Il 23 luglio, in una calda giornata estiva, ad Acciaroli, in provincia di Salerno, è accaduto qualcosa di straordinario a livello locale, ma con una potenzialità dirompente per l'intero territorio nazionale.
I componenti della commissione nazionale Antimafia si sono recati nella terra di Angelo Vassallo, alla ricerca di ulteriori informazioni ed indizi che possano contribuire a scrivere la verità su una delle pagine più buie di questo paese: l’omicidio del sindaco Pescatore, avvenuto il 5 settembre del 2010.
Presente l’onorevole Luca Migliorino che tanto ha lavorato per far nascere uno specifico gruppo di lavoro all’interno della commissione Antimafia presieduta dal senatore Morra e dedicato proprio a questo omicidio ancora senza colpevoli. Migliorino parla di una relazione che verrà resa pubblica già prima della fine dell’estate.
Sono già stati ascoltati uomini delle istituzioni, politici, giornalisti, appartenenti all'arma dei carabinieri.
Troppi i silenzi, i depistaggi, le calunnie in questi lunghi anni che lasciano per l’omicidio Vassallo una ferita ancora aperta.
Anche in questa giornata le assenze sono numerose: ad accogliere i membri dell’antimafia, oltre alla Fondazione Vassallo, ai fratelli Dario e Massimo, agli amici che da oltre un decennio cercano la verità, degli amministratori locali c'erano solo il sindaco di Roscigno Pino Palmieri, e Gisella Botticchio consigliere di minoranza del Comune di Agropoli. Assenti i rappresentanti del Pd, il partito di Angelo.
Dove sono tutti i sindaci del Cilento? Dove sono gli amministratori locali? I concittadini del sindaco ammazzato, perché restano ancora in disparte?
Il sistema cilento sta oramai implodendo. Ci sono indagini pesantissime a carico di alcuni sindaci, come per Franco Alfieri (attuale sindaco di Capaccio Paestum e uomo di punta del presidente della regione Campania Vincenzo De Luca) e Adamo Coppola (sindaco di Agropoli) entrambi indagati per presunto voto di scambio politico-mafioso.
Molte le inchieste in corso per vari amministratori locali, in quello che qualcuno chiama “sistema cilento” e sicuramente non per indicare le bellezze naturali e turistiche del territorio.
Serve una svolta: sono troppi i silenzi sull’omicidio di un uomo che proprio a questo sistema malato si è ribellato, operando nel rispetto della legge e per il bene di una comunità che, grazie a lui, ha visto risorgere un territorio straordinario, sino a quel momento stuprato dall’abusivismo e dall’abbandono.
L'ombra della camorra aleggia dal primo momento sulla morte di Angelo Vassallo, ammazzato con nove colpi di pistola in quella che è una vera e propria esecuzione voluta per eliminare un uomo scomodo e per mandare un messaggio inequivocabile: qui comandiamo noi (camorra e malaffare).
Dice Dario Vassallo: “Durante questi lunghi anni abbiamo creato con la nostra Fondazione un fronte di legalità in tutto il Paese, ma mai, e poi mai, avrei immaginato che i "nemici" peggiori erano, e sono, nelle istituzioni e molti indossano la fascia tricolore. Siete la vergogna di questa Nazione”, e lo grida rivolgendosi ai tanti compagni di partito del fratello che in questi anni trascorsi dall’omicidio, si sono trincerati in un assordante silenzio che dice molto più di tante dichiarazioni. Angelo Vassallo è il simbolo della buona politica che stenta a decollare. Angelo Vassallo è un uomo dello Stato conosciuto in ogni angolo del paese, il suo nome è famoso oltre i confini nazionali: tanti i giardini, le piazze, le sale a lui intitolate.
Pochi invece gli spazi che portano il suo nome nella terra dove è nato e vissuto.
Mentre i fratelli Vassallo, insieme all’avvocato Antonio Ingroia, chiedono di riaprire le indagini sollecitando gli inquirenti a dare un nuovo impulso alle stesse, resta sempre attuale l’appello a parlare rivolto a chi sa, a chi in questo decennio ha taciuto, a chi potrebbe squarciare il velo dell’omertà e permettere finalmente di individuare mandanti ed esecutori di questo maledetto omicidio.
Sta decisamente cambiando l’aria, soprattutto dopo questo 23 luglio: lo Stato fa lo Stato, le istituzioni si impongono sulla criminalità organizzata, i cittadini pretendono di sapere.
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