Nel centenario dell’assassinio del deputato socialista Giacomo Matteotti, figura simbolo della lotta contro il fascismo, M9 – Museo del ’900 accoglie nei suoi spazi al piano terra, dal 12 dicembre 2024 al 2 febbraio 2025, la mostra (ad ingresso gratuito) che ho avuto il piacere di visitare e consiglio vivamente – “Giacomo Matteotti e la libertà liberatrice” perché è un invito a riflettere sull’eredità di un grande uomo e su una vicenda tra le più tragiche del la nostra storia.
L’esposizione, organizzata dal Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della morte di Giacomo Matteotti, con il contributo della Struttura di Missione per gli Anniversari di Interesse nazionale della Presidenza del Consiglio dei ministri e con la direzione scientifica della Fondazione di Studi storici Filippo Turati, porta in mostra un rigoroso lavoro di ricerca che ha reso possibile l’utilizzo di materiali storici di grande valore con l’obiettivo di connettere la vicenda storica di Matteotti ai valori democratici riaffermati nella Costituzione repubblicana.
Attraverso preziosi fondi archivistici e fotografici, tra cui il materiale del fotografo Porry Pastorel, la mostra ricostruisce la figura umana e politica di Matteotti, evidenziandone il ruolo di uomo colto, attento alla famiglia, militante socialista e deputato appassionato, impegnato nella difesa della persona umana, della giustizia sociale e della solidarietà. Viene inoltre documentata, con drammatica precisione, la vicenda del suo assassinio e delle successive ricerche che portarono al ritrovamento del suo corpo.
Grazie a una ricca documentazione stampa e satirica, l’esposizione analizza anche il modo in cui Matteotti venne celebrato come “martire socialista” in Europa e negli Stati Uniti, divenendo un simbolo della “libertà liberatrice”, intesa come una libertà che supera l’individualismo e si apre alla costruzione del bene comune, ispirando movimenti e comunità. Un racconto, questo, che si intreccia con le narrazioni contenute nell’esposizione permanente di M9 al primo e al secondo piano, che illustrano e ricostruiscono i processi che hanno guidato la costruzione della vita pubblica nel Novecento italiano.
Ad arricchire vi sarà l’iniziativa del 31 gennaio 2025 alle ore 17:30 nel corso della quale il Professore Maurizio Degl’Innocenti, Presidente del Comitato Nazionale per le celebrazioni del centenario della morte di Giacomo Matteotti tornerà a Mestre per dialogare sul tema “La crisi del dopoguerra: lezioni per la democrazia” con il Professore di Diritto Tributario Francesco Tundo, ordinario dell’Università di Bologna e autore del volume “La riforma tributaria. Il metodo Matteotti” per Bologna University Press, e il ricercatore Goffredo Adinolfi dell’Istituto universitario di Lisbona e autore del volume “The Rise of Mass Parties, Liberal Italy, and the Fascist Dawn (1919–1924)” per Cambridge University Press.
Il dibattito si propone di esplorare le dinamiche politiche e sociali del periodo post-bellico, focalizzandosi sulla tensione tra le aspirazioni democratiche e l’ascesa dei movimenti fascisti. Offrirà una riflessione approfondita sulle sfide affrontate dalle democrazie nel contesto storico del primo dopoguerra e la loro rilevanza per la comprensione delle dinamiche politiche contemporanee.
La riforma tributaria. Il metodo Matteotti
Diceva Matteotti: “È dannoso l’additare all’odio del popolo le tasse, le imposte; noi dobbiamo limitarci a dimostrare che sono mal distribuite, ma diffondere nel tempo stesso la persuasione che sono assolutamente necessarie. Quando noi domandiamo che lo Stato intervenga a iniziare grandi lavori pubblici, a diffonde – re l’istruzione, a conservare il patrimonio artistico nazionale, noi mostriamo di reputare indispensabile l’esistenza di un tesoro statale collettivo; e siccome, dai tempi di Mosè in qua, né manna né oro cade più dal cielo, così quello non potrà provenire che dalle tasche dei contribuenti”.
«La crisi del dopoguerra è anche una gravissima crisi economica e Giacomo Matteotti si spende intensamente per porre rimedio a drammatiche condizioni di diseguaglianza e sperequazione e ad un enorme divario, che si allarga sempre più, tra i ricchi e i diseredati. Individua nel prelievo fiscale il potente strumento per perseguire l’obiettivo di una società più giusta e più libera. Il programma di riforme fiscali è un elemento centrale del suo impegno e della sua azione politica. Matteotti pratica un riformismo pragmatico e formula proposte che ancor oggi sono di un’attualità straordinaria. Il “Metodo Matteotti” per le riforme fiscali è forse l’eredità più preziosa del grande politico polesano». (Francesco Tundo)
Prima di concludere mi permetto un breve focus sul M9 – Museo del ’900. Nato da un progetto di Fondazione di Venezia e inaugurato nel dicembre 2018, è un’istituzione culturale dal respiro e dalla vocazione internazionali. Non un museo tradizionale, ma un laboratorio permanente del contemporaneo. Una sperimentazione innovativa la cui ambizione è svelare la storia materiale del Novecento in Italia. Propone, infatti, un caleidoscopico racconto del XX secolo: ne mostra i cambiamenti demografici, sociali, politici e culturali, ambientali e paesaggistici; presenta gli esiti e le ambizioni, le sfide e le conquiste, le minacce e le opportunità che hanno segnato la storia italiana lungo tutto il secolo scorso. La collezione permanente del Museo occupa il primo e il secondo piano dell’edificio; è articolata in otto sezioni tematiche e presenta il Novecento italiano attraverso i beni culturali che lo stesso secolo ha prodotto – con un largo utilizzo di immagini, installazioni audio, video – sfruttando le nuove tecnologie per la narrazione dei contenuti, puntando sull’interattività e l’immersività della visita. Grazie al programma di mostre temporanee ospitate al terzo piano, al palinsesto di eventi per il grande pubblico e alle attività didattiche e formative rivolte alle scuole e a tutti i cittadini e i portatori di fragilità, M9 intende essere una casa aperta al territorio, capace di promuovere riflessioni e azioni sul tempo presente e sul futuro.