Nicola Scarpa fu ucciso a Capodanno. Rimase vittima, a soli 24 anni, di un colpo di pistola esploso dalla figlia di un boss dei Quartieri Spagnoli di Napoli. Ma l'assassina è nullatenente. Un paradposso tutto italiano. Dopo il processo, ad accollarsi le spese dovrà essere la famiglia della vittima.
Una cartella esattoriale da 18.600,89 euro è stata addebitata alla famiglia Sarpa che ha un'unica colpa: essersi vista uccidere un familiare.
Si erano costituiti parte civile nel processo contro Emanuela Terracciano, all'epoca 22enne, figlia del defunto boss dei quartieri spagnoli, detto 'o nirone.
La condannata del procedimento penale, in via definitiva, è di 8 anni di reclusione. Il risarcimento riconosciuto in sede civile è di oltre 626mila euro, compreso il pagamento delle spese processuali. Ma l'assassina – lo ripetiamo – è nullatenente. E a dover rispondere in solido è la famiglia della vittima.
Gli avvocati Pisani, che hanno seguito l'iter processuale, sperano in un intervento del Presidente della Repubblica. Ma non solo. Si punta anche a una revisione della normativa fiscale che «si sta rivelando una beffa per le vittime della criminalità.»
Una vittima uccisa due volte: prima da innocente e poi con questa assurda richiesta.
Questo accade in una Nazione dove troppo spesso si parla – anche a sproposito – di legalità, dove i boss vengono scarcerati e le famiglie delle vittime subiscono un sistema che punisce le brave persone.
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2020-09-21 16:45:54
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