Domenica 23 e lunedì 24 si è votato per i ballottaggi in 105 i comuni, tra cui 14 capoluoghi, chiamati al voto per i ballottaggi delle elezioni comunali 2024. I comuni nelle regioni a statuto ordinario sono 101, uno è alle urne in Sardegna e tre in Sicilia.
Il centrosinistra vince nei sei capoluoghi di Regione al voto. In totale il voto ha riguardato oltre 3.700 Comuni. Dopo Cagliari passato al centrosinistra al primo turno, si sono aggiunti: a Firenze (Sara Funaro), a Bari (Vito Lecciso), a Perugia (Vittoria Ferdinandi), a Campobasso (Marialuisa Forte) e a Potenza (Vincenzo Telesca). Contando anche la vittoria al primo turno di Massimo Zedda a Cagliari, conquista così tutti i sei capoluoghi di regione. Il centrosinistra si impone anche a Cremona con Andrea Virgilio. Il centrodestra ottiene invece Lecce con Adriana Poli Bortone, a Rovigo con Valeria Cittadin, a Caltanissetta con Walter Calogero Tesauro, a Vercelli con Roberto Scheda e a Urbino con Maurizio Gambini. L’affluenza si è fermata al 47%, contro il 53,21% registrato al primo turno. Un altro dato importante sono le elezioni di sindaci donne: ben 6 su 14, infatti, sono le prime cittadine che guideranno altrettante città nei capoluoghi in cui si è andati al turno di ballottaggio. Si tratta di Sara Funaro a Firenze, Vittoria Fernandi a Perugia, Adriana Poli Bortone a Lecce, Maria Luisa Forte a Campobasso, Laura Nargi ad Avellino e Valeria Cittadin a Rovigo.
Ed è in queste condizione che interviene a gambe tese il Presidente del Senato Ignazio La Russa facendo pubblicare, addirittura sul sito ufficiale del Senato, un comunicato:
“Al di là dei risultati del secondo turno delle elezioni amministrative, di chi ha vinto e di chi ha perso, emerge un dato che deve far riflettere: il doppio turno non è salvifico e anzi incrementa l’astensione. Dal 62,83% del primo turno, in questa tornata elettorale si è scesi molto sotto il 50% e cioè al 47,71%. In qualche caso, si viene eletti con solo il 20% dei voti degli aventi diritto.
A volte, viene addirittura eletto chi ha meno voti assoluti di quanti ne ha avuti l’avversario al primo turno. Inaccettabile. Occorre ripensare a una legge elettorale per le amministrative, magari seguendo l’esempio del doppio turno siciliano o inserendo idonei correttivi per evitare storture come queste e incrementare la partecipazione.”
E dopo queste pesanti dichiarazioni inizia il botta e risposta tra il Presidente del Senato e la Segretaria del Pd, Elly Schlein:
“Non è che quando si perde si aboliscono le elezioni, non si scappa con il pallone in mano, a differenza di quello che ha detto il presidente del Senato. Non è colpa degli elettori se la destra ha perso, è colpa loro.
Noi non ci stiamo, e troviamo grave e sconveniente che la seconda carica dello stato parli di cambiare le regole a pochi minuti dalla sconfitta, manca il senso delle istituzioni”.
Arriva, tramite un’intervista al Corriere della Sera, la risposta del Presidente La Russa:
“Mi ha stupito, ha detto addirittura che voglio abolire le elezioni. Dovrebbe scusarsi. O le hanno riferito male, o non ha letto bene, o mente sapendo di mentire Per me il giorno del voto è il più bello, la vera festa della democrazia. La dichiarazione di Schlein pare quasi eversiva. Inventando, ha accusato il presidente del Senato di voler abolire le elezioni”.
Questa è l’ennesima dimostrazione di come questo governo di estrema destra vuole cambiare le carte in tavola, quando queste non sono a loro favore.
immagine di copertina presa dal sito del Senato