In queste ultime settimane le prospettive future sulla guerra in Ucraina e la possibilità di una sua “fine” hanno dato il via ad una frenetica attività tra cancellerie, governi e Stati. Vari governi europei si sono ripetutamente incontrati ed un vertice li ha riuniti quasi tutti.
La foto di gruppo del vertice ha avuto una massiccia diffusione su ogni mass media e social scatenando commenti i più diversi, dibattiti infiniti e un’ampia giostra mediatico-politica. Tra i vertici internazionali ogni anno, a gennaio, tra i più frequentati c’è il Forum di Davos in cui i “Grandi della Terra” si riuniscono per decidere le sorti dell’umanità. Le ultime edizioni hanno dedicato grande attenzione alle sorti dell’Ucraina e copiose sono piovute le espressioni di “solidarietà” con il popolo ucraino. Così tanto solidali, come abbiamo riportato gli anni scorsi, che non una parola è stata detta sullo sfruttamento dell’emergenza umanitaria (come ricordato in un recente articolo) da parte delle mafie dello stupro a pagamento.
Quella schiavitù sessuale che ben conoscono perché il Forum di Davos ne rappresenta un trionfo. Dall’inizio dell’edizione di quest’anno sono quasi raddoppiate, lo ha rivelato il portavoce di una piattaforma web al Daily Mail, donne e trans il cui sfruttamento sessuale è stato accertato. Lor signori si considerano intoccabili e più sono nelle alte sfere (che prima o poi qualcuno ci svelerà perché sono sfere e non cubi per esempio) e più sono efferati, depravati, violenti ha rivelato una responsabile di un’agenzia di “escorting” (come ora, nel linguaggio “moderno”, vengono definiti gli sfruttatori dello stupro a pagamento). Solo nei primi tre giorni del vertice di quest’anno gli sfruttatori secondo alcune stime hanno incassato un milione di euro.
Anni fa il Times e Channel 4 documentarono quest’aumento della schiavitù sessuale a Davos e anche in comuni a decine se non centinaia di chilometri nei giorni del meeting. Durante il Forum di Davos le molestie sessuali sono all’ordine del giorno con gli organizzatori che nulla hanno mai compiuto per fermarle. Anzi, riportò l’inchiesta, l’unica reazione è quella di invitare le donne presenti a non partecipare da sole.
Se in questi ultimi anni il Forum di Davos ha visto in cima alla sua agenda l’Ucraina in passato le attenzioni sono state rivolte alle guerre in Afghanistan e Iraq.
Nel primo gli ultimi vent’anni hanno visto dilagare la pedofilia con anche complicità istituzionali. «In alcuni paesi del mondo i bambini hanno un prezzo, chi lo paga ne decide anche l’identità. Accade in Afghanistan e loro sono i bacha-bazi – denunciò anni fa il portavoce di Unicef Italia Andrea Iacomini – È una pratica atroce, anche se socialmente accettata, perché protetta dallo scudo della tradizione secolare di questo paese. Sono abusi di cui si parla poco, che ancora oggi rappresentano un tabù. I bacha-bazi sono letteralmente i “bambini per gioco”, minori, maschi, costretti a indossare abiti femminili ed essere sfruttati sessualmente da uomini molto più grandi di loro». Il bacha bazi, denunciò Vittoria Paterno di Amistades negli anni scorsi, è tornato a crescere esponenzialmente dal 2002, «anche nelle principali città come Kabul e Kandahar».
Praticato «da uomini ricchi o signori della guerra» e dalle «forze di polizia afghana». Dopo il 2002 e il nuovo esplodere di questo crimine pedofilo «la complicità del governo – ha sottolineato Vittoria Paterno – divenne, quindi, rapidamente un problema. Secondo quanto riferito, molti funzionari di alto rango risultano coinvolti nei bacha bazi e raramente sono perseguiti dai loro colleghi. La maggior parte delle persone coinvolte hanno pagato tangenti o hanno avuto rapporti con forze dell’ordine, pubblici ministeri o giudici compiacenti, che li hanno effettivamente esentati dall’accusa». Il bacha bazi, denunciò l’analista, è «una forma di schiavitù sessuale contemporanea dei bambini che mette in pericolo la vita di giovani ragazzi vulnerabili. Lasciandoli con poca o nessuna abilità per perseguire una vita significativa».
«I genitori vengono persuasi a consegnare i propri figli in cambio di un esborso finanziario, anche sotto forma di alimenti e terre, con la promessa che riceveranno in cambio lavoro e istruzione. Altri invece vengono rapiti senza possibilità di scelta – riportò nell’articolo pubblicato sul sito di Amistades Vittoria Paterno – Apparentemente i giovani lavorano come ballerini a feste private, in realtà molti di loro sono costretti ad avere rapporti sessuali con i loro padroni. I ragazzi che si rifiutano di farlo vengono spesso violentati, senza avere alcuna possibilità di denuncia poiché la legge non li proteggerebbe, anzi rischierebbero altre violenze o la loro stessa vita. È accaduto, infatti, che alcuni di essi siano stati condannati a morte per il reato di omosessualità, punito duramente in Afghanistan specialmente nelle aree rurali dove i capi villaggio hanno un potere assoluto». I bambini vengono drogati con oppiacei e subiscono le peggiori torture e violenze che possono anche ucciderli.
