Lea è una donna di Calabria che ha fatto una scelta quella di avvicinarsi allo Stato per mille motivi anche, non ultimo, una certa non attenzione da parte dello stato ha poi perso la vita in modo estremamente violento. Nel mio libro ho voluto scrivere la storia di una donna che si allontana dalla famiglia di ‘ndrangheta e che avvia una collaborazione con lo Stato e la porta a termine e così diventa una donna libera.
Queste sono state le parole di Marisa Manzini, Sostituto Procuratore Generale presso la Procura Generale di Catanzaro.
Manzini, insieme ad altre 15 persone, è stato premiata come ‘Testimone del nostro Tempo‘ nella III Edizione del Premio Nazionale Lea Garofalo con la seguente motivazione:
PM in diversi processi contro la ‘ndrangheta, in particolare dove sono stati implicati i Mancuso, potente clan di Limbadi, e dai quali è stata persino minacciata in fase processuale. Ha fatto sempre molti interventi contro la ‘ndrangheta e per la Legalità in varie Scuole calabresi. Ha scritto libri contro la mafia calabrese e sulle donne di ‘ndrangheta, alcune delle quali conosciute personalmente per problemi giudiziari. Oggi ricopre il ruolo di sostituto Procuratore della Repubblica di Catanzaro.