Campobasso, 5 maggio 2009. Lea Garofalo, la donna coraggio che sfidò il clan 'ndranghetista del suo ex compagno Carlo Cosco (condannato definitivamente all'ergastolo insieme ai suoi sodali; non marito, come "qualcuno" continua a definirlo), nel capoluogo di regione molisano subì il tentativo di sequestro in via Sant'Antonio Abate, al civico 58.
In Molise, Lea, non era sotto un regime di protezione. Era già stata cacciata dallo Stato. Nei giorni scorsi abbiamo pubblicato la sua lettera indirizzata al Capo dello Stato (Napolitano, il peggiore tra tutti) e agli organi di informazione.
Il drammatico grido d'aiuto di una donna sola e abbandonata da TUTTI verrà pubblicato solo dopo la sua uccisione a Milano (il corpo senza vita sarà poi bruciato a San Fruttuoso, in provincia di Monza). E in quel tempo nessuno, ma proprio nessuno, tenderà una mano alle due donne (Lea e Denise, sua figlia).
In quel tempo era ritenuta "poco credibile", "una tossica", una "pentita". Oggi, dopo la sua morte violenta (Milano, 24 novembre 2009), il suo bellissimo viso è finito sulle bandiere e sui prodotti alimentari.
Dopo 12 anni, dopo una prima raccolta di firme andata a vuoto e dopo più di 15 mila firme raccolte su Change.org è arrivato l'impegno dell'amministrazione comunale di Campobasso. Speriamo sia la volta buona.
Questo è il post di Roberto Gravina, sindaco del Comune di Campobasso:
«Nel corso della seduta del Consiglio comunale di oggi è stata approvata all’unanimità, la mozione a firma dei consiglieri Alessandra Salvatore, Bibiana Chierchia e Giose Trivisonno del PD e del consigliere di La Sinistra per Campobasso, Antonio Battista, dedicata all’intitolazione a Lea Garofalo, previo passaggio nella competente commissione consiliare, di una strada, una piazza o un luogo significativo della Città di Campobasso.
La nostra città ricorderà e trasmetterà la memoria di ciò che la vita di Lea Garofalo ha voluto rappresentare con il suo coraggio e la sua capacità di non piegarsi alle nefaste consuetudini mafiose.
La mozione ha il merito anche di aver permesso all'intero Consiglio comunale di porre l’attenzione sulla figura di Lea Garofalo in questi giorni particolari; infatti, la sua morte giunse proprio nel mese di novembre, un mese dedicato anche istituzionalmente ad iniziative di promozione delle Pari Opportunità e di contrasto alla violenza e alle discriminazioni.»
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2021-11-23 16:37:30
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