Ma chi è Julian Assange?
Fin da giovane è stato programmatore di computer e nel 1995 è stato multato per reati di pirateria informatica da un tribunale australiano, si salvò dalla prigione perché promise di non farlo più.
Nel 2006 fonda il sito web Wikileaks dove afferma di aver pubblicato più di 10 milioni di documenti, inclusi rapporti riservati e secreti relativi a guerre, spionaggio e corruzione. Nel 2010 pubblica un video di un elicottero militare statunitense dove mostra civili uccisi nella capitale irachena Baghdad. Inoltre ha pubblicato migliaia di documenti riservati forniti dall’ex analista dell’intelligence dell’esercito americano, Chelsea Manning. Pubblicando perlopiù documenti secretati sulla guerra in Iraq e Afghanistan dove mostrava l’uccisione di civili innocenti non denunciati durante le varie guerre, la reazione dei vari governi, soprattutto quello americano, non si fanno attendere.
Assange ha sempre accusato Washington di aver sempre ignorato il fatto che tutti quei file denunciavano gravi abusi da parte delle forze armate americane e che il caso contro di lui era politicamente montato ad hoc.
Assange viene arrestato nel 2010 a Londra su un mandato di cattura internazionale per stupro e molestie rilasciato da un tribunale svedese.
Nel maggio 2012 i giudici britannici gli negano l’estradizione in Svezia e così nel 2013 Assange si rifugia nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra dove riceve asilo politico.
Nel 2019 il governo Ecuadoriano gli revoca il diritto d’asilo, sembra per delle denunce fatte da Wikileaks nei confronti del fratello del presidente Moreno riguardo a delle società offshore che aveva aperto. Dopo la revoca scattano le manette ai polsi del giornalista da parte della polizia britannica. Nel gennaio 2021 il tribunale penale di Londra respinge la richiesta di estradizione presentata dagli Stati Uniti per il peggioramento della sua salute mentale; estradizione, però, accolta nel 2022 da Londra. E così si arriva al “Day X”, così denominato perché si deciderà sull’estradizione di Assange. Infatti il 20 e il 21 febbraio di quest’anno c’è stata l’ultima possibilità di far evitare l’estradizione di Julian Assange.
Nella giornata del 21 l’Alta Corte di Londra ha terminato la seconda e conclusiva udienza sull’appello finale della difesa di Julian Assange dalla quale, però, non ha pronunciato nessun verdetto previsto in un’altra data (si presume non prima del 5 marzo). In queste due udienze il giornalista non era presente in aula a causa di una condizione di salute psicofisica sempre più precaria dopo 5 anni di detenzione preventiva, in parte passata in isolamento, nel carcere di massima sicurezza londinese di Belmarsh.
Gli avvocati di Assange, Edward Fitzgerald e Mark Summers, sollevano questioni di merito evocando
“una persecuzione contro la legittimità attività giornalistica”
del loro assistito, il rifiuto di esaminare in precedenti gradi di giudizio nuovi
“elementi di prova concreti”
e le informazioni svelate negli ultimi anni sui piani affidati alla CIA o ad altre agenzie americane ai tempi dell’amministrazione di Donald Trump per un possibile rapimento extra giudiziale di Assange e, in caso estremo, per il suo assassinio. Se ci dovesse essere un “NO” da parte della giurisdizione del Regno Unito, data dal quale passeranno massimo 28 giorni all’estradizione, l’unica strada che potrebbe evitarla è un’istanza sospensiva d’urgenza alla Corte europea dei diritti umani da presentare entro 24 ore.
Alcune note di rilevanza sono nel 2019 da parte del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti il quale ha descritto le fughe di notizie come
“una delle più grande fughe di informazioni riservate nella storia degli Stati Uniti”.
Inoltre, secondo gli avvocati di parte statunitense, la pubblicazione di tutte quelle notizie avrebbe messo tutti i militari e le persone che erano state mandate in Afghanistan e Iraq dal governo Usa a
“rischio di gravi danni, tortura o addirittura morte”.
Qualora arrivasse l’estradizione e negli Stati Uniti venisse condannato, cosa molto probabile, Assange rischierebbe 175 anni di carcere.
A questo punto non sarebbe del tutto strana che subentrasse qualche strana morte o strano suicidio in carcere, cosa molto abituale in determinati casi negli Usa ma non solo.
immagine di copertina di Frank Augstein
LEGGI ANCHE:
– Si sta tentando di riscrivere la storia nel nostro Paese?
– «L’informazione costituisce il pilastro della nostra democrazia»
– Sicilia: terra di interessi, vuoti di memoria e ipocrisia
– Una foto destinata a rimanere nella storia
– Evgenij Prigozhin, è l’ultima morte sospetta in Russia
– Crisi climatica: c’è chi dice che è normale a luglio
– Ulteriore pericolo e attacco a chi fa giornalismo d’inchiesta?