Ieri il Consiglio Europeo ha approvato le proposte dell’Eurogruppo, vale a dire il pacchetto di circa 540 miliardi articolato nell’utilizzo del MES per 240 miliardi, 100 miliardi per il fondo di sostegno alla disoccupazione noto come “SURE” e 200 miliardi di garanzie della BEI (Banca Europea degli Investimenti).
Inoltre, il Consiglio ha dato mandato alla Commissione Europea, di fatto il Consiglio dei Ministri dell’Europa, guidata da Ursula von der Leyen, di formulare una proposta relativa ad un fondo per la ripresa come parte del processo di definizione del budget europeo per il prossimo 6 maggio.
Non è chiaro quale sarà la dimensione del fondo, ma sicuramente se dovrà essere all’interno dei limiti del budget europeo non potrà essere dell’entità della proposta spagnola di 1.500 miliardi di Euro. In secondo luogo non è acclarato come sarà finanziato questo fondo. In terzo luogo non è chiaro con che modalità questo fondo metterà a disposizione le risorse agli Stati membri, se tramite contributi a fondo perduto o prestiti con durata presumibile di 30-40 anni al fine , di riequilibrare l’impatto sul deficit…
Nel frattempo mercoledì sera, la BCE ha esteso l’eleggibilità dei collaterali che accetta a fronte della liquidità prestata al sistema bancario anche a quelle emissioni che hanno avuto il loro rating abbassato sotto l’investment grade a causa della crisi (cosiddetti “fallen angels”).
Per l’Italia ciò rappresenta una buona notizia dato che se il rating del nostro Paese dovesse subire declassamenti al di sotto del livello “investment grade” i titoli di Stato italiani sarebbero comunque accettati come collaterale dalla Banca Centrale Europea. Sarà, peraltro, interessante vedere se nel corso del prossimo Consiglio Direttivo del 30 aprile la BCE seguirà la Federal Reserve ed allargherà il programma di acquisti (PEPP) anche a questi titoli.
…..e l’Italia?
A fine marzo gli analisti di S&P avevano detto di non vedere un immediato bisogno di “aggiustare “ il rating, ma la situazione si è successivamente deteriorata ulteriormente. Sull’argomento è intervenuta anche Moody’ s che ha pubblicato ieri sera un report sull’Italia, spiegando che sebbene la pandemia di coronavirus stia portando a un grave shock economico che spingerà il debito pubblico italiano a livello record quest’anno, l’affidabilità creditizia del paese non dovrebbero subire ricadute data la natura temporanea della crisi e i costi di finanziamento che restano bassi.
Quale sarà lo scenario?
Moody’s ipotizza per l’Italia uno scenario di base con una forte contrazione nella prima metà del 2020, seguito d una ripresa dal terzo trimestre in poi, con una solida ripresa nel 2021. I pacchetti fiscali messi in campo porteranno il deficit pubblico quest’anno ad almeno il 150% del Pil.
In conclusione, i mercati azionari hanno mantenuto un tono lievemente positivo sostenuto dal recupero del prezzo del petrolio, nonostante la cruda realtà dei dati macroeconomici dipinga un quadro alquanto difficile.
Le conclusioni del Consiglio Europeo, pur nella giusta direzione, lasciano ancora aperte una serie di domande irrisolte quanto all’adozione di strumenti di messa in comune degli sforzi per affrontare una crisi che di fatto non conosce confini.
Pasquale Corrado
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2020-04-24 12:43:44
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