Torna a scrivere Emanuele Mancuso, il collaboratore di giustizia che nel giugno del 2018 ha deciso di collaborare con la giustizia. Nella missiva indirizzata al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e all’Autorità garante per l’infanzia, dott ssa Carla Garlatti, spiega:
“Il 18 giugno 2018, mentre ero detenuto, sette giorni prima che nascesse la mia primogenita, ho deciso di collaborare con la giustizia, rendendo dichiarazioni auto ed etero accusatorie, nei confronti di esponenti di spicco della criminalità organizzata, alla Procura della Repubblica di Catanzaro – Direzione Distrettuale Antimafia-, recidendo i contatti con la mia famiglia di origine e sottoponendomi, nel corso di questi quattro anni, a numerosi esami anche per gravi reati omicidiari”.
Emanuele è figlio del boss Pantaleone Mancuso, già condannato per gravi reati di mafia, e nipote di Luigi Mancuso il principale imputato dell’operazione Rinascita Scott portata avanti dalla Procura distrettuale antimafia e per la quale è tutt’ora in corso a Lamezia Terme il maxi processo contro il potente e sanguinario clan 'ndranghetista.
Nelle lettere denuncia le difficili condizioni nel rapporto con la figlia minore, attualmente affidata ai servizi sociali, si legge:
“Le scrivo in quanto mia figlia è affidata al Servizio Sociale, noto al Servizio Centrale di Protezione, ed in virtù di tale affidamento subisce continui maltrattamenti dagli operatori dei Servizi Sociali, fatti comunicati e denunciati, tempestivamente e puntualmente, alle Autorità competenti. Purtroppo, nel corso dei mesi, nonostante le numerose segnalazioni, nessuno ha preso a cuore la delicata questione della mia bambina con totale disinteresse da parte di tutti.”
In un’intervista rilasciata a WordNews.it pochi giorni fa, il collaboratore aveva detto: «Ormai con i servizi criminali non avrò più niente a che fare. Li ho denunciati, già diverse volte. Chiedo di restare nello stesso paese con mia figlia per vivere la quotidianità con mia figlia, come la vivono tutti i papà. Mi sono venduto tutta la famiglia per lo Stato e non ci ho guadagnato nulla. Questo è il ringraziamento che mi riserva lo Stato. Ed io non posso stare tutto il giorno a piangermi addosso.»
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2022-03-18 12:07:50
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