Un’inchiesta, partita nel 2020 dalla procura di La Spezia e poi trasferita a Genova, si è concentrata inizialmente sull’intreccio tra finanziamenti elettorali e concessioni portuali (l’ipotesi di reato iniziale era finanziamento illecito).
Questa inchiesta sfocia il 7 maggio 2024, quando è arrivata la retata che ha portato agli arresti domiciliari, tra gli altri, il presidente della regione Liguria Giovanni Toti, il suo capo di gabinetto Matteo Cozzani e l’imprenditore Aldo Spinelli.
Per il governatore Toti l’accusa principale è corruzione e gli viene applicata una misura cautelare ai domiciliari. Per mesi vengono richieste le dimissioni ma queste arrivano il 26 luglio. Viene portato a galla un giro di mazzette e corruzioni che sconvolgono la Liguria e il panorama politico italiano. Fin dall’inizio si è gridato subito allo scandalo, addirittura pure dalla Premier Meloni, e tutti erano sicuri, compreso l’ex governatore, di dimostrare la loro innocenza. Non mancano gli attacchi alla “magistratura comunista” o la “magistratura ad orologeria”.
Ma adesso cosa è successo? Mano a mano, iniziando da Toti passando da Spinelli e altri indagati, stanno chiedendo il patteggiamento: un accordo con la procura per una pena di due anni e un mese che l’ex governatore sconterà attraverso 1.500 ore di lavori socialmente utili. I pm hanno accettato la proporta, adesso spetta al giudice la decisione finale. A Toti – che, ricordiamo, ha patteggiato i reati di corruzione impropria e finanziamento illecito – secondo l’accordo saranno confiscati 84.100 euro ed è prevista anche l’interdizione temporanea dai pubblici uffici e l’incapacità di contrattare con le pubbliche amministrazioni per i due anni e un mese della pena. Ma ricordiamo prima cosa è il patteggiamento:
il patteggiamento è un contratto deciso tra accusa e difesa che chiude senza processo la vicenda penale. Serve ed è utile tanto all’imputato che all’accusa sotto il profilo soprattutto dell’economia processuale. Quindi si ammette la colpa e si fanno risparmiare soldi e tempo alla macchina pubblica.
E qui la domanda sorge spontanea: ma non doveva dimostrare la sua innocenza? La colpa non era della della magistratura comunista e ad orologeria?
È abbastanza comune, ormai, che qualsiasi governo abbiamo, però bisogna dirlo che questi attacchi vengono soprattutto dai governi di centro-destra e destra-destra, attacca sempre in qualche modo chiunque tenta di far rispettare la legge.
“Io mi ritengo innocente perché ho agito per l’interesse pubblico”
ha dichiarato l’ex governatore Toti al Corriere della Sera. Ma come? Si ritiene innocente e patteggia?
Vedremo se da adesso gli italiani e la classe politica riesce ad aprire gli occhi.