Abbiamo raccontato alcuni mesi fa la storia dell’improvviso trasferimento del Comandante dei carabinieri di San Cesareo Daniele Esposito: trentasette anni totali di onorato servizio, ventisette dei quali trascorsi proprio presso la stazione del comune laziale.
Una figura molto stimata dai suoi concittadini, un professionista ben voluto dalla comunità di San Cesareo, con un esemplare percorso all’interno dell’Arma. Ma quel trasferimento, disposto in meno di 24 ore, senza il rispetto del normale iter amministrativo che prevede novanta giorni per la costituzione delle parti e la valutazione delle circostanze del caso, ha immediatamente allertato la comunità di San Cesareo, privata di un riferimento importante per tutti.
Come confermato dal Segretario regionale aggiunto del sindacato dei militari Grazioso Cosentino, le modalità di trasferimento di Esposito sono state quelle che di solito si applicano in caso di reati gravi o per incompatibilità ambientale del soggetto trasferito.
Esposito ha presentato ricorso al Tar, il sindacato ha attivato i procedimenti previsti nelle sedi opportune e i concittadini del Comandante si sono attivati, sin da subito, presso il Sindaco del comune per dar voce ad un «malcontento sempre più forte» e per chiedere delucidazioni sul trasferimento a Roma del militare. Ma hanno fatto molto altro.
Da alcune settimane, infatti, i cittadini si sono costituiti in un Comitato, allestendo un gazebo nell’area del mercato dove è possibile raccogliere le firme di sottoscrizione all’appello lanciato per chiedere il ritorno di Esposito. Chiedono giustizia per questo trasferimento effettuato d’autorità e senza il rispetto delle normali procedure, in piena emergenza covid. I cittadini vogliono restare accanto al loro Comandante: «è un uomo giusto che tanto ha fatto per la nostra comunità e che ha sempre onorato in questi lunghi anni di servizio la divisa indossata».
Non sono mancate difficoltà, ha confermato il portavoce del comitato Ivano Di Meo, come ad esempio i lunghi tempi di attesa per ottenere il via libera alla occupazione di suolo pubblico.
Per ora le firme sono circa duecento e la raccolta continua. Saranno poi presentate al Comando generale dell'Arma.
Il nome di Esposito è presente tra i testimoni del procedimento penale a carico del carabiniere Riccardo Casamassima. Quest'ultimo, con le proprie dichiarazioni, ha evitato l’archiviazione sulla morte di Cucchi, permettendo la condanna di alcuni appartenenti all’Arma. Altri superiori sono tutt’oggi indagati. A seguito delle denunce, Casamassima sta subendo gravi ritorsioni da parte dell’Arma ed è interessato da una serie di procedimenti in corso.
Esposito aveva chiesto ad ottobre di testimoniare nel procedimento, essendo Comandante della moglie di Casamassima, Maria Rosati anche lei carabiniere: pochi mesi dopo c’è stato il trasferimento d’ufficio a cinquanta chilometri da San Cesareo.
Continueremo a seguire questa vicenda.
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2020-11-06 19:32:23
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