La trasmissione Report ha messo in evidenza ieri come l’apparato economico finanziario utilizza le formazioni di destra per sgretolare l’idea di Europa secondo una visione che doveva venire dal Manifesto di Ventotene. Già questa era stata minata da un insieme di trattati che hanno reso l’esecutivo dipendente dalle lobby economiche e finanziarie e non dalle volontà e necessità reali delle popolazioni. Si è sviluppata un’Europa attenta agli interessi del capitale e non della gente. È progressivamente aumentato il malcontento popolare spegnendo l’entusiasmo iniziale per il progetto Europa.
Gli ultimi avvenimenti come la guerra per procura voluta dagli USA che hanno imposto l’allontanamento dalla Russia e un decadimento economico del continente costretto a sostenere una guerra, a rinunciare a fonti energetiche più vantaggiose e a dover investire in armamenti inutili sacrificando stato sociale, sanità, lavoro, ecc. rendono sempre più fragile l’idea di un’Europa politica che sarebbe estremamente necessaria.
Manca una sinistra che possa controbattere ed ostacolare questo processo distruttivo.
Se il PD vota per gli investimenti in armi, se è favorevole all’attuale politica europea sulla guerra in Ucraina, se è tiepido sul genocidio di Gaza, se ha favorito l’ascesa delle destre con le scelte suicide di Enrico Letta, se ha abolito l’articolo 18, se ha precarizzato i contratti di lavoro, ecc. non ha la possibilità di creare alternative vere alle armate politiche che il potere economico finanziario porta avanti.
Occorrerebbero Stati Generali della sinistra, non solo in Italia, capaci di prospettare una nuova organizzazione socioeconomica e nuovi assetti valoriali, differenti da quelli imposti dal pensiero unico neoliberista, che sono comunque fallimentari e ci stanno portando verso una guerra catastrofica.
L’assenza di una sinistra vera, alternativa al neoliberismo, sta determinando un’assenza di dialettica nella società, la sfiducia di gran parte della popolazione che non va più a votare e la destrutturazione progressiva della democrazia per l’indifferenza della gente delusa. Eppure, di fronte al genocidio di Gaza, nonostante il boicottaggio dell’informazione e dell’élite politica, i popoli si muovono mostrando uno sdegno etico che non si riesce a fermare. Questo significa che c’è una necessità, non soddisfatta, di una rappresentanza politica per evitare la crasi completa delle élite dalla popolazione.
Esiste una classe dirigente in grado di fare questo salto prima che ci portino alla catastrofe?





