ITALIA. Milano – Petilia Policastro (Camellino). Un mafioso assassino ergastolano si impicca in carcere, nella sua cella. Nel suo luogo naturale. Almeno questa è la versione ufficiale che è stata fornita. Noi, attraverso i nostri articoli, abbiamo espresso i nostri dubbi. E' lecito? O bisogna chiedere il consenso a qualcuno? Abbiamo parlato anche del suo "volto tumefatto", prima dell'impiccaggione. Noi avanziamo anche ipotesi, ma a qualcuno ha dato fastidio.
- E se Curcio (ergastolano 'ndranghetista) non si fosse suicidato?
Lo stesso uomo (diciamo così) ergastolano, autore del massacro ai danni di una donna (dello stesso luogo), che si chiama Lea Garofalo, viene accolto da manifesti funebri (c'è il nostro nome su quei manifesti o c'è scritto "Amministrazione comunale"?) e da un "festoso" funerale che nemmeno doveva essere autorizzato (sempre secondo la nostra modesta opinione). Su questo punto abbiamo raccolto il silenzio assordante della Prefettura. Speriamo, nello stesso tempo, ad una azione silenziosa da parte di un organo dello Stato presente sul territorio.
Abbiamo raccolto anche altre opinioni:
- Funerali del mafioso Curcio. Per Gennaro Ciliberto: «Un segnale di potenza»
- Funerale “festoso” per il killer, parla Piera Aiello: «Vergognatevi e andatevene a casa»
- Manifesti funebri per il massacratore di Lea Garofalo. Parla Angela Napoli: «Sono indignata»
- Il VIDEO del funerale di Curcio, l'ergastolano, condannato per la distruzione del cadavere di Lea
Uno degli autori del massacro (la fimmina calabrese viene uccisa a Milano il 24 novembre del 2009 e il suo corpo viene distrutto – con fuoco e benzina, per tre giorni – a San Fruttuoso, un quartiere di Monza) viene fatto passare quasi come l'eroe di Camellino, la sua frazione originaria. Per noi è stato un delinquente da vivo e lo è anche da morto.
Qualcuno vuole mettere in dubbio le parole scritte, nelle motivazioni delle sentenze, dai magistrati milanesi?
Indipendentemente dalle parole minacciose ed offensive che abbiamo ricevuto nelle scorse ore (procederemo prima con una querela e poi renderemo pubbliche le esternazioni sgrammaticate), noi continueremo a fare il nostro dovere. Senza paura. Senza tentennamenti.
Costi quel che costi.
Abbiamo ampiamente parlato del manifesto che non doveva essere stampato e non doveva essere nemmeno affisso. Sempre secondo il nostro punto di vista. E, accogliendo con riserva le giustificazioni del primo cittadino (una pezza peggiore del buco), magari doveva essere strappato o coperto nei giorni successivi. Non è stato fatto. E' colpa nostra? Cosa dovevamo fare? Restiamo in attesa anche di una lezione di giornalismo.
«Intanto, se fosse vera la telefonata da lui fatta a quello che ha stampato i manifesti alla risposta il manifesto, io Sindaco, sarei uscita immediatamente da casa e l'avrei strappati tutti con le mie stesse mani. Poi trovo assolutamente anomalo il fatto che ci sia questa specie di appalto, non so come chiamarlo, definito dal sindaco per tutti, per qualsiasi lutto. Un appalto che, intanto, mi piacerebbe conoscere la ditta aggiudicataria di questo appalto e, nello stesso tempo, mi piacerebbe sapere se questo appalto è stato affidato in maniera ufficiale e se all'interno dell'affidamento dell'appalto non ci siano clausole di alcun genere. In un paese come Petilia Policastro non si può affidare un appalto sapendo che è un paese, per carità pieno di gente per bene, ma anche pieno di tanti criminali. Allora che non mi si venga a dire che il sindaco, affidando questo appalto non abbia almeno messo la clausola di non fare manifesti di alcun genere nel caso in cui la persona deceduta fosse un criminale.»
Manifesti funebri per il massacratore di Lea Garofalo. Parla Angela Napoli: «Sono indignata»
I nostri articoli (comprese le interviste) sono tutti firmati. Siamo convinti di aver fatto il nostro dovere, fin dall'inizio. Ci sono elementi diffamatori? Secondo noi non ci sono. Ma ognuno, giustamente, può avere le proprie opinioni. Siamo pure stati chiamati "sciacalli" dal vice-sindaco di Petilia Policastro.
Nelle scorse ore siamo diventati pure dei "fetusi", che devono andare "all'inferno". Ovviamente questa è solo una piccola parte del concetto espresso e formato dalle tante paroline utilizzate. Lo ripetiamo: preferiamo prima informare gli organi competenti e poi i nostri lettori. Ma che senso ha organizzare questi funerali – in chiesa – se poi siete così poco cristiani?
- Funerali del mafioso Curcio. Ma era presente anche il vice-sindaco di Petilia?
Noi siamo disponibili a spiegare davanti a un giudice il nostro lavoro e siamo, anche, curiosi di ascoltare tutte le motivazioni degli amministratori e dei rappresentanti delle istituzioni. Magari anche per riproporre le nostre domande, visto che nessuno risponde. Ovviamente indicheremo, come testimoni, tutti gli interlocutori che abbiamo sentito nei giorni scorsi (compresi quelli che sentiremo prossimamente).
Ecco le nostre domande:
– Chi ha autorizzato e non ha controllato il "festoso" funerale?
– Perchè nessuno, ancora oggi, si assume le proprie responsabilità dopo un messaggio devastante che è passato su quel territorio?