«Numerose famiglie povere mandano i propri figli ai lavori forzati, li vendono per lo sfruttamento sessuale, o li costringono a matrimoni precoci» denunciò nel 2010 Save The Children. Il 21 Agosto 2015 (articolo che risulta essere stato aggiornato il 2 maggio dell’anno successivo) Fox News pubblicò la notizia di un militare pluridecorato costretto a lasciare l’esercito dopo essersi scontratato con un comandante della polizia afghana a Kunduz. Alla base dello scontro la scoperta da parte del militare che il comandante aveva rapito e violentato sessualmente un ragazzino di 12 anni e, successivamente, aveva picchiato la madre che aveva scoperto lo stupro. Lo stesso anno il New York Times definì dilagante il bacha bazi tra l’esercito statunitense e la polizia afghana, l’articolo riportò il caso di un bambino tenuto incatenato al letto e ripetutamente stuprato, trattato come “schiavo sessuale” da un comandante afghano. Il quotidiano ha pubblicato una nuova inchiesta il 23 gennaio 2018 denunciando ancora una volta il dilagare di questi crimini, soprattutto nell’esercito e nella polizia afghana, e le complicità dei militari statunitensi.
In Iraq qualche mese fa il governo ha deciso di sdoganare per legge la pedofilia, di legittimarla autorizzando il matrimonio delle bambine dai 9 anni a prescindere dall’età del futuro “marito”. Come denunciato da alcune organizzazioni internazionali per i diritti umani questa legge, che hanno tentato già due volte in passato di approvare, legalizzerebbe gli stupri pedofili, ripeterebbe quanto già accade in altri Stati come l’Afghanistan e negherebbe ogni diritto alle bambine e future donne. Una volta incatenate tramite un pedofilo matrimonio neanche dopo decenni potrebbero divorziare, a 9 anni per legge si diventerebbe proprietà del proprio stupratore pedofilo.
È notizia di ieri che Andrew Tate, idolo mondiale degli incel, accusato di traffico di esseri umani, sfruttamento della schiavitù sessuale, di stupro è fuggito dalla Romania per giungere in Florida. Insieme al fratello (anche lui fuggito in Florida) era agli arresti domiciliari da due anni. Non è chiaro se sono evasi o qualche autorità giudiziaria rumena ha stabilito il loro rilascio. Secondo alcune fonti giornalistiche internazionali, tra cui il Guardian, ci sarebbero state pressioni dall’amministrazione statunitense per il loro rilascio.
Andrew Tate è stato incriminato insieme al fratello Tristan e ad altri due collaboratori il 21 giugno 2023 per stupro e tratta di esseri umani: «gli atti di accusa riportano il calvario di 7 donne sedotte per poi essere soggiogate e costrette a produrre contenuti pornografici» sottolineò Ebano, l’associazione da undici anni accanto alle donne vittime di violenze e delle moderne schiavitù. «La vicenda, nelle modalità di adescamento, ricorda da vicino il metodo del ‘Lover Boy” per combattere il quale da tempo ci spendiamo – sottolineò Ebano due anni fa – e rappresenta l’ennesimo esempio di connubio tra sfruttamento della prostituzione/traffici di esseri umani e nuove tecnologie digitali, quali in primis le varie piattaforme online, connubio sul quale già dal 2019 avevamo lanciato l’allarme e da allora non abbiamo smesso di ricevere nuove segnalazioni». Nell’agosto dell’anno scorso i fratelli Tate finirono nuovamente di fronte un giudice per una serie di nuove accuse, tra cui tratta sessuale e stupro pedofili. 35 le vittime, per lo più ragazze, anche minorenni, ingannate e costrette ad apparire in video pornografici.
Poche ore dopo l’arrivo dei fratelli Tate negli USA si è tornato a parlare del giro pedofilo di Epstein, il miliardario statunitense morto in carcere nel 2019, e della lista di personaggi dell’alta società statunitense (ma non solo) che vi partecipava. Una pubblicazione lungamente attesa e annunciata da cui, però, non è uscita nessuna novità e nessun nome nuovo. Sono stati nascosti dei nomi dall’FBI? È una delle accuse che girano sul web in queste ore. In attesa di nuove eventuali pubblicazioni e di ancor più eventuali risposte a questa e altre domande resta un dato incontrovertibile: il giro di abusi e stupri pedofili di Epstein è conosciuto da anni, così come la presenza del principe Andrea d’Inghilterra e di imprenditori, attori e cantanti statunitensi, ma in Italia c’è sempre stata una cappa di omertà e disinformazione che tenta di nascondere la vicenda. Rotta da pochi coraggiosi tra cui il compianto Andrea Purgatori che vi dedicò la puntata di Atlantide del 26 settembre 2021. Mick Jagger, Michael Jackson, oltre Alec Baldwin, Ethel Kennedy, madre di Robert F. Kennedy Jr., l’ex governatore di New York Andrew Cuomo, Naomi Campbell, Courtney Love, sull’aereo di Epstein avrebbe viaggiato anche Trump molti anni fa. Questi alcuni dei nomi che girano da diverse ore. Alcuni, insieme a Bill Clinton, il principe Andrea d’Inghilterra e altri furono riportati nel 2020 come partecipanti ad orge e festini nella villa di Epstein. Due anni fa uscì la notizia che Epstein aveva tentato di ricattare Bill Gates, a gennaio dell’anno scorso emerse che la top model morta suicida Ruslana Korshunova era stata sul jet di Epstein e che Clinton fece irruzione nella redazione USA di Vanity Fair per bloccare pubblicazioni sui traffici sessuali e pedofili del miliardario. Nelle stesse settimane furono citati Al Gore, Michael Jackson, Oprah Winfrey, David Copperfield, Kevin Spacey, l’ex governatore del New Mexico Bill Richardson, il guru dell’intelligenza artificiale Marvin Minsky, l’agente di modelle francese Jean-Luc Brunel e Stephen Hawking, in una mail cui Epstein sostenne che l’astrofisico partecipò a un’orgia con minorenni.