«Orrore non basta. Merda, demoni, orchi, nemmeno. Sono a cercare di fare la mia (minuscola) parte per intossicare quanto più possibile la vita ai pedofili, ad Avola (Siracusa), da don Fortunato Di Noto, che con la sua associazione Meter li stana e denuncia, specie sul web, oltre ad aiutare i piccoli abusati. E ho visto fotografie, scovate in rete, i cui dettagli non sono raccontabili. Diciamo solamente che c’è una piccina neonata, ancora in sala parto, su un fasciatoio, ancora il cordone ombelicale attaccato. Non ho altro da aggiungere, né posso e nemmeno mi vengono in mente le parole che servirebbero, eppure sono giornalista, eppure credevo d’aver già visto tutto il Peggio.
Vale però la pena aggiungere che pagherei per incontrare di persona il medico in questione (l’abusatore è un uomo e, ragionevolmente, da alcuni particolari, è ipotizzabile si tratti appunto del sanitario che ha appena fatto partorire la madre della bimbina) e chiudermici giusto pochi minuti e sarebbe bello proprio in quella stessa sala parto: lui e io, soli, nessun altro. Ma anche qui devo fermarmi. Perché il vomito e il disprezzo sono troppo, troppi violenti. E non passano, nonostante quelle foto le abbia viste alcune ore fa. Anzi».
La testimonianza affidata ad un post su facebook di Pino Ciocola, giornalista di Avvenire, a poche ore dalla presentazione dell’ultimo rapporto annuale di Meter è stato il 26 febbraio scorso indicativo dell’inferno che l’associazione fondata e presieduta da don Fortunato Di Noto aveva riassunto. Traffici sempre più disumani, in frenetico aumento e reti di trafficanti, mafiosi, abusatori, sempre più organizzati e capillari.
Lo stiamo raccontando ormai da cinque anni e, purtroppo, ad ogni notizia ci troviamo a riportare un abisso sempre più grande: la mafia pedofila e le innumerevoli reti di trafficanti avanzano nel silenzio omertoso e complice di tanti, troppi. Parlare di pedocriminalità è considerato scandaloso, sconveniente, da non fare per troppi centri mediatici, politici, sociali. Mentre lobby trasversali tentato di costruire persino partiti, ci sono associazioni e movimenti che tentano di sdoganarla, aumentano pressioni perché siano modificate le leggi per il contrasto. L’abbiamo raccontato varie volte anche l’anno scorso, riportando quanto accaduto in Germania e in Italia con una sentenza in cui si legge – orrore degli orrori – che esiste una pedofilia di “lieve entità”.
È stato presentato il 27 febbraio l’ultimo Report annuale di Meter e anche solo il riassunto dei dati è raccapricciante, dovrebbe scuotere questa società dalle fondamenta e creare la mobilitazione più vasta possibile. Invece così non è e la cappa del silenzio e dell’omertà è sempre più soffocante. Mentre si scoprono costantemente complicità e carnefici di altissimo livello, Epstein tutto è tranne che un caso isolato, tanti, troppi, sono gli Epstein nello star system statunitense o in vari Stati europei, nel nostro archivio vari sono gli articoli in cui abbiamo ripercorso quarant’anni di “olocausto bianco” come lo definì in uno suo libro d’inchiesta Ferruccio Pinotti. Vale la pena, forse è persino doveroso, riportare la presentazione di quel libro, parole scritte nel 2008 ma che sono oggi drammaticamente attuali.
«La pedofilia in Italia esiste, e non è affare di pochi. Sono spesso uomini di buona cultura, a volte perfino affermati professionisti, a vivere in segreto la loro inconfessabile, cupa perversione, mentre molti bambini, nel nostro Paese e nelle mete tradizionali del turismo sessuale, continuano a pagarne l’altissimo prezzo.
Tra vite distrutte, giri illegali e coperture potenti, questo fenomeno, scaturito dalle parti più oscure e remote della psiche umana, si rivela anche e soprattutto una terribile piaga sociale, un business che muove molti soldi, un delicato nodo giuridico e un problema politico».
«Troppo spesso si sottovaluta l’enorme giro d’affari della criminalità organizzata legata allo sfruttamento minorile, una delle più abominevoli forme di mafia. La violenza viene perpetrata in diretta attraverso sessioni di live streaming e giovani vittime vengono cedute e sfruttate nei luoghi più nascosti del mondo – ha denunciato Ivano Gabrielli, dirigente del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, durante la presentazione del Rapport di Meter – questi orrori, quando riportati, finiscono relegati in terza o quarta pagina, e ciò dimostra quanto sia urgente un’azione più incisiva».
Boom di materiale trafficato sulle app di messaggistica (Signal avanza da mesi come Meter ha già documentato nei mesi scorsi), abusi sempre più raccapriccianti, neonati e bambini in tenerissima età tra le vittime, gli Stati più ricchi al mondo (leader mondiale, prima tra tutte proprio l’Italia, del turismo pedofilo vergognosamente chiamato “turismo sessuale”) hub della pedopornografia online a livello mondiale.
«Un vero e proprio boom: la pedofilia online gode di ottima salute e continua a prosperare mentre si dibatte di privacy e minori: oltre 2 milioni di video (+220% sul 2023), quasi due milioni di foto e 410 gruppi segnalati sui social network»
«Nuovo e Vecchio Continente restano i principali centri di diffusione di materiale pedopornografico online. Nel Report sono stati individuati 4.977 link ospitati su server americani e 1.475 su server europei, confermando il predominio dei continenti più ricchi e tecnologicamente avanzati, che si rivelano essere i principali “padroni del web”»
(AgenSir)
«Cresce la richiesta di materiale pedopornografico relativo alla fascia di età 8/12 anni con 1.589.332 minori fotografati e 1.678.478 minori ripresi in video. In preoccupante aumento sono gli abusi su neonati con un totale complessivo di 2.400 segnalazioni di materiale prodotto e diffuso. Sono stati documentati casi di neonati abusati immediatamente dopo la nascita, in sale parto e su fasciatoi ospedalieri, alcuni neonati con il cord clamp nel cordone ombelicale».
«L’OS.MO.CO.P. (Osservatorio Mondiale Contro la Pedofilia) di Meter ha segnalato nel 2024:
1.996.911 foto
2.085.447 video
8.034 link
269 cartelle compresse, contenenti raccolte di file .RAR di materiale inquantificabile su bambini violentati
Rispetto al Report 2023, i video (+220%) segnalati sono triplicati ai 651.527 dell’anno precedente. Al contrario, le foto sono diminuite del 5,4% rispetto ai 2.110.585 del 2023, mostrando un cambiamento nelle modalità di condivisione dei materiali illeciti. Inoltre, sono stati individuati e segnalati 410 gruppi sui social network, così distribuiti:
336 gruppi su Signal
51 pagine e gruppi su Facebook
19 gruppi su WhatsApp
3 su Instagram
1 profilo su TikTok
Fonte: Osservatorio Mondiale Contro la Pedofilia di Meter»
(Report Meter)
«Abbiamo già inoltrato alle autorità competenti 7 nuovi “mega archivi” contenenti materiale pedopornografico, frutto del monitoraggio costante e instancabile della rete da parte di Meter. Ciò che emerge è agghiacciante: pacchetti di foto e video di bambini abusati, in molti casi di recentissima produzione, persino neonati. Questo scambio avviene in maniera organizzata, con gli stessi pedocriminali che si scambiano “auguri” per il nuovo anno, rafforzando una rete di complicità e atrocità inaccettabili».
(Meter, denuncia sui social network il 1° gennaio)