– Bastano le dimissioni della ex assessora che ha partecipato al "festoso" funerale?
– Al "festoso" funerale era presente anche il vice-sindaco di Petilia Policastro Carmelo Garofalo?
– Al "festoso" funerale erano presenti anche due consiglieri comunali, uno della maggioranza e una dell'opposizione?
- Curcio, il protagonista di tutto questo "circo" dell'antimafia, si è suicidato, come sostiene la versione ufficiale, o è stato indotto al suicidio?
Lo scriviamo ancora una volta, per l'ennesima volta. Visto che si continua a far finta di non capire: dovevamo farci i fatti nostri? dovevamo girare la testa dall'altra parte? dovevamo mettere la testa sotto la sabbia, come gli strunzi? dovevamo evitare le domande?
E' la stampa, bellezza.
Fatevene una ragione. Noi continueremo ad informare e a scavare per capire e per far capire alla collettività cosa accade in questa a-normale società. Da una parte si dice di fare antimafia ricordando le vittime e dall'altra si continua a dare il cattivo esempio.
Tutto questo è normale?
«Con quel messaggio di vicinanza le istituzioni hanno, in realtà, espresso un segnale di positività, di deresponsabilizzazione, di quasi normalizzazione verso chi ha le mani sporche di sangue e verso chi, appunto, ha ucciso». Queste le parole utilizzate dall'On. Ascari nell'intervista realizzata da WordNews.it lo scorso 20 luglio.
DOMANI, alle ore 12:00, pubblicheremo l'INTERROGAZIONE PARLAMENTARE - rivolta al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro dell'Interno – presentata dalla componente della commissione Antimafia, On. Stefania Ascari.
La storiaccia non finirà, certo, con le dimissioni presentate in un consiglio comunale. O con le INUTILI lamentele. O con le sterili minacce, che rispediamo con forza alla mittente-parente (che pubblicheremo nelle prossime ore).
La Stampa libera non ha padroni e padrini.
LEGGI ANCHE:
- CARTA CANTA. Il rap del vice-sindaco di Petilia Policastro: «Già sta sciacallando abbastanza…»
- Funerali del mafioso Curcio. Ma era presente anche il vice-sindaco di Petilia?
- Funerali del mafioso Curcio. Per Gennaro Ciliberto: «Un segnale di potenza»
- Funerali del mafioso Curcio. Ecco le reazioni (social) dopo le dimissioni dell'assessora Berardi
- Funerali Curcio (assassino e sedicente suicida): è caduta la prima testa
- Petilia: la presenza dell'assessora al funerale del killer Curcio approda in consiglio comunale?
- Funerale “festoso” per il killer, parla Piera Aiello: «Vergognatevi e andatevene a casa»
- E se Curcio (ergastolano 'ndranghetista) non si fosse suicidato?
- Manifesti funebri per il massacratore di Lea Garofalo. Parla Angela Napoli: «Sono indignata»
- Il VIDEO del funerale di Curcio, l'ergastolano, condannato per la distruzione del cadavere di Lea
- OMICIDIO LEA GAROFALO: i «festosi» funerali per l'ergastolano Curcio
- OMICIDIO LEA GAROFALO, si è impiccato in carcere a Opera l'ergastolano Rosario Curcio
- Giornalismo italico. A cosa servono le «regole» e i corsi di formazione?
- Manifesto per il killer di Lea Garofalo, irrompe l'ex sindaco: «Solo sciacallaggio politico»
- Manifesto per il killer di Lea Garofalo, il risveglio dell'opposizione
- Lea Garofalo, 14 anni fa il tentato sequestro di Campobasso
- Scempio a Pagliarelle, colpita la pietra che ricorda Lea Garofalo
- Premio Nazionale Lea Garofalo, tutto pronto per la tre giorni di eventi in Calabria
– Carlo Cosco, l’ergastolano parlante: «Non fate demagogia pietosa»
- Il ritorno della bestia Carlo Cosco
OMICIDIO LEA GAROFALO. Il suo assassino è ritornato per quattro ore in paese, a Pagliarelle (Crotone). Ufficialmente per fare visita a sua madre "moribonda". La donna, Piera Bongera, solo qualche giorno prima è stata vista arzilla e serena in un supermercato. Cosa hanno in mente questi criminali? Perchè sul territorio è rientrato anche il cugino Vito Cosco, implicato nella strage di Rozzano? Per l'avvocato Guarnera: «Hanno preparato l'ambiente per dare un segnale allo stesso ambiente».
- Carlo Cosco: la bestia si sta riorganizzando sul territorio?
- Una strada per Lea Garofalo a Pagliarelle (Crotone)
- Il Coraggio di Dire No a Taurianova
- Per non dimenticare la fimmina calabrese che sfidò la schifosa 'ndrangheta
- Lea Garofalo. Il Coraggio di dire NO
- Lea Garofalo fa ancora paura
- LEA GAROFALO. 5 maggio 2009: il tentato sequestro di Campobasso
- LEA GAROFALO. Il tentato sequestro di Campobasso
- «Lea Garofalo è una testimone di giustizia»
– Il grido d'aiuto (inascoltato) di Lea Garofalo
- “Lea, in vita, non è stata mai creduta”
- «Con Lea Garofalo siamo stati tutti poco sensibili»
- Tutto pronto per la 2^ edizione del Premio Nazionale Lea Garofalo
- Premio Nazionale Lea Garofalo 2022
uploads/images/image_750x422_64c9593dbef98.jpg
2023-08-02 18:23:55
2