Che l’arte sia una medicina lo si afferma da sempre e non solo in ambienti accademici.
Le opere d’arte sono scrigni di meraviglie che si schiudono davanti ad uno sguardo che voglia lasciarsi trasportare nel mistero della bellezza, nell’enigmatico incanto in cui l’animo riesce a ritrovare la propria umanità e la forza positiva per distillarvi il coraggio di cambiare la vita propria e, con essa quella del mondo intero.
Ma l’arte può essere qualcosa di più. Può divenire denuncia contro l’indifferenza e contro il male che in tanti ambiti divora il pianeta e, dunque, sensibilizzazione verso realtà dolorose che sono sconosciute a tanti.
Arte non è mera produzione né riproduzione di ciò che appare o che si inventa. Arte è attraversare l’apparenza, oltrepassarla. La più grande sfida per un artista sta nell’interpretare il tempo del vivere collettivo per poi impegnarsi nel trasmetterne i contenuti universali.
Aλήθεια è una parola greca il cui significato letterale è «lo stato del non essere nascosto; lo stato dell’essere evidente» e implica anche la sincerità, così come fattualità o realtà. Aletheia è la verità che non si può nascondere, che non si può celare.
E Aλήθεια è la parola che Alice Babolin (Padova, classe ’85) ha voluto che fosse parte del suo nome d’arte. Il percorso di Aliteia nasce da una lunga ricerca introspettiva che l’ha condotta, nel tempo, ad avvicinarsi sempre di più all’arte come veicolo di conoscenza e di trasformazione.
L’artista si presenta nel panorama artistico mediante la sua prima mostra personale alla Fabbrica del Vapore, che ha da subito colto il valore tematico, concettuale ed estetico della sua ricerca. L’artista è dunque una guida poiché l’evoluzione del sé possa essere un processo fattivo e reale affinché si abbia il coraggio di camminare lungo la propria strada che ci rappresenta a fianco delle nostre fragilità e diversità che sono parte della nostra identità. La fragilità trova dunque una nuova narrazione, non più un aspetto da nascondere e per ma la massima manifestazione d'arte in quanto espressione di sé.
The Ballad Tour 2024
L’impegno artistico vede ora Aliteia protagonista di un progetto straordinario: The Ballad of Human Mutations, il tour che fa il suo esordio il 29 febbraio 2024, data scelta in quanto Giornata mondiale delle malattie rare, quelle malattie che affliggono sempre più persone e di cui non c’è un adeguato livello di informazione.
Eppure il numero di malattie rare conosciute e diagnosticate è di circa 10.000 da cui sono affette milioni di persone in Italia e circa 30 milioni in Europa. [Fonte: Eu Commission]
Secondo la rete Orphanet Italia, nel nostro Paese i malati rari sono circa 2 milioni: nel 70% dei casi si tratta di pazienti in età pediatrica.
Dopo il successo della prima esposizione a Milano presso la Fabbrica del Vapore, The Ballad of Human Mutations diventa un progetto itinerante, a cura di Alisia Viola e organizzato in partnership con ACMT-Rete per la Malattia di Charcot-Marie-Tooth. Aliteia porta nell’arte un progetto che tramite la Charcot-Marie-Tooth[1] - la più comune delle neuropatie ereditarie ma al contempo una patologia rara e poco conosciuta – racconta un manifesto di corpi-non-conformi volto a integrare nuovi valori estetistici nella società contemporanea. L'obiettivo del progetto è infatti quello di creare un mito rivoluzionario del diverso e del fragile a partire dal corpo: suscitare uno sguardo nuovo, capace di inglobare ogni forma di fragilità come fonte inesauribile di potenzialità e di autentica bellezza umana.
La prima tappa del progetto itinerante è la storica Villa Fantoni Borromeo a San Giorgio in Brenta (PD) che apre al pubblico dal 2 al 17 marzo. L’esposizione si sposterà nel mese di aprile a Riccione e a Venezia. Nella città romagnola sarà la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea ad ospitare il progetto dal 12 al 19 aprile; all’interno delle sale dell’istituzione liberty verrà creato un percorso immersivo con l’integrazione di nuove opere site-specific. A Venezia il progetto verrà presentato il 16 aprile mediante una performance realizzata in Giudecca e proiettata negli spazi di CREA Cantieri del Contemporaneo durante i giorni dell’opening della Biennale di Venezia. Il tour proseguirà in altre città italiane ed europee che verranno comunicate nel corso dei prossimi mesi.
L’esposizione vede infatti la contaminazione di svariate discipline che comunicano fra loro quali: performance, fotografia, videoarte e scultura. La rassegna indaga la bellezza, l’unicità e la forza di individui con corpi lontani dai modelli sia classici che contemporanei, mettendo a nudo le loro non-perfezioni, che sono maggiormente evidenti nelle deformità di mani e piedi, tipiche della Charcot-Marie-Tooth.
Aliteia è riuscita nel suo intento primario di immortalare i turbamenti di tutte le persone coinvolte e fotografate nel corso del cerchio, pratica performativa dell’artista, la quale guida i presenti verso l’accettazione e il raggiungimento della massima espressione di sé stessi.
Le opere diventano dunque la testimonianza di come ognuno possa avere il coraggio di superare la propria vergona e vivere per quello che davvero si è senza nascondersi. Allo stesso tempo, l’artista è riuscita a creare mediante la pratica performativa un clima straordinario dove sentirsi pienamente liberi, mostrando il proprio mondo interiore ed esteriore senza confini e senza paura del pregiudizio.
The Ballad diventa così un incubatore di sogni, speranze, libertà e bellezza dell’essere se stessi nella propria autentica natura. Un racconto corale attraverso un’intensa partecipazione attiva da parte di persone che hanno permesso di farsi fotografare e di mettere a nudo parti del corpo soggette a questa malattia estremamente complessa e talvolta evidente.
Attraverso il medium fotografico, scultoreo, video e performativo, Aliteia apre una visione inedita della fragilità, intesa come la via per essere sé stessi e come l’autentica e inconfutabile bellezza del singolo individuo e del mondo.
(foto di Elena Andreato)
[1] ACMT-Rete per la malattia di Charcot-Marie-Tooth OdV è l’associazione formata da persone affette da Charcot-Marie-Tooth o CMT e chi li sostiene. Nata nel 2001, è il punto di riferimento in Italia per (in)formazione, supporto ai pazienti, ricerca e aumento della consapevolezza di questa malattia. La CMT è la neuropatia ereditaria rara più frequente. Colpisce i nervi del sistema nervoso periferico, che veicolano gli impulsi motori e la sensibilità. A seconda del tipo di geni interessati (che differiscono nelle varie forme di CMT), viene progressivamente compromessa la funzione motoria, sensitiva e/o i riflessi. Partendo dai nervi più periferici del nostro corpo e progredendo nel corso del tempo, la malattia causa debolezza, perdita di sensibilità, e/o capacità di controllo dei movimenti inizialmente ai piedi e alla parte distale degli arti inferiori e successivamente, alle mani. L’esordio clinico può verificarsi precocemente, nell’infanzia o nella fanciullezza, o più raramente, in età adulta.
Il risultato della mutazione genetica alla base della CMT è, dunque, l’alterazione del delicato equilibrio di forze tra muscoli e tendini di mani e gambe, che spesso causa la deformità di mani e piedi, sintomo caratteristico di questa malattia poco conosciuta.
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2024-02-28 18:30:58
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