diritto/dovere all’interpretazione della legge in autonomia e indipendenza. In realtà i magistrati sono uniti, mai come in questo momento, nel rivendicare e difendere quelle che sono le caratteristiche fondamentali della funzione, dell’indipendenza e dell’autonomia”.
Il prossimo Comitato direttivo centrale si svolgerà il 14 dicembre, proprio alla vigilia dell’assemblea.