La Comunità degli italiani di Zara, nella persona dell’allora Presidente Rina Villani, ha mantenuto un ottimo ricordo dell’incontro con i molisani intervenuti alla manifestazione tenutasi a Zara qualche anno fa.
La Comunità organizzò, proprio in questo periodo dell’anno, a Zara una “tre giorni” durante la quale si tenne una lezione dimostrativa di cucina molisana da parte dello chef “Bobo” Vincenzi e di danza folk molisano con il gruppo “Zig-Zaghini”. Tale manifestazione ebbe un grande successo anche per la partecipazione del Presidente della Regione Molise e dei rappresentanti della minoranza croata del Molise.
Purtroppo di questo avvenimento rimarrà solo il ricordo, e non per un calo di interesse da parte degli italiani di Zara, ma per un motivo totalmente opposto, vien da pensare, per troppa italianità.
Infatti, dopo qualche settimana dall’evento, secondo lo Statuto, dovevano essere indette le elezioni per il rinnovo della carica di Presidente.
Tutto proseguì secondo le regole e la Signora Villani venne riconfermata per il mandato 2017-2021.
E’ doveroso notare che in Croazia la decisione dell’Assemblea, organo massimo di una associazione, per quanto riguarda la nomina del presidente, deve essere confermata dalla Amministrazione cittadina tramite l’iscrizione su un Registro delle persone elette, senza questa iscrizione l’elezione non è valida.
Ebbene, l’Amministrazione, portando motivazioni molto discutibili, si oppose alla registrazione della Signora Villani. Dopo una decina di giorni un signore, totalmente privo dei requisiti previsti dallo Statuto, presentò all’Amministrazione cittadina una documentazione illegale (come affermala sentenza del TAR di Spalato) e venne semplicemente iscritto quale Presidente della Comunità degli italiani di Zara. Da notare che tale signore non è di nazionalità italiana bensì croata e non parla la nostra lingua.
Quanto fin qui affermato è chiaramente riportato in dettaglio sulla sentenza del Tribunale Regionale di Spalato che, fra le altre disposizioni, obbligava, senza possibilità di ricorso, l’Amministrazione ad adottare una decisione diversa dalla precedente perché la decisione presa era totalmente errata e a pagare le spese.
A quel punto l’Amministrazione cittadina si trovò obbligata a rimuovere il nome del signore croato ed a sostituirlo col nome della Presidente eletta.
In pratica però non cambiò nulla perché alla legale Presidente fu impedito di entrare nella sede della Comunità da parte delle persone che nel frattempo avevano occupato la sede.
L’Unione Italiana nella persona del Presidente Signor Tremul, proprietaria dei locali della sede, nonostante che il Direttivo della stessa avesse votato all’unanimità lo sgombero della sede, non fece assolutamente nulla.
Alla fine l’Amministrazione, nella persona del Ministro di Giustizia, annullava la sentenza del Tribunale e riconfermava l’iscrizione sul Registro delle Associazione di questo signore croato.
Oggi la così detta Comunità degli italiani di Zara svolge attività ben lontane da quelle svolte prima di questa “usurpazione” e sembra che miri esclusivamente a ricevere i finanziamenti provenienti dall’Italia a favore della Minoranza italiana in Croazia. C’è anche da notare che l’Unione Italiana ospita ancora oggi questa strana comunità.
Ci rendiamo conto che l’Unione italiana è una associazione di diritto croato e che i dirigenti sono cittadini croati ed è comprensibile che abbiano difficoltà ad opporsi a decisioni prese da un Ministro, però ci pare giusto far conoscere in Italia quanto è avvenuto anche perché l’Italia continua a mandare in Croazia i finanziamenti che provengono sempre dalle tasche dei contribuenti italiani.
Guido Zanella
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2021-04-07 12:27:32
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