È da anni che diamo voce all’artigiano Bennardo Mario Raimondi e lo continueremo a fare. Raimondi è un artigiano palermitano, esperto nella lavorazione della ceramica. Ha avuto il coraggio di denunciare i suoi estortori ma è stato abbandonato, pure da quello Stato che si vanta di proteggere le vittime di mafia. Da anni, più di un decennio chiede aiuto.
Ma invano. Da qualche giorno è passato l’8 marzo, una data triste per lui. L’8 marzo di 12 anni fa, era il 2013, tentò addirittura di farla finita. I carabinieri sono riusciti ad intercettarlo e salvarlo, grazie ad una telefonata della moglie e di un amico, poco prima che riuscisse a buttarsi da un ponte. Un momento di debolezza, di sconforto. D’altro canto chi non lo avrebbe vivendo in queste condizioni?
Il suo è un calvario che inizia nei primi anni duemila, quando ha dovuto affrontare quella maledetta usura e che è costato il lavoro a dodici suoi dipendenti. Ma poi il coraggio, la denuncia nel 2006. Così è diventato Testimone di Giustizia. Ma sappiamo benissimo che in questo Paese i testimoni di giustizia non valgono nulla, è meglio non proteggerli né aiutarli.
Cosa ti porta a pensare a farla finita, oltre alla disperazione? A sentire certi discorsi da parte di una giornalista di Palermo, che ormai anni fa sono stato aiutato dallo Stato, per le istituzioni sono a posto. Inoltre la regione, il comune e le associazioni non sono tenute ad aiutare una vittima di usura. Domanda: allora ho sbagliato a denunciare? Allora era meglio che continuavo a pagare ?
Ecco perché, allora, non denuncia più nessuno. Ovvio.
Questo pensa Raimondi. E come dargli torto?
E continua:
Sono passati ben 12 anni da quando mi sono incatenato davanti alla Regione Siciliana. Nulla di concreto è stato fatto per la mia famiglia. Oggi sono anche invalido ho perso tutto casa, negozio, lavoro, amici, parenti, ridotto alla elemosina da alcuni giorni. Nemmeno io e mia moglie ci curiamo perché alcuni farmaci oggi sono diventati a pagamento. Cosa fare? Farla finita? Già ci ho provato l’8 marzo del 2013 e vi posso assicurare che non è la soluzione. Fui salvato dai carabinieri allora.
Cosa fare? Lottare ma no per me, perché di me non mi frega più nulla, ma per la mia famiglia soprattutto per mia moglie cha ha una forma di osteoporosi e sta soffrendo moltissimo. Ho scritto a tutti dal Presidente della Repubblica al Presidente della Regione Siciliana al sindaco di Palermo, oltre a politici, assessori, tv, giornalisti.
Per fortuna la Caritas mi aiuta ogni tanto ma purtroppo non basta. A casa mia mancano diverse medicine e una giusta e dignitosa spesa, bollette da pagare ecc.
Sto regalando abbigliamento, sedie, mobili. Sono stanco di chiedere e di soffrire. Per favore chi legge non resti indifferente ma faccia qualcosa. Grazie. tel.3391327950
Sto facendo la stessa fine di Libero Grassi e nessuno come allora non fa niente a livello istituzionale.