«Abbiamo un governo, lo diceva benissimo ieri la giornalista (qui presente) Anna Bontempo: abbiamo un governo che si preoccupa di aumentare gli stipendi dei ministri, che non si preoccupa invece di sollecitare la definizione dei contratti collettivi nazionali dei dipendenti statali, tanti insegnanti mi hanno segnalato, mi segnalano che le tredicesime di fine anno sono più basse anche di 700-800 euro».
Dicembre amaro e con sorprese negative per milioni di docenti in tutta Italia. In questo passaggio dell’intervento al congresso del circolo Pd di Vasto domenica scorsa lo ha sottolineato Anna Bosco, assessora alle politiche sociali e per otto anni assessora all’istruzione nell’amministrazione cittadina. Unico intervento sul tema finora, per quanto di nostra conoscenza, che ha raccolto il grido di indignazione e protesta del mondo della scuola.
È forte la protesta e lo sconcerto degli insegnanti che, in queste settimane, stanno segnalando quanto (non) trovato con la tredicesima di fine anno. La prima risposta, riportata anche in un comunicato della FLC Cgil, è stata che le tredicesime nel 2023 sono state maggiori per la presenza di conguagli una tantum. Ma sui social e su vari siti web del settore ci sono insegnanti che hanno segnalato di esser dovuti andare a ritroso almeno di 6 anni per trovare importi simili.
Sui social in alcuni commenti ci sono docenti che, paragonando l’importo di quest’anno con gli anni precedenti, protestano per l’aumento delle ritenute fiscali e previdenziali. Circostanza confermata in un articolo pubblicato lo scorso 29 novembre da informazionescuola.it. «Nonostante il governo Meloni abbia confermato il taglio del cuneo fiscale per il 2024, questa misura non si estenderà alla tredicesima» sottolinea la redazione del portale d’informazione sul mondo della scuola. «L’esonero contributivo di 6-7 punti percentuali in base al reddito “non avrà effetti sul rateo di tredicesima” – secondo quanto stabilito in legge di bilancio, riporta informazionescuola.it – questo perché, come si legge nel testo, l’esonero viene riconosciuto “senza effetti sul rateo di tredicesima, sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore”».
Intervenuto sulla protesta degli insegnanti per le tredicesime diminuite il presidente nazionale Anief Marcello Pacifici ha sottolineato l’inadeguatezza degli stipendi: l’importo non pareggia, neanche lontanamente, l’aumento dell’inflazione di 13 punti solo l’anno scorso e nel 2022 e che diventano 18 nel triennio. Ma la legge di bilancio 2025 stanzia risorse limitate sufficienti ad aumenti degli stipendi solo del 5,78%.