Mercoledì 26 giugno c’è stato l’incidente probatorio a porte chiuse davanti il Gip di Caltanissetta del collaboratore Maurizio Avola per decidere se archiviare o no l’inchiesta sulle sue dichiarazioni.
“Ho commesso degli omicidi fuori dalla Sicilia per conto dei servizi segreti prima di essere arrestato, ma non ne posso parlare perché rischio di scomparire dalla sera alla mattina”.
Oltre a questo parla dell’omicidio De Pedis:
“Fu ucciso con un colpo di pistola da Aldo Ercolano”.
Sarebbero queste le nuove rivelazioni fatte dal collaboratore Avola, a tratti credibile nel corso degli anni. Addirittura dopo 26 anni di collaborazione, nel 2020, si è autoaccusato della strage di Via d’Amelio.
Altro strano caso è un probabile furto alla casa del legale di Avola, Ugo Colonna, conosciuto tramite le sue dichiarazioni alla stampa nella notte tra il 30 e il 31 maggio. Infatti, secondo quanto riportato dall’agenzia LaPresse, durante il furto sarebbe stato trafugato il computer personale, dove erano contenute atti inchiesta legate anche al pentito, di Ugo Colonna da un uomo con un cappellino, mascherina chirurgica e torcia in mano.
Una figura controversa, però, quella del collaboratore di giustizia Maurizio Avola, sicario del clan catanese Santapaola–Ercolano, che aveva già rivelato (non creduto dalla procura di Caltanissetta) la sua partecipazione all’attentato di via D’Amelio.
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