Dalle indagini condotte dai carabinieri emerge un quadro indiziario che coinvolge non solo il primo cittadino ma anche dipendenti comunali ed imprenditori. Lui, primo cittadino di Palma Campania, paese in provincia di Napoli era considerato tra i possibili candidati al ruolo di coordinatore provinciale di Fratelli d'Italia, lo stesso è già vicecommissario provinciale del partito della Meloni.
L'inchiesta che lo ha portato all'arresto congiuntamente a 18 persone è un fulmine a ciel sereno per il partito della Meloni, e dopo il caso Pozzolo c'è il caso Donnarumma.
Agli arresti domiciliari è finito anche un dirigente comunale, l'ingegnere Salvatore Felice Raia, funzionario comunale di Palma Campania, il quale con i suoi servigi avrebbe – secondo l'accusa – aiutato Donnarumma, ma anche se stesso. Divieti di contrattare con la pubblica amministrazione per un anno invece agli imprenditori Antonio Nunziata, Angelo Miranda e Aniello Sorrentino.
Divieti di dimora, infine, per l'architetto Monica Ventura, anche lei funzionario comunale a Palma Campania, Nicola Borrelli, procuratore speciale per conto di una nota catena di supermercati, e Luigia Barone, dipendente di una società coinvolta nelle indagini e ritenuta elemento di collegamento tra la ditta e i dipendenti comunali indagati.
La Procura di Nola procede con le accuse per corruzione, turbativa d'asta, depistaggio, falso in atto pubblico e subappalto non autorizzato.
Il Prefetto di Napoli ha sospeso Nello Donnarumma, sindaco di Palma Campania attualmente agli arresti domiciliari. Il capo della prefettura Michele di Bari fa sapere di aver “accertato la sussistenza a carico del primo cittadino, della causa di sospensione di diritto dalla carica”.
Donnarumma verrà sostituito in tutte le sue funzioni dalla vicesindaco Italia Ferraro, tale procedura è un atto dovuto a garanzia anche dello stesso Donnarumma. Le indagini - ad oggi – hanno portato alla luce un quadro accusatorio tale da far emetteere ai PM della Procura di Nola delle ordinaze di arresti oltre a divieti di dimora.
Appalti pilotati in cambio di favori.
Le procedure d’appalto sarebbero state turbate in modo da predeterminarne l'esito in favore degli imprenditori aggiudicatari, spesso identificati in figure gradite alla componente politica dell'ente locale, che risulterebbe avere esercitato la propria indebita ingerenza verso alcuni dirigenti. Gli elementi acquisiti hanno portato il GIP a contestare molteplici episodi di corruzione: in cambio dell’aggiudicazione di alcuni appalti comunali, i soggetti del Comune indagati avrebbero preso denaro e ottenuto anche altri favori, tra cui un tornaconto di carattere elettorale connesso all'assunzione, da parte degli imprenditori beneficiari dell'appalto, di soggetti segnalati dai pubblici ufficiali.
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2024-01-10 15:22:13
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