Osservo un pronipote di due anni che si apre alla vita. La sua crescente consapevolezza di sé e della realtà che lo circonda. La sua gioia, la sua vitalità, la sua purezza. La sua felicità di essere amato e la sua capacità di dare amore senza limiti, senza aspettarsi qualcosa in cambio, con gratuità.
Anche noi, una volta, eravamo così. ERAVAMO! Poi è accaduto che nel nostro cuore si sono accumulati, progressivamente, numerosi "detriti". Reciprocamente sospettosi, avidi di possedere e incapaci di donare. Avari, non solo nei beni ma ancora di più nei sentimenti.
Egoisti, rinchiusi nella prigione del nostro privato, incapaci di ascoltare, di comprendere e di condividere i bisogni e le angosce dei nostri simili. La nostra umanità, negli anni, si è andata spegnendo.
Siamo infelici, ma non sappiamo e non ci chiediamo perché. Tuttavia tale condizione non è irreversibile: possiamo rinascere dentro un nuovo umanesimo.
Scrive l'Apostolo Giovanni nella sua Prima Lettera: "Chi dice d'essere nella luce e odia il proprio fratello, è ancora nelle tenebre. Chi ama il fratello suo rimane nella luce e non vi è in lui nessun motivo di caduta. Ma chi odia suo fratello è nelle tenebre, cammina nelle tenebre, e non sa dove va perché le tenebre hanno accecato i suoi occhi".
Riscoprire la capacità di Amare in tutte le sue implicazioni, senza limiti e condizioni: questa è la via per rinascere a nuova vita. Ritornare ad essere come il mio pronipote: puri come colombe, ma con la consapevolezza degli adulti.
Non credo vi siano percorsi alternativi.
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2023-08-15 08:34:25
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