Il 18 ottobre è la diciassettesima Giornata Europea contro la Tratta, occasione per ricordare l'importante presa di posizione del Parlamento Europeo contro lo stupro a pagamento e la schiavitù sessuale del mese scorso. «Ce lo chiede l’Europa». Questo mantra ha accompagnato decenni di storia italiana, decenni in cui in nome di questa richiesta è stato fatto accettare e ingoiare di tutto, dalla distruzione dei diritti civili e sociali a quelli dei lavoratori.
L’Europa qua, l’Europa là, non c’è giorno che dagli schermi televisivi alle pagine dei giornali, passando per il web, non ci viene propinata una cronaca «europea» a spron battuto. Praticamente senza quel che accade in questa, più o meno fantomatica, più o meno supposta, Europa pare che non possiamo campare.
«Un bel tacer mai scritto fu» e i silenzi gridano spesso più di milioni di parole. Questa genuflessa cronaca «europea», i falchi del «ce lo chiede l’Europa» un silenzio che grida lo stanno portando avanti da settimane. Nel Paese in cui ci hanno raccontato ogni secondo, ogni dettaglio, del cordoglio britannico per la morte della Regina Elisabetta e dell’incoronazione di Carlo (ormai conosciamo gossip e pettegolezzi più noi in Italia degli inglesi) c’è una notizia su cui è calata un’omertà pressoché totale in Italia.
La stessa omertà sui traffici mafiosi e patriarcali, di cui abbiamo dato ampiamente notizia e documentazione unici o quasi in Italia grazie a Sex Industry is violence, Ebano, Resistenza Femminista e stampa estera, e sull’esultanza degli stupratori paganti dopo lo scoppio della nuova guerra tra Russia e Ucraina. E il tema è, ancora una volta, lo stesso. Il Parlamento Europeo ha votato una relazione che chiede misure agli Stati contro gli stupratori paganti. E il silenzio, ancora una volta, è stato rotto solo dalle stesse associazioni e movimenti di un anno e mezzo fa.
Il «14 settembre, con 234 voti favorevoli, 175 contrari e 122 astensioni, il Parlamento Europeo ha approvato una relazione che chiede delle misure per scoraggiare la domanda nella prostituzione. Sono previste delle iniziative per contrastare l'abbandono scolastico delle ragazze e per aiutare le donne prostituite ad uscire dalla prostituzione.
Perché è arrivata questa svolta? Analizzando il fenomeno del commercio sessuale, i/le depositari/e della relazione hanno constatato che la prostituzione ostacola la realizzazione della parità sociale tra donne e uomini. La compravendita di sesso alimenta l'immagine della donna-oggetto di consumo alla mercé dei desideri maschili.
All'interno di essa persistono le discriminazioni ed i pregiudizi che per anni hanno negato la soggettività femminile rendendola uno strumento nelle mani degli uomini, i quali controllavano la riproduzione e la gestione della sfera sessuale delle donne. Inoltre, viene alimentata la visione di una sessualità fallocentrica basata sul piacere maschile».
(fonte: pagina instagram Sex Industry is violence, 15 settembre)
Dopo la pubblicazione di questa notizia Sex Industry is violence ha documentato, in queste settimane, diverse pubblicazioni sui forum degli stupratori paganti. Le ripubblichiamo integralmente, da sole narrano la verità reale e la vera realtà dello stupro a pagamento e dell’ideologia e mentalità criminali e patriarcali che lo guidano, la violenza, lo stupro quotidiano e ripetuto efferato oltre ogni livello di disumanità e criminalità.
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2023-10-19 12:17:32
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