Il Teatro Rossetti di Vasto venerdì scorso ha ospitato un incontro su mafia e legalità organizzato dall’Osservatorio Regionale della Legalità, organismo del Consiglio regionale abruzzese presieduto da Francesco Prospero, consigliere regionale e comunale a Vasto.
Sono intervenuti la presidente della Commissione parlamentare antimafia, On. Chiara Colosimo, il senatore Etel Sigismondi, anch’egli membro della Commissione antimafia, il prof. Leo Nodari, cofondatore del Premio Paolo Borsellino, e l’avv. Fabio Trizzino, legale dei figli di Paolo Borsellino. I saluti istituzionali, assente il sindaco Menna, sono stati affidati ad Anna Bosco, assessora alle politiche sociali, e alla presidente dell’Ordine degli Avvocati di Vasto, avv. Maria Sichetti. A rappresentare l’Osservatorio regionale, in qualità di promotore dell’iniziativa, è stato Francesco Prospero. L’incontro è stato moderato dal giornalista Pietro Lambertini, de Il Centro e Rete 8.
L’avv. Trizzino, legale dei figli di Paolo Borsellino, nel suo intervento si è soffermato molto sui primi due anni di attività della Commissione Parlamentare Antimafia. In cui, ha sottolineato, ha trovato finalmente ascolto dopo che nella precedente legislatura la commissione presieduta da Nicola Morra non ha mai voluto ascoltare lui e i figli di Paolo Borsellino, l’allora presidente Morra ha raccontato che aveva dichiarato di non essere interessato ad ascoltarli. Trizzino ha ricordato che Borsellino denunciò l’isolamento nel «covo di vipere» che stavano subendo lui e Giovanni Falcone, come nella magistratura che oggi li osanna e sbandiera ci sono i più accaniti oppositori e denigratori della loro azione, ci sono coloro che hanno ostacolato in vita le loro indagini e una volta morti non le ha sapute portare avanti. Il riferimento, con collegamenti a personaggi ancora oggi protagonisti, è all’ultima inchiesta di Paolo Borsellino, quell’inchiesta che rappresenta plasticamente la corruzione e la connivenza con le mafie della politica e delle pubbliche amministrazioni.
Gli appalti, nella Sicilia di quegli anni e in ogni zona d’Italia di ieri e di oggi, sono una leva del potere mafioso, della sua penetrazione nel tessuto economico, politico, istituzionale e sociale. Di cui, ha ribadito Trizzino, si sta occupando solo l’attuale commissione parlamentare mentre la precedente – a guida 5Stelle e vicina ad alcuni ambienti giornalistici e associativi – se ne è totalmente disinteressata. Commissione da due anni colpita da un «attacco sistematico» che ha criticato con forza.