«Le richieste di genitori interessati a queste pratiche sono cresciuti ed ho sentito di dover fare chiarezza» ha sottolineato Marie Helene Benedetti, presidente dell’associazione Asperger Abruzzo, presentando il recente dossier «Quando la disperazione diventa un mercato: terapie ingannevoli e autismo».
«Proteggere i nostri bambini significa anche proteggerli da false promesse e truffe che sfruttano la vulnerabilità dei genitori. La speranza è un motore potente, ma deve essere guidata dalla consapevolezza e dalla conoscenza. Ogni decisione deve basarsi su prove scientifiche, con l’obiettivo di garantire il benessere e lo sviluppo del bambino, senza cadere preda di chi approfitta della disperazione – ha sottolineato Marie Helene Benedetti – Come associazione, continueremo a impegnarci per informare e supportare le famiglie, offrendo strumenti concreti per riconoscere le insidie e costruire un percorso che metta al centro il bambino e il suo futuro. Perché ogni genitore merita di fare scelte sicure e consapevoli, e ogni bambino merita il meglio che la scienza e l’amore possano offrire». Stiamo ripubblicando, in questo ciclo di articoli, il dossier dell’associazione.
Oggi riporteremo l’approfondimento di Marie Helene Benedetti sulle terapie con cellule staminali. Terapia chelante o Chelazione, Trapianto fecale, Clisteri e Lavaggi Intestinali con Candeggina, Camera Iperbarica, Stimolazione Transcranica, Dispositivi Esterni: Mente Autism, Cliniche Estere, Omeopatia, Diete Miracolose, Integratori e Supplementi, Probiotici, Terapie e Attività Extrascolastiche: Un Uso Improprio del Termine “Terapia” sono i successivi capitoli dell’articolato dossier, informazioni e dettagli sono disponibili sul sito web dell’associazione https://www.aspergerabruzzo.it/
«La terapia con cellule staminali è una pratica che ha suscitato molta attenzione in ambito medico, soprattutto per il suo potenziale di rigenerare tessuti danneggiati e ripristinare funzioni compromesse. Tuttavia, nel contesto dell’autismo, non esistono prove scientifiche che dimostrino la sua efficacia. Nonostante ciò, alcune cliniche e pratiche non regolamentate promuovono questa terapia come una soluzione possibile per trattare l’autismo, ma tale approccio è privo di fondamento scientifico.
La teoria che sta alla base dell’uso delle cellule staminali per l’autismo è completamente infondata: non esiste alcuna prova che suggerisca che la rigenerazione di tessuti cerebrali o l’intervento sulle cellule cerebrali possa avere un impatto positivo sui sintomi dell’autismo. Gli studi esistenti non hanno mai dimostrato alcun miglioramento significativo delle capacità sociali, comportamentali o cognitive nei bambini trattati con cellule staminali. Al contrario, il trattamento rimane una pratica sperimentale, non approvata dalle principali autorità sanitarie come la FDA (Food and Drug Administration) o l’EMA (Agenzia Europea per i Medicinali), e non ha alcun riconoscimento ufficiale come trattamento per l’autismo.
I rischi legati alla terapia con cellule staminali sono notevoli. L’uso di cellule staminali non trattate adeguatamente può portare a gravi complicazioni, come rigetti immunologici, infezioni, e in alcuni casi, la formazione di tumori. Inoltre, i trattamenti che utilizzano cellule staminali non sono regolamentati in modo uniforme, e le cliniche che offrono questi trattamenti possono non garantire standard di sicurezza elevati, esponendo i pazienti a rischi significativi.
Costi: I costi della terapia con cellule staminali sono estremamente elevati e variano a seconda della clinica e del tipo di trattamento proposto. Dopo il primo consulto, che può costare tra i 150 e i 300 euro, si dovranno affrontare costi aggiuntivi per test diagnostici e valutazioni preliminari. Ogni seduta di terapia con cellule staminali può costare tra i 2.000 e i 10.000 euro, e potrebbe essere necessaria una serie di trattamenti ripetuti, aumentando significativamente la spesa complessiva. Questi trattamenti sono spesso effettuati in cliniche non regolamentate e non garantiscono alcun risultato positivo, mentre i rischi associati sono notevoli. Pertanto, il denaro speso per tali terapie, oltre a essere ingente, potrebbe non portare a nessun miglioramento, esponendo al contempo il bambino a rischi sanitari gravi».