«Una regione camomilla con bassi costi di penetrazione», così una multinazionale petrolifera descrisse l’Abruzzo tredici anni fa. Sulla deriva petrolifera non fu così, si creò una vasta mobilitazione dal centro oli ad ombrina mare su cui quella multinazionale e tante altre dopo sbatterono il muso uscendo con le ossa rotta.
Quasi tre lustri dopo quelle parole possono invece perfettamente adattarsi alla realtà odierna, alla squallida, omertosa realtà del sand’Andonji accett tutt (Sant’Antonio accetta tutto) su cui fin troppe volte ci siamo trovati ad indignarci. In solitaria o quasi, nel pozzo e nel puzzo dell’omertà, del tirare a campare, del girarsi dall’altro lato, dell’accettare tutto e chinare il capo. Quando si fa riferimento all’omertà troppo spesso, anche qui nella terra di Silone, si pensa subito ad altre regioni.
Il nostro archivio, così come anche le cronache recenti delle ultime settimane, sono testimonianza di quale è la realtà e la regione «camomilla», silente, che «normalizza» tutto e il contrario di tutto. In cui quel che altrove indigna e ripugna più spalanca l’abisso delle coscienze civili e più vien portato in gloria, o su cui si tace, in questa provincia della provincia dell’Impero. Una regione in cui un gossip, un pacco televisivo, una qualsiasi quisquilia viene strombazzata a nove, se non diciotto, colonne, fa «opinione», smuove like ed interesse.
Il Cirano di Guccini lanciava la sua invettiva contro il «pubblico che è ammaestrato», «portaborse, ruffiani e mezze calze, feroci conduttori di trasmissioni false» che hanno «spesso fatto del qualunquismo un’arte», coloro che «le verità» cercano «per terra». È la perfetta descrizione dello show mediatico, dei copiaincollisti in servizio permanente, di chi scava anche sotto terra e con trasmissioni false, portaborse e mezze calze riempie palinsesti quotidiani, ad ogni ora è là pronto a gasarsi ed ammorbarci. E il pubblico ammaestrato, le papere mute e le scimmiette prone e clientelari, pronte persino ad inventarsi un padrone o un capobastone se non hanno da incensare, applaudono.
Gossip di quart’ordine, tutti presenti, tutti sull’attenti, tutti a sbavare perché un rotocalco di ruffiani e pettegole hanno citato la propria città. Quando c’è da guardare, parlare, avere una schiena (fosse anche curva e di terza mano ma almeno ci sia!), ricordarsi di avere una lingua non solo per «incensare» manco le oche del Campidoglio le sveglierebbero.
Sui sistemi criminali, sulle schiavitù più immonde, su colletti bianchi, mondi di mezzo, di sopra e di sotto tanto già si trova nei nostri archivi. E ci torneremo in futuro perché tanto, tantissimo, c’è ancora da scrivere. E quel che qui, in questa landa desolata della civiltà e della dignità, non si «può» dire è il nostro pane quotidiano.
Oggi aggiungiamo un nuovo tassello, in questa regione già coinvolta tante volte in inchieste sulla pedopornografia di cui l’ultima, terribile, vicenda su cui subito è calato l’oblio poche settimane fa, dovrebbero scuotere le coscienze vicende come quella ma invece vigliacco fatalismo e menefreghismo immondo abbondano, riporta giovedì scorso (quasi una settimana fa) da Repubblica e rilanciata da Dagospia come si può vedere nell’immagine di copertina di quest’articolo. A Siracusa è stato arrestato un prete accusato di aver abusato di un ragazzo per anni, quasi tutti gli anni della sua minore età sono stati violentati da quest’orco con la tonaca.
