Da quanti anni si sta gridando al pericolo? Da quanti anni si parla di affari della criminalità organizzata nel piccolo e "tranquillo" Molise? Ancora qualcuno parla di "isola felice". Ma questa definizione è solo fuorviante. Si utilizza per non affrontare il tema, per nascondere la sabbia sotto al tappeto. Quante dichiarazioni sono state utilizzate in passato per denunciare una situazione che va avanti da più di trent'anni? Si continua a fare finta di non vedere, di non sentire. E nessuno ne parla. Anzi c'è anche qualcuno che continua a dire che sono temi vecchi, che mettono in pessima luce un territorio. E di tanto in tanto, quando la magistratura e le forze dell'ordine intervengono con operazioni mirate, si grida allo scandalo. Per qualche ora. Poi, come d'incanto, ritorna il silenzio. Non servono a nulla i titoloni che parlano di "allarmi", di "pericoli di infiltrazioni". Serve altro.
In Molise le mafie (camorra, 'ndrangheta, mafia foggiana…) sono vive e vegete. Fanno i loro sporchi affari in silenzio. Un silenzio assordante. Nella totale tranquillità, in passato, hanno acquistato aziende e inquinato i territori con rifiuti tossici e nocivi (e pale eoliche). Ed oggi continuano a riciclare soldi sporchi, a installare società fantasma (s.r.l./s.a.s.). E nessuno si è mai accorto di nulla. Nessuno vuole accorgersi di nulla. Non basta la cronaca spicciola, non basta riportare il mero comunicato stampa. Si deve indagare a fondo. Non bisogna attendere gli organi inquirenti. L'informazione deve anticipare le inchieste della magistratura. E' necessario collegare le società, capire da chi sono rette, gli appalti che vincono in tutta Italia. Scardinare un sistema criminale e malavitoso. Mafioso e massone. Altro tema, quest'ultimo, tenuto nel dimenticatoio.
«I dati sul rischio di infiltrazioni malavitose in Molise sono eloquenti – ha scritto in una nota Nola, presidente della commissione Antimafia regionale – e, purtroppo, drammaticamente chiari. Lo ha confermato anche l’Indice di permeabilità dei territori alla criminalità organizzata in Italia, uno studio condotto da Eurispes nel quadro di un protocollo d’intesa con la Direzione nazionale Antimafia e Antiterrorismo.»
E cosa dicono i dati? «Che il Molise è quinto nella classifica delle regioni a maggior rischio d’infiltrazioni, preceduto solo da Calabria, Campania, Sicilia e Puglia. Inoltre, la provincia di Isernia è catalogata come territorio a rischio alto, mentre quella di Campobasso è definita territorio a rischio medio-alto.»
E proprio nella provincia di Isernia gravitano tante società fantasma. Che cosa ci fanno? Perchè hanno la sede legale in questo territorio e, poi, operano in Campania. Chi sono i personaggi che gravitano intorno a queste società? A breve arriverà una risposta dettagliata.
«L’Eurispes certifica – continua Nola – quanto ho sempre denunciato nei mesi scorsi anche in qualità di presidente della Commissione speciale a carattere temporaneo di studio sul fenomeno della criminalità organizzata nel Molise: l'indice di permeabilità delle organizzazioni malavitose nella nostra regione è in crescita.»
La questione è anche politica. «Il nodo è politico», diceva Paolo Borsellino, il magistrato ammazzato, insieme alla sua scorta, in via D'Amelio (19 luglio 1992) dalla mafia e dagli apparati dello Stato (che hanno sottratto la sua Agenda Rossa).
«Davanti a questa situazione – spiega il consigliere regionale dei Cinque Stelle – le istituzioni devono reagire. Bisogna alzare il livello di guardia, fare rete e avere il coraggio di denunciare alla magistratura ogni minimo segnale riconducibile ad attività illecite. L’attuale momento di crisi economica, che vede tante, troppe attività immobiliari, commerciali, artigianali, turistiche e agricole in difficoltà gestionale e finanziaria, prepara terreno fertile alla criminalità e le apre nuove possibilità di espansione. Faccio appello a tutti gli amministratori pubblici e privati affinché, ancor più in questo periodo, facendo leva sull’etica e sul proprio senso di responsabilità, in ogni occasione sappiano informare, seguire e tutelare i cittadini più fragili rispetto ai tentativi d’infiltrazione criminale.»
WORDNEWS.IT © Riproduzione vietata
LEGGI ANCHE:
- Per il Procuratore Generale di Potenza: «il Molise non è un’isola felice»
- MOLISE CRIMINALE: LA SCOPERTA DELL’ACQUA CALDA
uploads/images/image_750x422_600d65bb5a808.jpg
2021-01-24 13:22:00
2