«Una pericolosità sociale da infrenare», non sono parole di un nostro articolo, di un comunicato dell’Associazione Antimafie Rita Atria d’Abruzzo o di qualche cittadino indignato ed impegnato.
È stato messo nero su bianco dalla Questura di Chieti, dalla rappresentanza dello Stato in questo provincia desolata. Riferite all’ultimo daspo emesso nei confronti di quel ventre violento e criminale davanti gli occhi di tutti, ad esponenti di quelle famiglie da decenni egemoni delle cronache criminali e imparentate con i Casamonica, gli Spada, coloro che a Roma, Latina ed Ostia sono definiti «mafie» e qui invece indignano ben pochi.
E ancor meno sono impegnati.
Una pericolosità sociale da infrenare
Un recente provvedimento della Questura di Chieti chiarisce la violenza del ventre criminale dell’Abruzzo costiero. Uno dei personaggi, protagonista di due delle aggressioni violente di quest'estate, in meno di una settimana lo ha già violato due volte.
https://www.wordnews.it/una-pericolosita-sociale-da-infrenare
Qui è piombato, per festeggiare un compleanno il 19 luglio scorso, Niko Pandetta. Condannato ed arrestato nelle scorse settimane. Il suo concerto a Palmoli ad agosto fu annullato all’ultimo momento, il giorno in cui l’Italia commemorava l’anniversario della strage di Via D’Amelio, il giorno del trentesimo anniversario dell’assassinio mafioso di chi è stato ucciso dalle mafie a Casalbordino si ballava e ci si divertiva con le parole di uno come Pandetta.
Tre anni dopo la seconda asta, in due mesi, del terzogenito di Totò Riina sul proprio libro. Quel Riina family in cui ha celebrato, omaggiato e osannato il padre amorevole U Curtu, in cui ha raccontato con toni drammatici e straziati dell’esser stato lontano per tanti anni dal padre boss, quel padre vantato insieme alle radici della propria famiglia. Mafiosa.
Quel libro che, è notizia del maggio scorso (il mese degli anniversari della strage di Capaci e nei giorni scorsi dell’anniversario dell’assassinio mafioso di Peppino Impastato), sbarcato in Inghilterra e America del Nord.
Quel libro pubblicizzato a più non posso, celebrando il grande padre e le sue radici, sui social nel periodo in cui soggiornò a Casalbordino. Come sia stato vantato, coccolato e ben trattato in quel periodo e cosa pubblicava sui social lo abbiamo documentato ripetutamente sulle nostre pagine. Un’intensa attività social interrottasi nel dicembre 2019, quando sparì da Casalbordino e da allora mai più visto, e di cui oggi l’unica traccia rimangono i nostri articoli, i nostri screen e quanto precedentemente pubblicato sulle pagine facebook (profilo non più perché facebook cancellò al sottoscritto un profilo mentre mai nulla ha compiuto nei confronti dei post di questo soggetto e di pagine e gruppi osannanti mafie e mafiosi) e il profilo instagram curate dal sottoscritto.
Sulla pagina «ufficiale» facebook e sul profilo instagram «ufficiale» di Salvo Riina non c’è più nulla, tutto sparito, tutto cancellato, non c’è più traccia.
Perse esattamente come la grande attività sociale e benefica sbandierata nel maggio 2019 da lui e dal suo legale. Cosa è successo? Come mai? Perché?
Tutto sparito ma i «frutti» continuano ad esserci, sotto i sempre più sporadici post (come mai? Dopo anni di pubblicazioni come non ci fosse un domani perché?). Come documentiamo in questo screenshot di alcuni dei commenti.
Il «cambio di vita», la «riabilitazione» messa nero su bianco da chi gli permise addirittura di veder finire ogni provvedimento dell’Autorità giudiziaria in anticipo.
Lo stesso per cui la scomunica dei mafiosi erano chiacchiere del Papa, che facile a parole ma in realtà si convive con certa gente, per cui sfruttatori e sfruttate, mafiosi e vittime della tratta sessuale sono uguali, che (specchi manco di legno non ci sono in casa?) tre anni dopo si lamenta incredibilmente che molti non sono capaci di «alzare la voce» e di denunciare «questioni importanti».
