Si è tenuto dal 16 al 20 gennaio l’annuale Forum di Davos in cui si sono riuniti alcuni dei “Grandi della Terra”.
Al centro di molte discussioni e dichiarazioni la guerra in Ucraina e quel che hanno definito il sostegno al popolo ucraino. Nelle parole l’interesse e la solidarietà per il popolo ucraino è stato messo al primissimo posto, nulla li commuoverebbe più delle vittime della guerra. Un’ondata di solidarietà, generosità, empatia infinita.
Questo nelle dichiarazioni e negli intenti che hanno fatto a gara a mostrare. Dopo l’esplosione della nuova guerra in Ucraina, come stiamo ripetutamente denunciando da ormai quasi un anno, la fuga di migliaia di donne (anche minorenni) ha scatenato le mafie della tratta.
Attive sin da subito alla frontiera rumena di Siret e poi sempre più. In questi undici mesi ci sono state organizzazioni internazionali, associazioni femministe, stampa soprattutto tedesca e di Stati vicini dell’Ucraina che hanno denunciato e documentato quanto sta accadendo.
A settembre riportammo l’allarme giunto dalla stampa moldava (e ripreso in Italia sul canale Telegram del giornalista indipendente Franco Fracassi) che almeno cinquanta boss stavano cercando di entrare in Europa. Tra loro pedofili e sfruttatori dello stupro a pagamento. Il mese precedente in un altro articolo riportammo che, sempre su un canale Telegram, era stato documentato come sul dark web bambine e adolescenti ucraine venivano “vendute”.
Il quotidiano tedesco Spiegel, sempre a settembre, in un articolo firmato da Sara Cincurova e Steffen Lüdke ha denunciato come «uomini d’affari» sfruttano l’emergenza umanitaria e la tratta della schiavitù sessuale dall’Ucraina dietro il paravento dell’accoglienza.
Denuncia che riportammo in un nostro articolo il mese scorso insieme ad un’altra denuncia, pubblicata dal quotidiano ceco Lidove Novyny a firma Magdalena Komůrková, di come le mafie prendono di mira le madri nello sfruttamento della schiavitù sessuale approfittando della disperazione economica.
Così come accade in occasione di altri grandi eventi internazionali, un esempio su tutti i Campionati Mondiali di calcio, c’è stato un “business” esploso nei giorni del Forum di Davos: quello dei “bordelli”, dello sfruttamento dello stupro a pagamento.
Già tre anni fa il Times e Channel 4 documentarono quest’aumento della schiavitù sessuale a Davos e anche in comuni a decine se non centinaia di chilometri nei giorni del meeting. Nei giorni precedenti l’avvio del summit alcuni siti online di “escorting” segnavano il “tutto esaurito” (e già l’uso di questi termini commerciali e disumanizzanti dovrebbe indignare e sdegnare) ed erano arrivate svariate “prenotazioni” (anche qui le parole utilizzate mostrano di quale schifosa e immonda disumanizzazione sono capaci) ad un centro di “escorting” a 200 chilometri dal luogo del meeting. Tre anni fa l’inchiesta di Times e Channel 4 denunciò che durante il Forum di Davos le molestie sessuali sono all’ordine del giorno con gli organizzatori che nulla hanno mai compiuto per fermarle. Anzi, riportò l’inchiesta, l’unica reazione è quella di invitare le donne presenti a non partecipare da sole.
Al di là delle chiacchiere, dei bei discorsi e di quel che viene sbandierato – di fronte tutto questo – ci sorge la domanda sulla autenticità degli stessi e come riportato nel titolo di quest’articolo il pesante interrogativo: quanto dello sfruttamento mafioso e patriarcale dell’emergenza umanitaria ucraina per alimentare la tratta della schiavitù sessuale è arrivato a Davos e dintorni? Quanto le depravate perversioni dei maschi in “giacca e cravatta”, usuali molestatori sessuali, hanno foraggiato queste mafie?
I NOSTRI PRECEDENTI ARTICOLI
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Schiavitù sessuale, abominio mafioso del XXI secolo
https://www.wordnews.it/schiavitu-sessuale-abominio-mafioso-del-xxi-secolo
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https://www.wordnews.it/lidolo-mondiale-degli-incel-nuovamente-accusato-di-sfruttare-schiavitu-sessuale
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2023-01-26 12:21:29
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