Walter Cordopatri fondatore e direttore generale della Scuola di Recitazione della Calabria. Quest’anno, avete messo a disposizione la sede di Cittanova per la III Edizione del Premio Nazionale Lea Garofalo, evento realizzato dall’associazione Dioghenes APS. Innanzitutto vorrei chiederle l’importanza della realizzazione del Premio in una regione come la Calabria, terra di ‘ndrangheta?
Questi eventi sono necessari perché non bisogna mai smettere di sensibilizzare e soprattutto di educare la nostra società “italiana” e non solo calabrese. Purtroppo ormai è un cancro che va affrontato e va fatta assolutamente una forma di prevenzione, appunto come un cancro, per essere affrontata e distrutta. Quindi io la vedo sempre così. È necessario un premio in quanto poi si possono coinvolgere tante forme di terapia di prevenzione come l’arte, la cultura, la bellezza, la giustizia, ogni forma etica che possa in qualche modo esaltare la libertà, i diritti, la giustizia e ogni nostro diritto per poterlo esaltare. Io credo sia necessario un premio che sia fatto in ogni regione e poi anche nella nostra terra che ha tanto bisogno di arte, bellezza e cultura per affrontare questi cancri che sono deleteri alla nostra società.
Cosa significa adesso rivolgersi alla popolazione calabrese nell’affrontare queste dinamiche?
Come già detto a punto l’arte, la bellezza, la cultura, l’educazione a queste discipline sono una forma di denuncia, prevenzione, terapia di lotta nei confronti della criminalità, della ‘ndrangheta e di tutte queste problematiche che possono assolutamente sorgere in un territorio o in una società come la nostra. Noi ci occupiamo di questo di creare della bellezza attraverso la formazione artistica e nello specifico teatrale e cinematografica.
Da sempre il cinema e il teatro hanno affrontato questa tematica della criminalità all’interno di una società e devo dire che ha sempre dato un supporto straordinario. Vogliamo continuare a farlo. La Scuola di Recitazione della Calabria ha sempre difeso i diritti dell’uomo, della donna, dell’uguaglianza e tutto ciò che ha a che fare, a punto, con la bellezza, con il senso civico. Quindi come i grandi maestri ci hanno insegnato, mi riferisco a registi come Petri, Lizzani, Gian Maria Volontè come attore, hanno sempre affrontato la loro vita con un senso civico da utilizzare sotto forma del proprio lavoro artistico.
Quindi io penso che un’artista possa e debba assolutamente dare il suo contributo civico, sociale, culturale, umano nei confronti di una società anche per sentirsi utile, per sentirsi necessario, parola che vorrei utilizzare spesso in questo evento, in questo premio: la parola necessario. Quindi anche noi, nel nostro piccolo, cercheremo di essere necessari al premio, necessari a questo territorio, necessari nei confronti soprattutto dei giovani che hanno l’emergenza, la necessità di vivere di bellezza e di cultura.
Il luogo che state mettendo a disposizione del Premio è l’ex carcere trasformandolo da luogo di reclusione in luogo di inclusione e liberazione. Cosa significa svolgere iniziative contro la mafia proprio in quel posto?
Il nostro luogo è un ex carcere del 1800. È stato poi inaugurato con nuove migliorie nel 1904 ed è un luogo per noi straordinario, fondamentale in quanto proprio tutto quello che ho detto prima fa parte di una trasformazione, di una rivoluzione che in qualche modo ci auspichiamo di fare con questa location così originale e che ha vissuto tantissimi anni di sconforto, di tantissime esperienze negative e di reclusione in un luogo, invece, di inclusione, bellezza, libertà, arte e colori abbattendo le inferrate e facendo uscire tutta la fantasia e la creatività che adesso c’è tra i corridoi, tra le aule. Basti pensare che lì dove c’era una cella c’è una sala di recitazione, lì dove c’era l’ora d’aria adesso c’è un teatro, lì dov’era una sala colloqui adesso è una sala di lettura piena di libri.
Questo per noi è fondamentale.
Quindi vedere per noi questo ex carcere pieno di bambini, ragazzi e professionisti dell’arte e della cultura è qualcosa che ci teniamo stretto e vogliamo far trasmettere anche come messaggio. Ci piace molto anzi invitiamo tutti a venire a visitare questa nostra meravigliosa sede.
Cosa si aspetta da questo Premio?
Da questo premio mi aspetto tanta risposta negli occhi e nelle anime delle persone. Speriamo di riuscire a diffondere tanta forza, a trasmettere tanti valori straordinari, tanta bellezza, tanta energia positiva e che possa scaldare anima e cuori perché di questo abbiamo bisogno. Abbiamo bisogno di forza. Io dico sempre che non c’è bisogno di fare cattedre o di fare fiumi di parole statiche ma dobbiamo compiere azioni e quindi cercare di incidere nei cuori dei giovani soprattutto, perché sono il futuro.
Non vogliono che siano frasi fatte ma da questo premio mi aspetto questo: arrivare il più possibile ai giovani, a più ragazzi e ragazze possibili per far capire loro che quello che c’è stato di negativo si può assolutamente sconfiggere. Quindi premi come questo sicuramente devono dare tanta forza e tanta energia per un domani migliore. Vi ringrazio a nome della Scuola di recitazione della Calabria e non vediamo l’ora di partecipare a questo premio al quale daremo il nostro contributo. Buon premio a tutti che possa essere davvero un’occasione di stare insieme e per cercare in tutti i modi di compiere un’azione importante per il domani.
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