Ritrovo alle ore 9 in piazza Garibaldi a Bagheria; l’arrivo alle 11 in piazza Madrice a Casteldaccia.
Nel mezzo centinaia e centinaia di studenti che tutti insieme vogliono dire di no alle mafie. Particolare la scelta della strada, la SP 88 dove nelle guerre di mafia degli anni ’70 e ’80 i mafiosi scappavano dopo aver commesso gli omicidi. Particolari i paesi, come Bagheria, Casteldaccia e Altavilla Milicia dove negli anni ’80 i morti ammazzati erano all’ordine del giorno e di cadaveri se ne contavano a decine, per questo verrà denominato il triangolo della morte. È in questa atmosfera che 42 anni fa, nel 1983, si organizzava la prima marcia in queste strade. Tutto questo avveniva l’anno dopo di due omicidi eccellenti:
- Pio La Torre, deputato del partito comunista e ideatore della legge Rognoni-La Torre approvata dopo l’omicidio Dalla Chiesa;
- Carlo Alberto Dalla Chiesa, generale dei carabinieri che sconfisse le brigate rosse e mandato come prefetto a Palermo, ma senza poteri.
Si dice che in 10 mila sfilarono per dire di no alla mafia, con coraggio. Oggi, a distanza di 42 anni, 40 tra associazioni, sindacati, scuole, comuni e altre sigle hanno aderito alla stessa marcia, con la stessa intensione. Importante la presenza degli studenti, dalla scuola elementare in poi.
Una signora, che c’era la prima volta e anche adesso “ma senza farla tutta” ammette, visto l’avanzare dell’età, si dice amareggiata:
“a mio avviso non è cambiato nulla. Si è bello vedere tutti questi studenti qui, sperando che gli insegnanti proseguano questo percorso nelle scuole. A differenza di allora conosciamo la mafia, si può parlare di mafia ma è cambiato poco. Più di 180 arresti a Palermo, gli altri a Catania con un deputato alla regione. Queste operazioni ci fanno capire che ancora oggi la mafia è presente e che, ahimè, oggi siano i politici a cercarla.”
Questo è lo stesso messaggio che molti hanno lanciato dal palco degli interventi, con Vito Lo Monaco, presidente emerito dell’associazione Pio La Torre, che era tra gli organizzatori della prima marcia e ancora oggi lo è. Denuncia dal palco ciò che non va, la legislazione antimafia che sta venendo smantellata giorno dopo giorno, la stessa che ha voluto proprio Pio La Torre: l’abolizione del reato di abuso d’ufficio, la limitazione alle intercettazioni….
Per il presidente della commissione regionale antimafia Antonello Cracolici:
“Dobbiamo rilanciare l’impegno contro la mafia, oggi come 42 anni fa, quando questo territorio era il triangolo della morte e si registrava una violenza inusitata che spaventava tantissima gente, con la consapevolezza, però, che la mafia non è un fenomeno del passato, ma va contrastata. Dobbiamo ricostruire gli anticorpi della società civile.
Cosa nostra oggi ha una presenza consolidata nei nostri territori con un consenso sociale crescente e una bassa percezione della sua pericolosità che invece rischia di favorire l’offensiva mafiosa. Dobbiamo creare le condizioni per suscitare la reazione dell’opinione pubblica, per questo è importante essere alla marcia oggi”.
Presente pure l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice, noto per il suo impegno contro il crack. Ed è proprio su questo che si incentra il suo intervento, sulla lotta al crack
“che molti morti giovani sta facendo. Si inizia a 10, 12, 14 anni e non si esce più. Facciamo un po’ di silenzio per i vostri compagni che sono morti, a 18, 19 anni. È stata approvata la legge contro le droghe ma servono i decreti attuativi”
e questa richiesta la rivolge direttamente all’onorevole Cracolici.
Sono continuati gli interventi di tutti i rappresentanti presenti degli aderenti e, per finire, le letture, poesie, pensieri e frasi lette proprio dagli studenti.