Festa della Repubblica, oggi l’Italia celebra la sua rinascita dopo la guerra e il ventennio di dittatura, il ritorno alla libertà e la costruzione dell’attuale assetto istituzionale. Quella Repubblica una e indivisibile, democratica fondata sul lavoro, che persegue l’uguaglianza e il rispetto di tutti i cittadini sancendo inderogabili principi di solidarietà e umanità. Ma è anche la Repubblica spesso colpita al cuore, ferita da un Paese orrendamente sporco che vive al suo interno. Che spesso colpisce le trincee più esposte, a partire dalle istituzioni locali, dai primi cittadini in prima linea in difesa della polis, del bene comune, che tutelano i propri cittadini e territori.
Nella notte tra mercoledì e giovedì scorso è stata incendiata l’auto di Catia Di Fabio, sindaca di Monteodorisio. Si batte la pista dolosa, il gesto volontario di qualcuno che ha voluto colpire la prima cittadina, escalation violenta e pericolosa dopo le scritte offensive e sessiste delle scorse settimane. Catia Di Fabio, già nelle ore successive all’attentato incendiario, lo ha sottolineato varie volte: quanto accaduto contro di lei spesso accade contro tanti sindaci. Sindaco dal 2019, riconfermata per un secondo mandato, attualmente anche consigliera provinciale, Catia Di Fabio in questi anni è una voce forte e appassionata, coraggiosa, in difesa del territorio da minacce all’ambiente, sul fronte della gestione dei rifiuti e non solo, a tutela degli interessi della sua comunità. Di grande umanità e schiettezza, sempre disponibile e aperta, democratica e rispettosa. E allo stesso tempo una leonessa, dal grande cuore e straordinaria forza. Una leonessa oggi ferita, preoccupata per i suoi figli, ma non certo doma. Lo ha ribadito nelle ore successive all’incendio dell’auto, in occasione venerdì scorso del commovente e fortissimo abbraccio della sua comunità e delle istituzioni regionali e locali in occasione dell’inaugurazione del nuovo Parco Castello (uno dei tanti frutti del lavoro, dell’impegno e della tenacia di questi anni).
Queste le dichiarazioni che ci ha rilasciato giovedì al ritorno dall’incontro con il Prefetto Gaetano Cupello che ha disposto la sorveglianza attiva da parte dei Carabinieri. È una speciale misura di sicurezza con cui si dispone una maggior presenza di agenti e una maggior attenzione nei confronti di personaggi nei cui confronti ci sono rischi e pericoli per l’incolumità. Nei luoghi frequentati dalla Di Fabio c’è, quindi, già dal giorno dell’incendio una costante attività di controllo dei militari.
Sulle cause dell’incendio e sulla sua natura cosa si sente di poter esprimere?
«I vigili del fuoco e i carabinieri stanno lavorando assiduamente dalla notte, non abbiamo ancora una perizia definitiva. Ho sporto immediatamente denuncia – ovviamente contro ignoti perché allo stato attuale non posso minimamente avere idea su chi potrebbe essere stato – ai Carabinieri, giunti sul posto da Vasto e da Cupello, stazione competente anche per il territorio di Monteodorisio. In queste ore sto cercando di mettere tutto a fuoco, è difficile. Il mio primo stato d’animo in questi momenti è di proteggere i miei figli. È stato un atto molto intimo e familiare, arrivare fin quasi al portone d’ingresso di casa è un atto di vigliaccheria, un gesto che va oltre ogni misura. Se è stato doloso volevano mandarmi probabilmente un messaggio molto pesante, toccando quanto è più importante per me ovvero i miei figli».
In piena notte, nel momento in cui ha visto l’auto avvolta e distrutta dalle fiamme, il suo primo pensiero?
«Il mio primo pensiero è stato quello di mettere in sicurezza i miei figli e rassicurarli. La paura sopraggiunge in questi momenti. Ma quello che gli ho voluto insegnare la notte scorsa è stato di non arrendersi mai. Questo ho cercato di insegnare stanotte ai miei figli: stare tranquilli e non avere paura perché il bene ripaga sempre, il male invece lo vediamo sotto i nostri occhi e chi è stato la pagherà. Se l’incendio è stato doloso e c’è qualcuno che lo ha appiccato confido nelle indagini dei Carabinieri che sono al lavoro dalle ore immediatamente successive e non ci hanno mai lasciati soli. sono una persona che esprime liberamente il proprio pensiero perché credo molto nella democrazia e nella libertà delle idee e dei pensieri. Quando agisco da sindaco, da madre, da donna, da cittadina cerco di essere il più possibile sincera e trasparente. Facendo così a volte si dicono o si fanno cose che non piacciono a tutti».
