A volte la realtà supera ogni immaginazione e non ancora si pensa che il fondo sia stato toccato che ci stupisce. Ieri mattina abbiamo pubblicato un articolo sulle gomme dell’auto squarciate a Pietro Orlandi, ultimo capitolo (per ora!) di una vera escalation intimidatoria – come ha denunciato su “Notte Criminale” Alessandro Ambrosini – contro il fratello di Emanuela Orlandi.
L’articolo è stato scritto diverse ore prima. Nel momento in cui è stato concluso non si poteva neanche lontanamente immaginare che sarebbero bastati pochi minuti per avere la conferma di quanto si era appena finito di scrivere.
Tacere è una delle più subdole, ipocrite e vigliacche complicità all’arroganza, alla violenza, alla prepotenza, del Potere.
Tacere appare comodo, facile, basta girarsi dall’altra parte. C’è chi sopravvive e pullulula con il torcicollo dell’omertà, dell’accucciarsi, dei silenzi complici e conniventi. Acquari nei quali ci sono silenzi che gridano e raccontano più di milioni di parole.
La vicenda del rapimento di Emanuela Orlandi, quarant’anni fa esatti, è una plastica dimostrazione. Silenzi, non opere e omissioni e in altri casi alte grida scatenate. Narrazioni, l’abbiamo visto in azione in questi mesi, a raccontarci dettagli depistanti o di ben poco peso reale e silenzi improvvisi su altri aspetti, concreti se non addirittura inquietanti e pericolosi.
Ci riferivamo alla netta differenza tra la canea contro Pietro dopo che nei mesi scorsi è stata diffusa una lettura distorta di alcune sue parole e le gomme squarciate all’auto. Su cui c’è stato in questi giorni un silenzio quasi totale, un silenzio che neanche la parola omertà basta per descriverne la gravità.
Esattamente l’opposto di quanto accaduto ieri sera dopo la messa in onda del tgLa7 con Enrico Mentana che ha annunciato una loro “esclusiva” sulla pista che starebbero seguendo Vaticano e, da come si evincerebbe dal servizio, magistratura romana. La “pista” sarebbero le “molestie” che avrebbe subito la sorella di Emanuela, Natalina, da uno zio. Oggi defunto. Questa “notizia” in pochi minuti ha fatto il giro di grandi giornali, agenzie, web.
È stata diffusa viralmente in pochissimo, rilanciata da tutti i membri del circo dei grandi mass media. Cosa che, tra l’altro, non è accaduto con la conferenza stampa della famiglia Orlandi insieme all’avvocato Laura Sgrò in risposta a quanto riportato dal tg di Mentana.
Alcuni fatti: sull’identikit spacciato come identico allo zio Pietro Orlandi ha riportato su facebook nelle ore successive il giorno del rapimento di Emanuela Orlandi si trovava a centinaia di commenti e tale “pista” (che pista non è mai stata realmente) fu immediatamente abbandonata già poco dopo il rapimento di Emanuela Orlandi. Basta poco per avere riscontri della verità e contattare la famiglia Orlandi, invece ma sono solo partite grancasse.
«Oggi ho capito che sono delle carogne. Hanno deciso di scaricare tutto sulla famiglia , senza vergogna, senza vergogna mi fanno schifo» (Pietro Orlandi su facebook dopo la visione del tgla7)
«Sono arrabbiato, furioso. Hanno passato il limite come non mai e con l'avvocato Sgrò sto organizzando per domani una conferenza stampa. Non possono scaricare le responsabilità di tutto su una famiglia… Non pensano ai parenti, ai figli? No, questa carognata non può passare così … Nessuno ha chiamato né me, né mia sorella, né i figli di mio zio. Non siamo stati chiamati dalla Procura di Roma – ribadisce – da nessuno. Mi auguro che questa commissione parlamentare parta e svergogni chi oggi miserabilmente ci ha infangato», conclude Pietro che annuncia l'intenzione di chiedere di «incontrare privatamente Papa Francesco» (Pietro Orlandi all’Adn Kronos lunedì sera)
«È iniziata una partita a scacchi pesante sul caso Orlandi. Carte fatte uscire a orologeria, dopo 40 anni. Secretate in qualche scaffale polveroso e che erano state già vagliate. Ha il sapore di un piano d'emergenza tenuto nascosto. Da usare in caso estremo. È una guerra di retroscena» (Alessandro Ambrosini su facebook lunedì sera)
Resoconto della conferenza stampa indetta da Pietro Orlandi ieri pomeriggio alle 16 (fonte Adn Kronos)
"Non esiste stupro, è un fatto che risale al 1978, mio zio mi fece solo semplici avances verbali, al momento fui scossa ma finì lì e lo raccontai solo al nostro sacerdote in confessione". Così Natalina Orlandi, sorella di Emanuela – la giovane cittadina vaticana scomparsa misteriosamente nel 1983 – chiarisce in una conferenza stampa la vicenda emersa dopo il servizio mandato in onda ieri dal tg La7 su una nuova pista che porterebbe al coinvolgimento dello zio della Orlandi, ormai morto.
"Questo fu il rapporto con mio zio. E infatti le nostre famiglie sono unite. Io questa cosa la tenni per me. Poi nell’83 mi hanno chiamato e subii un interrogatorio. Erano cose che sapevano tutti, magistrati inquirenti e investigatori. È finita lì e non portò a nulla”, aggiunge Natalina.
"Escludiamo avances a Emanuela"
“Non giudico bene quello che fece mio zio e lo rivelai al mio fidanzato e mio zio non fece più nulla. E poi cosa c’entra con la sparizione di Emanuela avvenuta 5 anni dopo?”, si domanda. “Dopo le avances verbali che mi fece, mio zio è tornato sui suoi passi ed è finita lì. Noi escludiamo che nostro zio abbia fatto avances anche a Emanuela”, afferma.
