In questa puntata provo ad analizzare gli scopi della Flotilla.
Ritengo utile ribadire ancora una volta che lo schema logico che sto proponendo prescinde radicalmente e convintamente da questioni come “simpatia/antipatia”, “amici/nemici”, “destra/sinistra”, “zecche rosse/fascisti schifosi”.
Gli argomenti che espongo valgono ugualmente sia che uno abbia simpatia per i volontari della Flotilla, sia che li detesti, sia che i volontari siano belli e buoni, sia che siano brutti e cattivi.
Gli scopi della Flotilla sono stati dichiarati FIN DAL PRIMO MOMENTO come scopi POLITICI.
Tutti quelli che non lo hanno capito e dicono cose come “ma se volevano mandare dei viveri a Gaza perché non li hanno dati alla Meloni che glieli mandava lei” o sono totalmente privi del cervello o sono profondamente in malafede.
E spero di dimostrarlo con le considerazioni che seguono (e questo al netto del fatto che gli Israeliani fra i tanti crimini di guerra accertati fanno anche quello di impedire con le armi la consegna di viveri, sparando sulla gente che va a riceverli e facendo morire di fame gli altri).
Lo scopo politico della Flotilla era ed è accendere un faro che illumini l’elefante che da anni abbiamo nella stanza e che, sostanzialmente facciamo finta di non vedere.
Da decenni (da decenni prima del 7 ottobre è ancora più porcamente e spudoratamente dopo il 7 ottobre) Israele scanna civili innocenti nel modo più violento e disonesto.
Donne, bambini, medici, giornalisti, volontari, eccetera.
Con una violenza brutale, selvaggia e insensata che giustifica il mandato di cattura al loro capo per crimini contro l’umanità.
La reazione delle cosiddette “democrazie occidentali” consiste da decenni nel non fare proprio niente, ma niente di niente contro Israele.
Chiunque comprende che, se Putin avesse fatto ai civili un centesimo di quello che fanno gli israeliani, avremmo già mandato le atomiche su Mosca.
E a ogni massacro di mamme e bambini i complici occidentali sedano ogni protesta dicendo che sotto le mamme e i bambini c’era Hamas. E tutti fingono di credere a questa immensa boiata (ci sono centinaia di video che dimostrano che gli israeliani sparano intenzionalmente su civili palesemente soli e innocenti).
Dunque, quelli della Flotilla hanno deciso di caricare delle barche di viveri e medicinali e mandarle verso Gaza, dando un sacco di pubblicità alla cosa.
Così mettendo il mondo dinanzi alla scena di Israele che senza pudore e vergogna aggredisce e incarcera civili innocenti armati solo di riso e passata di pomodoro.
La cosa ha funzionato, perché ha richiamato l’attenzione del mondo su quello che fanno gli israeliani vedendoli all’opera in una situazione nella quale non c’era modo di inventarsi “tunnel di Hamas”.
Per quelli che, comunque, non riescono a prescindere dalle antipatie, preciso:
– Quelli della Flotilla sono gli unici che hanno richiamato l’attenzione del mondo sul genocidio di Gaza? No, non sono gli unici.
– Quelli della Flotilla sono tutti belli e bravi? Non lo so. E non mi importa.
– La Flotilla ha risolto il problema di Ghana? Ma certo che no. Ma nella lotta per i diritti e la civiltà non c’è solo “risolvere il problema”, c’è anche “dare un contributo”.
La tecnica politica usata dalla Flotilla è la stessa che usò Ghandi per la “marcia del sale”.
L’AI di Google racconta così quella cosa:
“La “tassa del sale” a cui Gandhi si oppose era il monopolio britannico sulla produzione e la vendita del sale, una tassa che colpiva pesantemente le fasce più povere della popolazione indiana. Per protestare contro questa ingiustizia, Gandhi guidò la Marcia del Sale nel 1930, una marcia non-violenta da Ahmedabad a Gandi, durata 24 giorni e lunga circa 380 chilometri, durante la quale raccolse una manciata di sale violando le leggi inglesi. Questa protesta di disobbedienza civile mobilitò migliaia di indiani, portò all’arresto di Gandhi e di molte altre persone, e aumentò la consapevolezza pubblica contro il dominio britannico”
Attenzione: anche la marcia per il sale non risolse il problema, perché la tassa rimase, ma contribuì a fare emergere il
disonore degli inglesi e a rafforzare le condizioni per la loro cacciata dall’India, perché la stampa mondiale documentò le vergognose violenze, gli arresti e anche le uccisioni da parte dei soldati inglesi di poveri cristi, rei di non avere pagato la tassa su alcune manciate di sale.
A fronte di tutto questo, che immensa figura di imbecille farebbe uno che dicesse pubblicamente: “Ma se Ghandi voleva veramente prendere una manciata di sale dal mare senza pagarci la tassa, perché non l’ha fatto in silenzio, da solo, senza farsi vedere da nessuno, così da non fare incazzare gli inglesi? Secondo me Ghandi era solo un fighetto in cerca di visibilità”.
Qualcuno mi ha scritto che, secondo lui, “questi paragoni che faccio non sono molto pertinenti”.
Ma non mi sa spiegare perché.
Io credo che sia per questa ragione che ho già illustrato in un altro post: la ragione per la quale quasi tutti quelli che insultavano Falcone vivo, dandogli del comunista, e Falcone e Borsellino vivi dandogli dei carrieristi “professionisti dell’antimafia” ora sono in prima fila a fingere di piangerli da morti.
Perché, come ho già scritto, gli eroi morti sono utili alla propaganda, quelli vivi “francamente hanno rotto i coglioni”
Nella prossima puntata le ricadute in Italia della iniziativa della Flotilla.
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