Un film del 1997. Narra la storia di un malato di leucemia a cui la sua assicurazione nega la possibilità di fare il trapianto midollare e per questo motivo muore. La causa che ne segue, condotta da un giovane avvocato, evidenzia che l’assicurazione cerca sempre di contrastare la possibilità di cure costose. Quel trapianto negato sarebbe stato possibile ma la strategia assicurativa era quella di portare a contenzioso tutte queste questioni, in quanto erano sicuri di poter vincere con la loro potenza in Tribunale.
Avendo perso l’assicurazione preferì fallire e non rimborsare quel malato e tutti gli altri che, poi, avevano fatto causa.
In questi giorni, negli USA, è stato assassinato Brian Thompson, manager di un colosso assicurativo sanitario. La cosa che ha fatto meravigliare molti è che nei social questo assassino è considerato un eroe.
Un sistema sanitario che nega le cure perché sei privo di assicurazione o perché l’assicurazione ti porta a contenzioso legale con tutta la sua potenza legislativa, sottomette la salute dell’individuo a una logica di profitto.
La rabbia sociale è scoppiata sui social evidenziando un disagio diffuso di molti per questo sistema sanitario. A distanza di 27 anni dall’uscita del film non è cambiato niente nel sistema sanitario USA, dove le assicurazioni fanno da padrone, dove il 16% del Pil si riversa sul sistema sanitario ed è essenzialmente profitto per le compagnie assicurative e non vantaggio per l’assistenza.
Noi ci stiamo avviando verso quel sistema con la volontà trasversale di tutte le forze politiche che sono succubi del potere della finanza, che stanno favorendo la trasformazione di un sistema pubblico universale in un sistema privato. Questa operazione viene fatta dopo aver trasformato le Usl in Asl, cioè in aziende che devono mirare al profitto, dopo aver ridotto i posti letto dal 6 per mille al 3 per mille, senza creare prima risposte territoriali alternative, bloccando il turnover del personale che ha determinato la carenza bestiale di forza lavoro e con il definanziamento del Fondo sanitario nazionale che è progressivamente sceso dal 7% del PIL al 6,2%.
A fronte di tutta questa destrutturazione si sono aumentate le convenzioni con i privati. Questi sono privati che attingono allo stesso fondo che serve a far funzionare gli ospedali e le altre strutture pubbliche. Se i soldi finiscono a loro vengono ancor più defunzionalizzate le strutture pubbliche. É questo un cavallo di Troia per privatizzare il nostro sistema.
Non è un caso che la spesa sanitaria privata è aumentata a circa 50 miliardi e che più di 4,5 milioni di cittadini rinuncia alle cure.
Come diceva Gino Strada circa 30 miliardi del fondo sanitario finisce in profitto e non in assistenza.
La storia dell’uomo della pioggia o la rabbia sociale che si è evidenziata con il delitto Thompson la vedremo presto anche in Italia se non evitiamo questa deriva liberista e la distruzione di un sistema universalistico che tutti ci invidiavano.
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