Noi c’eravamo, ci siamo e ci saremo, Lei di grazia dove cazzo stava, stai e starai?
È comparso tra i post nei mesi scorsi un video che pare essere il trailer di un film tratto dal libro «Riina family». È così? Dopo il libro avremo anche un film per celebrare Totò u curtu e la sua famiglia?
È una circostanza che ci indigna, ripugna, sconcerta. Se così fosse ci vogliamo solo augurare che l’indignazione, il disgusto e lo sconcerto saranno comuni a tanti. Sul finire di questo video compare il sito web di quella che potrebbe essere la casa cinematografica produttrice. Abbiamo provato ad accedere alla pagina indicata nel video e anche alla homepage del sito web.
L’ultima volta, come si vede in questi due screenshot, sabato 26 novembre. E questo che vedete è il risultato: sito web inaccessibile, inesistente.
In conclusione riportiamo, ancora una volta, le tante domande inevase sul periodo casalese (oggi scomparso dai suoi social) di Salvo Riina.
Viste le dichiarazioni sulla stampa e sui social quale «nuova vita» ha mai proposto Riina jr?
Il tenore di vita, compresa la vacanza in un luogo extralusso, appare più che alto. Da quali entrate e quali ricchezze è permesso?
La casa editrice è fallita, chi stampa ora il libro e come è possibile che circolino nuove copie?
La vicenda di Licata (di cui abbiamo parlato in vari articoli tra cui questo https://www.wordnews.it/il-figlio-del-boss-dei-boss-in-abruzzo-e-riina-diventa-un-brand ) di oltre due anni fa quali sviluppi ha avuto? E quali conseguenze e attenzioni sul periodo vastesecasalese del rampollo della riina family?
Quanto assidua la frequentazione con i personaggi ricordati in quest’articolo di Riina nel suo soggiorno abruzzese? Quali rapporti sono rimasti?
Visto il tenore di vita che appare dalle foto su facebook ed instagram (certamente ben pochi residenti in Romania possono pagarsi una vacanza in luoghi extra lusso a Valencia, in Spagna), il rampollo vorrà magari mai raccontare qualcosa di dove sono finiti e come si potrebbero rintracciare i capitali del padre?
In un nostro articolo del gennaio 2020 pubblicammo la foto, in pieno Gomorra style, postata sulla bacheca facebook di Salvo Riina nel periodo casalese in cui campeggiavano la copertina del libro, altri oggetti, un paio di manette e quella che appare una pistola. Era effettivamente una pistola? E, soprattutto, la foto era di repertorio o scattata in quei giorni?
«Salvo Riina ha ora aderito a un progetto per la realizzazione di casette in legno, dove i detenuti potranno incontrare le famiglie senza andare alla ricerca di bar o locali di fortuna – riportò un quotidiano abruzzese nel maggio di due anni fa quando il tribunale concluse la sorveglianza a Salvo Riina Ha anche scritto un secondo libro. Il volume è in fase di pubblicazione e presto verrà distribuito nelle librerie». In quelle settimane furono sbandierati e propagandati anche grandi progetti «solidali» che avrebbe portato avanti qui in terra d’Abruzzo. Di tutto questo non si ha più traccia, così come apparentemente sparito da Casalbordino la sua frenetica attività social è quasi cessata, come mai?
I NOSTRI PRECEDENTI ARTICOLI
Dopo il rampollo del boss tutto tace oscenamente dopo il concerto del neomelodico
In Abruzzo si esaltano per il secondo concerto in poche settimane
https://www.wordnews.it/in-abruzzo-si-esaltano-per-il-secondo-concerto-in-poche-settimane
Neomelodico nipote del boss zio Turi, evitata la doppietta. Ma ne è arrivato un altro
https://www.wordnews.it/neomelodico-evitata-la-doppietta-ma-ne-e-arrivato-un-altro
– Riina, dubbi e interrogativi mai evasi sui mesi casalesi e la «nuova vita»
- Il figlio del boss dei boss in Abruzzo. E “Riina” diventa un brand.
- Che fine ha fatto Salvo Riina?
- Dopo mesi di silenzio è ritornato il figlio di Riina
-Riina family tra inchini condannati, patrimoni sequestrati e vecchie domande ancora senza risposte
2022-12-02 15:46:09
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