"Fui contattata dal cardinale Becciu, mi sembrò un ricatto"
"Nel 2017 – rivela Natalina Orlandi – vengo contattata da Becciu. Mi dice che mio fratello insisteva per avere documentazione ma che aveva dei documenti del 1978 che mi riguardavano. Mi è sembrata una forma ricattatoria. Ho detto che io non avevo problemi”.
"Somiglianza tra mio zio e identikit? Ridicolo"
"La somiglianza tra mio zio e l’identikit? E’ ridicolo, zio era a Roma, parlavano tutti di un trentenne e lui aveva più di 50 anni”. “Io sono stata sentita dal pm dell’epoca e ha fatto bene”, aggiunge Natalina Orlandi.
L'avvocato Sgrò: "Travolti da questa notizia"
La conferenza stampa è stata voluta dall'avvocato della famiglia Orlandi Laura Sgrò che attacca: "Quello che è successo ieri meritava un approfondimento. Siamo stati travolti da questa notizia, ieri si è fatta macelleria della vita delle persone. Dal tg de La7 – sottolinea Sgrò – abbiamo appreso che è tornata in auge una pista, vengono raccontati fatti molto privati, la vita di Natalina Orlandi è stata messa in piazza e macellata. Ho ritenuto che fosse Natalina a raccontare quello che è successo, ieri le vicende personali della famiglia Orlandi sono state macelleria”, insiste.
Pietro Orlandi: "Notizia fatta uscire per spostare l’attenzione"
Ma per Pietro Orlandi la lettura da dare ai fatti è chiara: "Qualcuno all’interno del Vaticano sta facendo di tutto per spostare l’attenzione all’esterno, per scaricare qualunque responsabilità su altri, addirittura sulla famiglia", afferma. "Diddi sta lavorando per arrivare a una verità di comodo, non alla verità", aggiunge.
“Faccio appello ai senatori, sono convinto che la commissione parlamentare possa portare alla verità e infatti il Vaticano la teme e non la vuole. Mi auguro che passi la votazione. Ieri il Vaticano ha calpestato le ultime briciole di dignità. Io sono convinto – chiarisce Pietro Oralndi – che Papa Francesco con l’apertura dell’inchiesta volesse fare passi avanti ma qualcuno sta facendo di tutto per spostare l’attenzione fuori dal Vaticano”, insiste.
“Spero in una dichiarazione del procuratore Lo Voi e del promotore Diddi. Non si può rimanere in silenzio”, afferma Pietro Orlandi. “E’ una notizia fatta uscire apposta, per spostare l’attenzione. Perché si sposta l’attenzione su mio zio?".
“Sono state importanti le parole del Papa per la Commissione parlamentare e infatti il giorno dopo sono stati eliminati tutti gli emendamenti”, sottolinea Pietro. “Da questa commissione ci aspettiamo che si capiscano tutte le vicende oscure. Come famiglia le dobbiamo tentare tutte e la ricerca della verità non può avere un colore politico” ha aggiunto. "Per 10 anni Papa Francesco si è comportato come i suoi predecessori, ma io vorrei incontrarlo per raccontargli delle carogne che ha attorno, laici e prelati".
"La verità fa male a qualcuno – insite Pietro Orlandi – e non può essere quella di mio zio, che può far male solo alla famiglia. In Vaticano sanno cos’è successo, lo sapeva Wojtila, lo sapeva Ratzinger e forse probabilmente lo sa anche Francesco. Non credo – afferma – che Diddi avrebbe mai il coraggio, la personalità e la responsabilità di prendere iniziative personali. C’è qualcuno dietro a Diddi che non vuole questa commissione parlamentare e che non vuole arrivare alla verità”, conclude.
Alessandro Ambrosini su facebook ieri dopo la conferenza stampa
Osservazioni sulla conferenza stampa:1)abbiamo scoperto che non esiste più il segreto confessionale 2) che ormai, se sei accusato, hai tu l'onere della prova 3) cane non mangia cane nella "libera stampa"4) che aldilà del Tevere sono talmente inguaiati che veicolano sulla stampa anche gli autogol. Tutto abbastanza squallido…
I NOSTRI PRECEDENTI ARTICOLI
Il silenzio li ha resi complici, la verità la conoscono e devono solo raccontarla
Il silenzio li ha resi complici, il video
https://www.wordnews.it/il-silenzio-li-ha-resi-complici-il-video
Vatican shock: le radici oscure del caso Orlandi
Da “Vatican Girl” alla coraggiosa pubblicazione di Alessandro Ambrosini, Emanuela Orlandi e il filo che dalla Banda della Magliana giunge al cuore della pedocupola.
https://www.wordnews.it/vatican-shock-le-radici-oscure-del-caso-orlandi
«Sudditanza psicologica dello Stato italiano nei confronti del potere vaticano»
A Di Martedì Pietro Orlandi ha denunciato: «c’è stata una vera e propria corruzione» con la proposta di uno scambio dal Vaticano alla magistratura italiana pretendendo che la Procura di Roma imbastisse una storia che togliesse ogni responsabilità al Vaticano stesso.
Emanuela Orlandi, quarant’anni di omissioni e silenzi. Ora basta!!
https://www.wordnews.it/emanuela-orlandi-quarantanni-di-omissioni-e-silenzi-ora-basta
Escalation intimidatoria contro Pietro Orlandi, dopo la lettera minatoria squarciate le gomme dell’auto
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2023-07-12 11:23:46
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