Il parere favorevole arriva quando mancano pochi minuti alla mezzanotte e qualche giorno fa vengono approvate in Commissione Vigilanza Rai le nuove regole sulla par condicio in vista delle elezioni europee, con la maggioranza a favore e con il voto contrario di tutte le opposizioni.
L’emendamento approvato prevede che
“i programmi di approfondimento informativo”
e l’applicazione della par condicio
“faccia in ogni caso salvo il principio e la necessità di garantire ai cittadini il diritto a una puntuale informazione sulle attività istituzionali e governative”.
Viene, inoltre, approvato un emendamento secondo cui le dirette dei comizi elettorali devono essere preceduti da una sigla per distinguerli dalle edizione dei tg.
Viene pure approvato un altro emendamento, con il voto favorevole pure delle opposizioni, che riguarda
“i rappresentanti di informazione”, e quindi i telegiornali, dove “i rappresentanti delle istituzioni partecipano secondo le regole stabilite dalla legge n. 28 del 2000 e n. 515 del 1993 per tutti i candidati e gli esponenti politici, salvo intervengano su materie inerenti all’esclusivo esercizio delle funzioni istituzionali svolte”.
Per spiegarla in parole semplici il governo di turno ha a disposizione tutto il tempo che vuole e farsi una sorta di campagna elettorale perenne, sotto la scusa di parlare di temi istituzionali. L’importante è il non vestirsi da rappresentante di partito bensì da carica istituzionale e senza avere un diritto di contraddittorio.
Inizia l’attacco da tutte le opposizioni e da tutti i rappresentanti dei giornalisti. Ma alcuni dei più forti attacchi avviene dall’USIGRai (Unione Sindacale Giornalisti Rai) con ben 3 comunicati.
“La maggioranza di governo ha deciso di trasformare la Rai nel proprio megafono. Lo ha fatto attraverso la Commissione di Vigilanza che ha approvato una norma che consente ai rappresentanti del governo di parlare nei talk show senza vincoli di tempo e senza contraddittorio. Non solo, Rainews24 potrà trasmettere integralmente i comizi politici, senza alcuna mediazione giornalistica, preceduti solamente da una sigla. Questa non è la nostra idea di servizio pubblico, dove al centro c’è il lavoro delle giornaliste e dei giornalisti che fanno domande (anche scomode), verificano quanto viene detto, fanno notare incongruenze. Per questo gentili telespettatori vi informiamo che siamo pronti a mobilitarci per garantire a voi un’informazione indipendente, equilibrata e plurale”.
“Gli emendamenti al regolamento AGCOM sulla par condicio per garantire maggiore spazio ai partiti di maggioranza, facendo passare i loro interventi come comunicazione istituzionale, oltre a dare la possibilità di far trasmettere a Rainews i comizi dei leader politici per le elezioni, sono in assoluto contrasto con il ruolo imparziale dell’informazione.
Così come ci sembra assurdo che qualcuno non condivida la posizione di Agcom che prevede, in tema di par condicio, un peso specifico diverso per ciascuna edizione in termini di ascolti. Questa maggioranza di governo vorrebbe far passare il concetto che un’edizione in prima serata abbia lo stesso valore di una a tarda notte o all’alba.
Non si può usare l’informazione della Rai per la propaganda elettorale senza alcuna mediazione giornalistica, ed è da rispedire al mittente anche l’ipotesi di introdurre una par condicio di natura politica tra i giornalisti.
L’USIGRai dice no ad ogni condizionamento da parte della politica e rivendica l’indipendenza dell’informazione del servizio pubblico.
Esecutivo USIGRai”
“Il servizio pubblico ridotto a megafono del Governo. Ministri e sottosegretari non avranno alcun vincolo di tempo nei programmi e potranno dire ciò che vorranno purché riferito all’attività istituzionale.
Con la norma approvata dalla maggioranza di governo in commissione di Vigilanza, nei programmi di approfondimento giornalistico della Rai, si ritorna all’Istituto Luce. Ai soli rappresentanti del governo sarà garantita una puntuale informazione sulle attività istituzionali governative. Tutto questo alla vigilia del voto per le Europee. Non solo viene aggirata la par condicio, ma anche il contraddittorio con l’opposizione.
Questo vale anche per la norma che consentirà a Rainews di trasmettere integralmente i comizi politici, preceduti da una sigla e senza mediazione giornalistica. Cosa che peraltro in questi mesi il direttore di Rainews (lo stesso che sul palco di Fratelli d’Italia parlava di “noi” e “loro”) ha regolarmente imposto alla redazione per i comizi della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni (senza alcuna sigla).
Esecutivo USIGRai”
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