Prossimo appuntamento in Canada nel 2025. I paesi più industrializzati (Italia, Stati Uniti, Canada, Giappone, Francia, Germania, Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, insieme a nove paesi dell’Africa) si sono impegnati a rendere l’agricoltura e i sistemi alimentari più produttivi, resilienti e sostenibili, per migliorare la sicurezza alimentare e la nutrizione, sottolineando che
«l’agricoltura e i sistemi alimentari sostenibili – si legge nel documento – possono contribuire ad affrontare i cambiamenti climatici e ad arrestare e invertire la perdita di biodiversità, alla prosperità e all’integrazione economica globale e a rivitalizzare le comunità rurali e di pescatori».
Qui terminano le belle parole, che comunque, sarà possibile continuare a leggere all’interno del documento integrale che pubblicheremo a seguito di questo articolo.
Tanti i temi che non sono stati affrontati dai “sette grandi” dell’agricoltura mondiale, intanto vorremmo partire dalle affermazioni fatte dall’attuale Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, Pichetto Fratin, il quale non ha perso tempo ad affermare che
il fotovoltaico e l’eolico non ci permettono di raggiungere gli obbiettivi di domanda di energia elettrica. Parlo di energia complessiva, misurabile sull’energia elettrica che dobbiamo avere. E’ un punto di equilibrio: naturalmente in questo momento l’Italia sta seguendo il tema sotto l’aspetto della ricerca e della sperimentazione perché non sono ancora prodotti quelli che vengono definiti i “piccoli reattori”. Però dobbiamo essere pronti a questa opportunità. Un’opportunità che io
<ricorda Pichetto Fratin – nel piano nazionale integrato Energia Clima, ho previsto nel prossimo decennio, dal 2030 al 2040. Il nucleare è un’energia pulita, un’energia che non fa emissioni. Portare il nucleare in un paese che invece attualmente utilizza fossili in grande quantità credo – conclude Pichetto Fratin – che sia un grande passaggio>>.
Mah, in merito a quanto dichiarato dall’attuale ministro dell’ambiente, basterà ricordare che soprattutto all’indomani del primo referendum contro il nucleare del 1987, vinto dalle associazioni ambientaliste e dai partiti politici che si schierarono contro il nucleare forti del sostegno popolare, non venne fatto nulla da parte dei governi che si sono succeduti fino al successivo referendum del 2011, vinto anche questo dalle appena menzionate associazioni e forze politiche perché il nucleare venisse abbandonato definitivamente a tutto vantaggio delle energie alternative al carbone ed al petrolio, che ancora vengono usate in quantità maggiori rispetto ad eolico e/o fotovoltaico e solare.
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