Un abisso la pedofilia clericale su cui, tranne rarissime perle di vero giornalismo e vero attivismo civico (Federica Tourn, Federico Tulli, Adista, Rete L’Abuso, ItalyChurchToo e pochissimi altri), il silenzio omertoso in questo Paese è totale. Nonostante quel che emerge sempre più. Il ragazzo di Siracusa vittima è stato intervistato nei giorni scorsi da Salvo Palazzolo su Repubblica. Afferma che il sacerdote arrestato lo coinvolse in «videochat erotiche con un prete di Chieti». Testuale, riportiamo le esatte parole. È passata quasi una settimana e, mentre l’ennesima comparsata televisiva e la nuova vacua pillola di gossip ha conquistato vetrine e titoloni, nulla di nulla. La mappa dei casi di abusi clericali pubblicata da Rete L’Abuso riporta in Abruzzo tre vicende – Trasacco, Penne e Spoltore – e nelle nebbie di passati più o meno lontani della provincia teatina qualcosa sarebbe dovuto comparire. Già questo dovrebbe scolpirsi nella memoria e nelle coscienze ed invece 0 porta 0.
Esattamente come in questa settimana. Una «citazione» del genere non suscita interesse, non scuote nessuno, non sveglia coscienze, non ripugna e non indigna. Le papere tutte mute, i cicisbei in servizio permanente hanno perso la parola, i copiaincollisti e le tastiere non si muovono. Qualcuno, anche dei tanti progressisti laici à la carte, quelli delle retoriche e delle belle cerimonie, quelli che dedicano strade e si riempiono la bocca di tante bellissime parole come legalità, democrazia, libertà, no ad ogni violenza, ecc. ecc. dove sono finiti?
Dal Palazzo del Potere di fatto citato dal ragazzo non si smuove nulla sotto lo zucchetto? Manco una predicuccia, un discorsetto, due parole, un mezzo articolo commovente e tanto intenso. Non ha nulla da dire la colto, raffinata e acculturata voce? Non è dato sapere, da quanto pubblicato, se Chieti è riferito a città, provincia, diocesi o altro. Nel dubbio chiunque potrebbe esser vissuto a pochi passi, molto meno dei cento del film. Nessuno si sgomenta cosa potrebbe essere accaduto? Dove sono i barricaderi per l’Amazzonia e la pecunia, per ogni pomposa Giornata Internazionale, Mondiale, nazionale, galattica e per mille e più occasioni di ogni tipo?
I NOSTRI PRECEDENTI ARTICOLI
«Un sistema basato su un esercizio violento del potere»
Intervista a Federica Tourn sugli abusi sessuali nella Chiesa, autrice di inchieste indipendenti e tra le promotrici del coordinamento ItalyChurchToo.
https://www.wordnews.it/un-sistema-basato-su-un-esercizio-violento-del-potere
Sotto la tonaca delle promesse cosa nasconde la solita zuppa?
PRIMA PARTE. Abusi sessuali clericali, le inchieste di Federica Tourn e Federico Tulli, le denunce e i documenti di Rete L’Abuso e ItalyChurchToo svelano la realtà dietro le promesse e le commissioni d’inchiesta indipendenti ma non troppo.
https://www.wordnews.it/sotto-la-tonaca-delle-promesse-cosa-nasconde-la-solita-zuppa
La “via italiana” è inadeguata e forse anche dannosa
SECONDA PARTE. Abusi sessuali clericali, ItalyChurchToo svela la realtà dietro le promesse e le commissioni d’inchiesta indipendenti ma non troppo.
https://www.wordnews.it/la-via-italiana-e-inadeguata-e-forse-anche-dannosa
Scelte inadeguate e contraddittorie che porteranno ad un report a cui mancherà proprio la serietà
TERZA PARTE. Abusi sessuali clericali, la risposta di ItalyChurchToo alle promesse di Zuppi che svela la realtà dietro le promesse e le commissioni d’inchiesta indipendenti ma non troppo.
Denunciare la pedofilia per il gigante del web è minaccia, molestia e bullismo
La vergognosa e assurda accusa è stata lanciata dal più grande motore di ricerca web mondiale contro Rete L’Abuso oscurando la mappa degli abusi sessuali clericali in Italia.
Abusi del clero su minori, donne e persone in condizione di vulnerabilità
https://www.wordnews.it/abusi-del-clero-su-minori-donne-e-persone-in-condizione-di-vulnerabilita
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2022-11-22 11:53:31
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