Diciamo la verità, in Italia il calcio la fa da padrone, ma ci sono anche altri sport che potrebbero essere visti e considerati di più per i molti benefici che danno, non solo a chi li pratica, ma anche ad un contesto sociale sempre meno propenso alla “socialità”.
Da qualche tempo mi sono appassionato di Basket Femminile e, questo, grazie ad una grande società, La Magnolia Basket di Campobasso, che, con un programma davvero importante, ha portato una folata di entusiasmo all’interno di una città del centro sud in cui, appunto, il calcio è uno degli sport preferito fin da piccoli.
Sono onesto, amo il calcio anche io, ma da piccolo, forse perché spesso sono stato costretto a stare a letto per vari infortuni, ho amato anche gli altri sport come il football americano, basket (chi mi ha fatto innamorare di questo sport fu un certo Kareem Abdul Jabbar, un grande dell’NBA che ha fatto da scuola ai più noti degli anni a venire) e, naturalmente, il mio amato tennis.
Quando un amico mi ha fatto notare cosa stava succedendo a Campobasso ho sussultato, sì, davvero, perché il basket in Italia è concentrato a nord: realtà del centro sud davvero sono mosche bianche. Allora ho iniziato a tifare per “noi”, da buon meridionale, e ad osservarle da lontano per capire dove potessero arrivare. La loro ascesa è stata davvero importante e repentina, non hanno sbagliato “quasi” mai un colpo e, i risultati, si sono iniziati a vedere immediatamente facendo crescere entusiasmo attorno al fenomeno Magnolia.
Già, l’entusiasmo, quello che queste ragazze mettono ad ogni confronto portando a casa risultati in gare con squadre molto più blasonate. Per vincere, si sa, non basta avere “un” nome, bisogna entrare in campo con lo spirito giusto, la grinta giusta, la forza giusta e, solo così, tutto potrebbe andare secondo i programmi.
Quando si entra in campo tutti i pensieri volano via, si è insieme ad altre ragazze, ci si diverte, si è concentrati, non si pensa ad altro che a fare il proprio “compito”: correre, sudare, marcare, pressare, fare punti, onorare una maglia e… divertirsi.
La parola divertimento è, e deve essere, sempre alla base di uno sport, uno sport che è anche terapeutico per molte persone, le aiuta a socializzare, a parlare, a fidarsi (sottolineo FIDARSI) di chi si ha accanto, a non stare sempre davanti a pc o smartphone e a vivere una vita molto più salutare. Lo sport di squadra, come il basket, fa anche questo: toglie i ragazzi dalla strada e li “dona” un’esperienza di vita diversa e molto più equilibrata.
Lo sport di squadra è questo, non si discute! E le ragazze della Magnolia ne sono una prova. Un gruppo coeso in campo e fuori dal campo, grintoso, pieno di individualità forti e con la testa sulle spalle: per vedere un passaggio, per smarcarsi, per anticipare l’avversario servono allenamenti costanti e tanta tanta volontà che, per forza di cose, viene da una “testa” ben salda.
Il mio lavoro, spesso, mi porta fuori regioni, in realtà ben diverse dal nostro piccolo ma grande Molise e, per mia fortuna, posso osservare realtà che si muovono in maniera diversa, in maniera compatta, in maniera tale da creare “movimento” ed “entusiasmo” attorno a cose anche piccole. Questo lavoro lo creo sui social, sui siti, con la comunicazione che, se usata nel modo migliore, può davvero coinvolgere molta gente che, di conseguenza, si calerà nel momentum e crederà in qualcosa.
Attorno a queste ragazze, dicevo, c’è una società che ha le idee chiare, anzi no, chiarissime, con ambizioni davvero alte. Qualcuno, in passato diceva “Mira alla Luna per colpire l’albero”, ecco, questo sta succedendo, perché si parla di Europa, di nuovi ambiziosi traguardi, di duro lavoro che porterà frutti e che farà vedere una “provinciale” arrivare alla ribalta del basket che conta. Questo, se succederà, non succederà certo solo per “grazia ricevuta” (come diceva mia nonna), ma perché queste cose si progettano, si pianificano, si fanno i passi giusti per arrivare ed ecco che torna sempre il gruppo, il gruppo che ruota attorno alla Magnolia Basket, un gruppo coeso che ha messo in campo eccellenze in ogni reparto e che sanno fare il loro lavoro… senza una vision chiara non si arriva da nessuna parte.
L’ultima partita in casa, ad esempio, è stata davvero tirata, le ragazze sentivano la pressione, perché una vittoria le avrebbe avvicinate ai play off e a quello che, secondo i programmi, è un loro obiettivo. Molti errori, ma il cuore e la testa sono state lì a replicare punto dopo punto, anche quando le avversarie sono passate in vantaggio. La testa, la testa non le ha minimamente mollate, sono abituate a lottare da leonesse e, il quarto tempo, è stato quello decisivo dove hanno staccato le avversarie e portato a casa una meravigliosa vittoria.
Tutto scontato?
Assolutamente no. Ecco perché dobbiamo stare dietro a queste ragazze, dobbiamo sostenerle, credere nel progetto, crederci e aiutarle a creare qualcosa di ancora più meraviglioso per Campobasso e il Molise intero.
Ci ho messo qualche giorno a scrivere questo pezzo, ma ho dovuto metabolizzare le emozioni di domenica, le sensazioni provate, il calore del pubblico presente, i tamburi, le grida, il rumore delle scarpette sul parquet, il profumo del pallone, il sudore, i muscoli… grazie a quell’amico che mi ha fatto scoprire, o meglio, riscoprire la gioia di un’emozione così grande… dal vivo!
Le ultime due gara all’Arena saranno difficili, serve il pubblico delle migliori occasioni, ma so che sarà così!
Forza Magnolia e grazie sempre a La Molisana che ha creduto e crede in queste ragazze.
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2022-03-18 15:38:07
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