La foto di quest’articolo è stata scattata nel primo pomeriggio del 15 ottobre e documenta l’ennesimo abbandono incivile di rifiuti su via Salce, periferia sud di Vasto, avvenuto poco prima.
Dopo il nostro secondo articolo in pochi mesi, pubblicato il 17 settembre, abbiamo continuato a monitorare costantemente quanto accade con frequenti sopralluoghi, registrando una situazione sempre più grave e sostanzialmente lasciata all'abbandono: i rifiuti già visti (e spesso fotografati, sono ormai decine e decine quelle che abbiamo pubblicato) rimangono sempre lì e ogni volta ne abbiamo trovati di nuovi.
Appena arrivati, la mattonella di benvenuto ci riporta sempre alla mente il dubbio amletico: stiamo entrando in una strada o in una discarica? Alla sinistra della mattonella, emersi dopo la stagione degli incendi dell’estate, continuano a fare brutta mostra di sè cerchi di auto e altri rifiuti speciali. Li definiamo così non per particolari qualità, ovviamente, ma perché tale è la classificazione nel Catalogo Europeo dei Rifiuti.
Al termine della discesa, alla nostra sinistra, inizia l’horror tour: sulla salita che costeggia i piloni autostradali la discarica, continuamente alimentata dall’inciviltà delinquenziale e dall’abbandono di chi dovrebbe e non fa, emana odori nauseabondi di rifiuti putrefatti. Più che l’erba dal terreno fiorisce plastica e si trovano persino tessuti e zaini. Un panorama che si consolida sempre più proseguendo su tutta via Salce fino ad arrivare ai rifiuti edili, segnalati a chi di dovere quasi un anno fa e ancora lì accantonati nelle cassette di plastica di colorate.
Pochi metri prima l’avvallamento della strada, segno evidente del cedimento del manto che ad ogni pioggia torrenziale diventa un enorme lago e fa temere che un giorno o l’altro possa accadere il crollo definitivo, mette a dura prova l’attraversamento e l’orizzonte è squarciato dai pali (da noi già fotografati e documentati nell’articolo pubblicato l’11 luglio, oltre tre mesi fa e già l’anno scorso in articoli su diversi siti web) che continuano a imitare la famosa Torre di Pisa e i salici piangenti.
Desolazione, rabbia in una situazione sempre più sconfortante di degrado e abbandono. Non vengono in mente sensazioni diverse attraversando questa strada per l’ennesima volta in questi mesi: un degrado dove si segnala anche la presenza di tossicodipendenti e stupratori a pagamento, coloro che per mera depravazione personale sfruttano vittime della schiavitù sessuale.
Il coordinatore regionale delle Guardie Ambientali del WWF Claudio Allegrino, dopo un sopralluogo congiunto con noi, nelle scorse settimane ha inviato un nuovo esposto ai Carabinieri Forestali e al Responsabile Servizio Parchi, Ambiente, Mobilità e Organigramma del Comune di Vasto, segnalando superfici ricoperte dai rifiuti abbandonati per un totale di 115 metri quadri circa. E ci sono anche altri punti nella strada in condizioni simili …
Come è possibile che prosegua questa situazione? Come può peggiorare costantemente senza che nulla cambia?
Il degrado e l'abbandono di rifiuti di ogni tipo è un problema comune anche ad altre zone, periferiche ma non solo, della città di Vasto. Gli appelli e le denunce da parte della cittadinanza sono quasi giornalieri: all’inizio di quest’anno l’assessore all’ambiente Paola Cianci, in un intervento pubblico congiunto con il sindaco Francesco Menna, ha dichiarato «appena abbiamo avuto notizia della presenza del pattume abbiamo subito chiesto l’intervento degli ispettori ambientali» per un abbandono in via Ciccarone (pieno centro cittadino) e che «a breve avremo a disposizione anche l’isola ecologica e l’annesso centro del riuso» (le ultime stime da Palazzo di Città riportano come data entro novembre 2020, chi vivrà vedrà direbbe la saggezza popolare. undici anni dopo l’avvio della raccolta differenziata porta a porta e fiumi di inchiostro piovuti copiosi), ha aggiunto che non crede che ci sia un «reale incremento» delle discariche abusive ma solo una «maggiore percezione del fenomeno».
Qualche anno fa ci fu chi affermò che Vasto non aveva problemi di criminalità, consegnando agli annali la frase «Vasto non è Beirut», e arrivando a dire che certe notizie sono solo frutto di una «stamb disonest» (stampa disonesta, frase anche questa consegnata agli annali). Chissà, magari anche sulle discariche la colpa della percezione potrebbe essere di questa stampa, di una sorta di esagerazione mediatica. È un dubbio che purtroppo è destinato a restare tale perché in questi mesi, sulla situazione di via salce così come sul destino sospeso di Punta Penna, su quello del regolamento contro la ludopatia e altre vicende cittadine, abbiamo provato ripetutamente a contattare esponenti dell’amministrazione – possiamo documentarlo mostrando le email inviate a indirizzi diversi – ma siamo sempre stati ignorati.
In conclusione, un’ultima annotazione è ormai doverosa: la prima segnalazione dell’autore di quest’articolo e del coordinatore regionale delle Guardie ambientali del WWF è di fine dicembre 2016; in quei giorni si annunciarono droni e pattugliamenti costanti contro l’abbandono illecito di rifiuti. Oltre nei mesi del lockdown non abbiamo notizie di altri pattugliamenti di droni in questi anni, se ci sono sfuggiti facciamo pubblicamente ammenda ma ci sia permesso dubitare abbiano mai solcato il cielo sopra via salce.
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2020-10-30 19:12:11
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