«Online un simulatore di stupri» abbiamo denunciato nell’ottobre scorso. Tra i post sponsorizzati su facebook c’era la pubblicità di una app disponibile sugli store online di Google ed Apple dal contenuto inequivocabile. Gli utenti che l’hanno scaricata, si legge nel post pubblicitario, hanno premiato con il massimo delle “stelle” la app. «Stupro, umiliazione, dominazione, tutto in un unico posto» è la descrizione del programma corredata da un’immagine realizzata, probabilmente, con l’intelligenza artificiale che evoca i manga giapponesi.
Il più classico manga amato da stupratori, pedofili e simili ovvero una ragazza vestita da studentessa dall’apparenza di una liceale. Come documentato varie volte da Sex Industry is violence sui forum degli stupratori paganti e degli incel una delle immagini che più scatena la perversione maschile, la depravazione più disumana. Più le ragazze appaiono giovani e minorenni e più questi criminali si scatenano.
Nei giorni scorsi RadFem Italia ha denunciato che online esiste un “gioco” che «promuove stupro ed incesto». Altra aberrazione criminale viene dal Giappone: un videogame permette di impersonare un molestatore di studentesse in luoghi pubblici.
«Il videogioco si chiama “No Mercy” (nessuna pietà) e insegna a “fargliela vedere” alle donne dopo avere scoperto “la loro vera natura” – la denuncia pubblicata su FeministPost.it – violenza, incesto e brutalità sessuale anche ai danni delle persone care della famiglia. Offerta che a quanto pare intercetta una domanda: il desiderio di brutalizzare la propria madre».
«L’ennesimo videogioco su Steam che promuove la simulazione di stupri e fa della violenza maschile sulle donne un intrattenimento – si legge nell’articolo di denuncia – il giocatore è esortato a stuprare la propria madre, la zia e l’amica della madre».
«Il videogioco in questione non è che l’ultimo di una lunga serie, ed esiste una community di ragazzi che sono “fan” dei videogiochi a tema incesto. La violenza sulle donne come intrattenimento, poi, è già da tempo mainstream – sottolinea FeministPost.it – Ragazzi anche minorenni – per accedere a questi videogiochi basta cliccare su “ho più di 18 anni” – passano ore ad assorbire contenuti come questi».
L’articolo integrale è qui https://feministpost.it/dal-mondo/giochiamo-a-stuprare-la-mamma
Gli sviluppatori del videogioco l’hanno pubblicamente difeso. Dopo aver definito malati mentali coloro che hanno denunciato e si sono mobilitato contro quest’incitazione a crimini, perversioni e depravazioni maschili hanno tentato di “normalizzare” (un tentativo che ricordano la propaganda pro stupro a pagamento e pro pedofilia) il “feticismo” pornografico dietro incesti, stupri e brutalità di ogni tipo, del dominio sessuale violento.
Una presa di posizione che si commenta da sola, che è ben più che esplicita. E dovrebbe far indignare e mobilitare su quel che accade nel web (e non solo, abbiamo avuto negli ultimi anni casi di stupri, anche pedofili, in cui la violenza riproduceva quel che avviene sulle piattaforme pornografiche).