«Stiamo cercando di riprenderci, di essere forti e di andare avanti – ci ha dichiarato ieri pomeriggio la prima cittadina – sicuramente per i miei figli è stata una lezione importante di vita, positiva perché ho spiegato loro che il bene vince sempre, che il bene non brucia e che queste persone saranno presto assicurate alla giustizia».
«I carabinieri stanno sicuramente svolgendo un ottimo lavoro, sono sempre al mio fianco e sono sempre qui a vigilare su di me e la mia famiglia, come è stato disposto giovedì dal prefetto – sottolinea la prima cittadina con riferimento alle misure di sicurezza adottate dal prefetto – è stata attivata la sorveglianza dei carabinieri a mia e nostra tutela».
«Continuiamo ad andare avanti, a testa alta, con la speranza che gli autori possano essere presto assicurati alla giustizia» conclude Di Fabio.
Sarà compito delle Forze dell’Ordine identificare l’autore (o gli autori) di questo e dei precedenti esecrabili atti. Al netto del fatto che, ovviamente, in questo momento, a sacrilego vandalismo avvenuto da poco, la mano (o le mani) non le conosciamo alcune considerazioni sono doverose e le riportiamo nero su bianco senz’indugio.
Tutti sanno tutto di tutti ma tutti fanno finta di non sapere nulla, tutti vedono ma nessuno ammette di guardare, vige il ponziopilatismo, l’amichettismo e tanto altro. Per poi puntare il dito, giudicare, insultare, tirare fango e anche altri materiali meno profumati, sparlare per vigliaccheria e chiacchiericcio da cicisbei e comari pettegoli quando è comodo e non si scalfisce il pusillanismo imperante.
Ci sono nomi che non si possono fare, personaggi e personaggetti intoccabili, ras che agiscono alla luce del sole ma in tanti fanno finta di non esserci neanche sotto le tenebre, in cui “corvi” e intrighi sporcano quella che qualcuno definì tra le forme più alte di carità e il bene pubblico.
«Esiste oggi una forma di antifascismo archeologico che è poi un buon pretesto per procurarsi una patente di antifascismo reale. Si tratta di un antifascismo facile che ha per oggetto ed obiettivo un fascismo arcaico che non esiste più e che non esisterà mai più. […] buona parte dell’antifascismo di oggi, o almeno di quello che viene chiamato antifascismo, o è ingenuo e stupido o è PRETESTUOSO E IN MALAFEDE: perché dà battaglia o finge di dar battaglia ad un fenomeno morto e sepolto, archeologico appunto, che non può più far paura a nessuno. É, insomma, un antifascismo di tutto comodo e di tutto riposo. […]» (Pasolini, L’Europeo, 26 dicembre 1974)
Chi ha vergato la scritta offensiva e sessista contro Catia Di Fabio nelle scorse settimane ha espresso il più becero e immondo maschilismo, se fosse stata colpita altra persona, vicina a certi “ambienti”, oggi – anche correttamente sotto certi versi – si griderebbe al patriarcato e all’esaltazione della “cultura dello stupro”. Ma, come già altre volte in passato è avvenuto sotto gli occhi ciechi di tanti imbelli pusillanimi, non solo non condannano il maschilismo ma lo perpetrano. Di insulti e atti sessisti ne abbiamo visti, favoriti e alimentati nell’ombra da taluni, ne abbiamo visti fin troppi negli anni. Sarebbe ora di dire basta!!
C’è chi offende quotidianamente anche solo con la propria presenza la sacralità della “politica”, ne è la negazione ogni giorno. E mentre si chiude in circoli e circoletti clanici usa ogni mezzuccio, più sporco è e più lo usano, contro chi è indipendente, distinto e distante dal loro squallore. E se hanno di fronte una donna questi sono i mezzi che usano: mezzi sessisti, maschilisti, vergognosi. Sempre vili, di nascosto, col favore delle tenebre direbbe qualcuno, vigliaccamente.
Anche quando ci si pavoneggia di essere “democratici”, di “sinistra”, “progressisti”, si riempiono la bocca di “belle ciao”, “resistenza” e “partigiani” … Pasolini su L’Europeo aveva già scritto tutto, aveva già ben descritto (così come in altre occasioni) quanto questo “antifascismo” sia falso, in malafede, pretestuoso, strumentale al loro marcio. Chi veramente ha lottato per libertà e democrazia, i “partigiani” veri, se potessero questa gentaglia non gli sputerebbero solo perché altrimenti li profumerebbero. E li prenderebbe a calci in culo.