Non si può descrivere in altro modo la morte del collaboratore di giustizia, Armando Palmeri, se non con il titolo che l'Europeo diede dopo la morte del bandito Salvatore Giuliano.
Il collaboratore di giustizia era l'ex autista del boss alcamese Vincenzo Milazzo ucciso trent'anni fa insieme alla moglie.
Entrambi furono uccisi da Antonino Gioè, artificiere della strage di Capaci, uomo chiave della commistione tra mafia e servizi deviati e, inoltre, legato ad una spia come Paolo Bellini, killer di Avanguardia Nazionale e di 'ndrangheta.
Il corpo di Palmeri è stato ritrovato il 17 marzo scorso nella sua abitazione in campagna nel comune di Partinico, in provincia di Palermo. Dai primi accertamenti sembra essere morto d'infarto.
Ultimamente lo avevano conosciuto grazie a Paolo Mondani e a Report, in un servizio di gennaio del 2023.
Palmeri aveva collaborato con le indagini che furono portate avanti dalla commissione parlamentare antimafia sulla strage alla caserma di Alcamo Marina. Inoltre diede un prezioso contributo in vari processi parlando del coinvolgimento dei servizi segreti dietro le stragi del '92-'93. Infatti, il 20 marzo, avrebbe dovuto testimoniare a Caltanissetta contro Baldassarre Lauria, primario in pensione del reparto di chirurgia dell'ospedale di Alcamo, accusato dallo stesso Palmeri di aver organizzato, nella primavera del '92, tre incontri tra uomini dei servizi deviati e il boss Vincenzo Alcamo, contrario alla strategia stragista voluta dai corleonesi pur essendo vicino a Totò Riina.
Il 5 aprile, su disposizione della Procura di Caltanissetta, gli uomini della Dia e dei Ros hanno perquisito le abitazioni dei figli e della compagna alla ricerca di un memoriale sulle stragi del 1992.
Le prime conclusioni dell'autopsia dichiarano la morte naturale, per infarto, di Palmeri. Speriamo che le autorità competenti possano fare luce sull'ennesima morte strana.
LEGGI ANCHE:
- Il filo rosso che collega gli «infarti» e i «suicidi»
L'INTERVISTA al colonnello dei carabinieri Michele RICCIO
Prima parte: «Dietro alle bombe e alle stragi ci sono sempre gli stessi ambienti»
Seconda parte: Riccio: «Mi ero già attrezzato per prendere Bernardo Provenzano»
Terza parte: «Non hanno voluto arrestare Provenzano»
Quarta parte: Riccio: «L’ordine per ammazzare Ilardo è partito dallo Stato»
uploads/images/image_750x422_64a0768d9a9c9.jpg
2023-07-02 12:03:46
161