Da mia nonna, non ho preso solo il nome e l'anarchia, ma anche la voglia di vivere. Lei era sempre piena d'energia e non si lasciava abbattere da nessun evento o persona. Neppure il lutto di suo fratello le fece perdere il sorriso. Con lei sono riuscita a condividere sempre tutto, tranne il mio sentirmi donna. Ma penso che questo mio essere speciale, lo avesse capito, nonostante il mio silenzio.
Nonna mi amava, forse più di mia madre, e finché non è partita all'improvviso, è stata la mia roccia, la mia ancora di salvezza. Nei suoi occhi azzurri, ogni mio temporale trovava la morte e, subito dopo, la pace. Credo, che l'amore dei nonni verso i nipoti e viceversa, se vissuto in modo complementare, sia la forma più pura di questa strana forza che fa girare il mondo. Peccato, poi, troppo spesso ci si dimentichi dell'amore, andando incontro a guerre. A proposito di guerre: stamattina, alla radio, mentre ero in macchina, ho sentito della guerra in Ucraina. Non mi esprimo, ma la notizia mi ha destabilizzato. Tutto nella norma, visto che di mio sono già destabilizzata e mi vanto di esserlo, altrimenti sarei già carne per i vermi.
Qualche volta, ho pensato di fare dei provini e tentare la carriera d'attrice, come Eleonora Duse; ma se penso alla mia faccia sulle riviste dei giornali, mi viene su l'orticaria. Non voglio che si parli di me, fino a sparlarne come il più volgare porno, additandomi come quella che vuole fama e sfrutta l'immagine che si è creata. No!
Questo non avverrà mai. Dopotutto, preferisco una bruschetta con l'aglio a casa mia e mangiare con le mani, senza bon ton, che un piatto di ostriche crude ed essere ripresa dalle telecamere, rispettando il galateo, solo per essere pagata e presa per scema.
L'intelligenza è un'altra cosa e mai cederò alla stupidità per un pugno di soldi che, a lungo andare, potrebbero risultare indigesti, quasi banali e scomodi, lasciando in bocca un amaro incapace di bagnarsi al sole, di gustare ogni centesimo di ricordo, di difendere anche il dolore contro il vento più impetuoso. In molte circostanze, la cronaca dei vip ci ha dimostrato che i troppi soldi sono il nido perfetto delle serpi in seno che, come successo nel giardino dell’Eden ad Adamo ed Eva, alla prima occasione si presenteranno con la mela tentatrice.
Cadere in tentazione, è meno complicato di quanto neppure lontanamente si possa immaginare. Troppi grandi dello spettacolo mondiale, proprio nel momento in cui avevano lo stesso mondo ai piedi, se ne sono andati ammazzati dai loro stessi soldi. E io, non ho nessuna intenzione di fare la fine di un pollo allo spiedo.
Certi periodi sono così stressata, ma così stressata, che in automatico vado in modalità aereo. Mi sento bene quando sono off-line, ferma e restante nel posto dovemi trovo in quel preciso istante.
Staccandomi da tutto e tutti, riesco a frugare nelpunto più fragile di me. È lì, dove le nuvole non esistono, dove tutto è invisibile, dove il freddo è soppresso dal caldo, ma i ghiacciai sono ancora belli in vita, che trovo la luce da aggiungere ai tramonti fatti solo di nebbia. Purtroppo, in molti casi, questo mio isolarmi, non viene compreso, ma non posso farne una malattia, visto che ho già abbastanza problemi con questa artrosi che mi fa perdere il sonno dal male.
Altra cosa che mi snerva, è l’esagerazione del dolore di alcuni individui che, a livello contenutistico non hanno nulla da dire. Non capirò mai l’ostentazione delle lacrime, perché questo strano sale che scende dagli occhi, dovrebbe essere un bene prezioso da custodire, da coccolare come un bambino. Le lacrime dovrebbero essere lasciate, a loro insindacabile arbitrio, ad irrorare un nuovo terreno, prospero di seme buono, e non usate per il compiacimento di sé stessi, passando per la compassione altrui.
Bisogna tenere presente, facendone tesoro, che la luna brillerà in cielo anche senza il nostro consenso, anche se abbiamo attirato l’attenzione dell’intero popolo umano, tutto rivolto a compatirci, perché il sistema solare continua a vivere ugualmente. E ancora: vale la pena volersi sapere, e credere, finiti se si respira ancora? Non credo!
Ultimamente, sto coltivando il mio amore segreto.
Mi sono innamorata dei dolci; li amo ai massimi livelli. Si potrebbe dire che sono diventata golosa, ma non diciamolo a voce alta, altrimenti, stando agli scritti del Dante nazionale, mi toccherà alloggiare in uno degli gironi dell’inferno, dove Cerbero potrebbe graffiarmi e scuoiarmi in continuazione. E il solo pensiero di far toccare la mia pelle a un cane con tre teste, mi fa rabbrividire fino a farmi scomparire come un lombrico nell’humus. Oltre a Cerbero, il diabete dovrebbe mettere un freno al consumo smodato che faccio dei dolci, ma niente.
Preferisco andare, imperterrita, verso l’incontro con l’insulina che rinunciare ai bomboloni alla crema vanigliata, al cioccolato, piuttosto che alla nocciola. Per non parlare della torte americane, quelle altissime e super caloriche, della pastiera napoletana, dei cornetti caldi affogati nel cappuccino zuccherato. Lo so!
Dovrei darmi una ridimensionata, ma di qualcosa si dovrà pur morire. E se dovrò andarmene prima dei cento anni, preferisco acquistare il biglietto della corriera per l’infinito a causa di un piacevole picco glicemico, che per il degenerare mostruoso dell’artrosi. Farei pena nell’ultimo caso e non voglio! Preferisco uscire di scena come fossi la regina della situazione, come fece la nonna di Antonio e Tommaso in “Mine Vaganti”. In questo modo, terrei fede all’amore che provo per me, perché, agendo in autonomia, potrei decidere anche cosa indossare e, ne sono sicura, indosserei la lingerie più sexy che ho nell’armadio. Come dite? Cosa penseranno gli altri? Questo non è un mio problema e me ne fotterei. Farei come direbbe il mitico Bud Spencer: “Futtetenne”. Dopotutto, non è così difficile. Bastano solo un po’ di allenamento e pratica sul campo.
Dopo tutto questo viaggiare con la mente, ho finito il turno e magari, una volta a casa, butterò giù qualche pensiero per cristallizzare tutto. Piangerò? Può darsi, ma la tristezza passerà presto, perché la voglia di andare all’appuntamento con l’estetista, che oggi pomeriggio monterà sulle mie dita dieci nuove e bellissime unghie finte, è più forte di qualsiasi altra cosa o stato d’animo. Ebbene sì, lo confesso: sono, ermeticamente, un disastro bipolare! Non lo avevate capito? Che ridere, ragazze!
PRIMA PARTE: https://www.wordnews.it/che-ridere
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Quinta e ultima parte
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2022-09-05 12:01:08
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