Alla Cop28 di Dubai hanno suscitato forti polemiche le parole di Sultan Al Jaber, presidente della delegazione EAU organizzatrice dell’evento. Il presidente di Cop28, aveva detto
Nessuna scienza dimostra che un’uscita dai combustibili fossili è necessaria per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi centigradi sopra i livelli pre-industriali, a meno che – ha proseguito – qualcuno non voglia riportare il mondo indietro all’era delle caverne
Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres le ha definite
Affermazioni assolutamente preoccupanti e sull’orlo del negazionismo climatico
Le parole del presidente di Cop28, riportate dal quotidiano britannico Guardian e dall’organizzazione di giornalismo investigativo Centre for Climate Reporting, sarebbero state pronunciate nel corso di una sessione dei lavori.
Al Jaber, inviato speciale degli Emirati Arabi per la lotta ai cambiamenti climatici, viene spesso contestato da tempo dagli ambientalisti ma non solo, per un malcelato conflitto di interessi, visto che oltre ad essere presidente della Cop28, è ministro dell’industria degli EAU è anche il presidente di Adnoc, la compagnia petrolifera statale.
All’indomani delle polemiche sorte da alcune sue dichiarazioni, Sultan Ahmed Al Jaber, ha convocato una conferenza stampa alla quale si è presentato accompagnato da Jim Skea, presidente dell’Ipcc, l’organismo dell’Onu che si occupa di cambiamenti climatici.
Tocca a Skea spiegare cosa dice la scienza:
Dobbiamo dire addio a gas, petrolio e carbone per raggiungere gli obbiettivi di Parigi, quindi, non superare 1,5 gradi di riscaldamento rispetto ai livelli preindustriali.
1.5 è la mia stella polare
Ha detto Al Jabber, rimarcando con forza che la sua è stata la prima presidenza di una Cop, a mettere sul tavolo della trattativa la questione del fossile,
rispettare le raccomandazioni della scienza sul cambiamento climatico,
confermando l’obiettivo di contenere l’aumento medio della temperatura globale entro +1,5 gradi ribadendo che
la riduzione e l’uscita dai combustibili fossili sono inevitabili,
esprimendo stupore
per i continui tentativi di minare il lavoro della sua presidenza.
Dopo i chiarimenti forniti, Sultan Al Jaber ha annunciato che lunedì 11 dicembre Abu Dhabi, un altro dei regni federati degli Emirati Arabi Uniti, ospiterà il nuovo “centro per la finanza climatica globale” creato per investire in progetti a basse emissioni e per favorirne lo sviluppo, in collaborazione con la Banca Mondiale ed alcuni partner privati.
Inoltre, giusto per non farsi mancare nulla, il presidente di Cop28 ha reso noto che la compagnia statale EAU per l’energia nucleare (ENEC) che gestisce una centrale nucleare, ha firmato un accordo con l’azienda Terra Power fondata da Bill Gates per lo sviluppo di reattori avanzati.
Dalla Cop28 sono emersi anche alcuni dati preoccupanti:
il 2023 è stato classificato dagli esperti come l’anno più caldo mai registrato, l’aumento delle temperature ha comportato l’incremento di malattie come colera e malaria, l’inquinamento uccide oltre sette milioni di persone nel mondo ogni anno.
Da quando è iniziato il vertice sul clima a Dubai, in molte grandi città europee si sono svolti raduni e proteste per chiedere un’azione urgente contro il riscaldamento globale.
A Bruxelles domenica 3 dicembre, ventimila persone hanno manifestato per un’azione urgente sul clima, chiedendo di integrare la questione nella presidenza belga dell’Unione europea, che inizierà tra poche settimane.
in copertina Sultano Ahmed Al Jaber, presidente Cop28 Dubai, immagine presa dal web
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