La morte di Sinead O Connor è rapidamente sparita dai radar della grande informazione. Come era ampiamente prevedibile è stato un teatro squallido e osceno di ipocrisia e cattive coscienze. Per chi le ha. Perché tra coloro che sui grandi media l’hanno (fintamente) osannata dopo la morte pullulano coloro che l’hanno denigrata, insultata, isolata, boicottata e perseguitata in vita.
Sinead O Connor è stata vittima di abusi che si è fatta voce delle vittime di abusi, ha denunciato la pedofilia clericale quando il tema era totalmente cancellato da un’informazione omertosa e complice.
Impazzano le giornate contro ogni violenze, le declamazioni e i grandi discorsi retorici, il calendario è pieno di questi giorni in cui l’Italia, l’Europa e il mondo intero appaiono come un paradiso governato da cuori coraggiosi e menti dalla sterminata umanità che danno voce e si schierano contro le vittime di stupri e abusi. A chiacchiere (anche senza distintivo). Perché la realtà reale ci racconta quanto sono colpevolizzate le vittime, quanto impazzano narrazioni complici e giustificazionisti di carnefici e stupratori. Soprattutto se sono in giacca e cravatta o, ancor più, in tonaca.
La pedofilia clericale, una reale denuncia e una lotta concreta sono tabù, sono boicottate e impedite. Soprattutto in Italia. Quante trombe, tromboni e trombette hanno le narrazioni rassicuranti sul nuovo corso CEI, su quanto le vittime verrebbero ascoltate da vescovi e Vaticano? Un numero esorbitante. Quanto spazio la grande stampa ha dato a febbraio al primo report scritto da sopravvissuti della Rete L’Abuso? Infinitamente di meno.
Quante volte viene dato spazio in televisione o nelle prime pagine dei giornali non alla propaganda interessata ma alle vittime, ai sopravvissuti, a Rete L’Abuso (ovvero la prima associazione esistente di vittime, di sopravvissuti agli abusi sessuali del clero) e a Francesco Zanardi(presidente di Rete L’Abuso e vittima)? La risposta è fin troppo facile.
La vita di Sinead O Connor e fin troppe vicende, quotidiane in uno Stato come l’Italia, dimostra quanto è importante rompere questa cappa di omertà, questa cupola di silenzio e complicità.
«Torna sabato 2 settembre ore 12 Rete L’ABUSO NEWS, il TG tematico con i giornalisti che in questi anni hanno supportato le vittime, raccontando le loro storie – annuncia Rete L’Abuso in un comunicato stampa – il primo TG tematico al mondo, nato dall’esigenza di dare voce ai sopravvissuti, soprattutto in Italia, dove manca il loro contradditorio» e «dove i media da ormai 20 anni rassicurano l’opinione pubblica “che si è trovata una strada”».
«Sono passati 20 anni e ben tre Papi, ma il problema sembra tutt’altro che risolto – sottolinea Rete L’Abuso – la controinformazione, direttamente dalla voce delle vittime e dei loro legali».
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Pedofilia, in Italia un’indifferenza reale
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«Come può la Chiesa italiana (e solo quella italiana), gestire in proprio i crimini che ha essa stessa coperto?»
Abusi clericali e pedofilia nella Chiesa, il report che non riporta
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2023-08-10 15:30:33
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