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“Maria ha vissuto una vita bella, tranquilla in un territorio difficile. Siamo cresciuti in un paese insieme dove i tempi che eravamo ragazzini si sparava per le strade, c’erano le faide. Ma, nonostante ciò, c’eravamo mossi a livello familiare per dribblare un po’ tutti questi problemi e al furto dei nostri campi di gioco, delle nostre strade che hanno trasformato in campi da guerra, la guerra delle faide, noi abbiamo risposto con un percorso con un percorso di educazione familiare e di territorio importante, civile ai valori giusti della vita. Ma Maria si era convinta, perché lo era, di essere una donna libera e non aveva visto intorno a se questo recinto che le era stato costruito dalla cultura di ‘ndrangheta che contamina alcuni ambienti in maniera particolare, evidentemente quello che era intorno a Maria, e Maria credeva di essere una donna che poteva essere libera di decidere. “
E’ questa la storia che coinvolge Maria Chindamo, imprenditrice vittima di ‘ndrangheta, scomparsa il 6 maggio 2016.
L’iter processuale sarà ancora lungo e la famiglia, con noi tramite il fratello Vincenzo Chindamo, non finiranno di chiedere verità e giustizia.
Il prossimo appuntamento sarà il 6 maggio a Limbadi, proprio davanti quel cancello che l’ha vista l’ultima volta viva.
Inoltre, ad inizio puntata, abbiamo ricordato Mimmo Marzaioli, attivista del movimento ‘Agende Rosse‘ e molto impegnato nel suo territorio, a Caserta ma non solo, in favore dei lavoratori e degli ultimi.
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