Sonia Alfano, dal 7 novembre è alla guida del Dipartimento Legalità all’interno del partito Azione. Perché si è sentita la necessità di creare questo dipartimento? Inoltre siamo in un periodo storico in cui in politica di lotta alle mafie se ne parla poco e quasi niente come se all’improvviso sono sparite o, comunque, non siano più un problema. E’ così?
Azione, con in testa Calenda, ha reputato di fondamentale importanza istituire il Dipartimento Legalità e strutturarlo sul territorio italiano in modo tale da diventare non soltanto un punto di riferimento per tutti i cittadini onesti, che credono nella legalità e che nel tempo ne hanno fatto una missione di vita. Ma nasce l’esigenza perché ormai è chiaro e palese che nessun partito, nessun movimento reputi fondamentale inserire nella propria agenda politica la lotta e il contrasto alle mafie. Azione invece crede fortemente in questa possibilità e lo crede, soprattutto, perché ha già da tempo preso consapevolezza di quanto sia importante il contrasto alle mafie per poter rendere legale qualsiasi forma di crescita sul territorio, dagli appalti ai concorsi a qualsiasi attività che deve avvenire per meritocrazia e secondo un rispetto delle regole e che invece viene, troppo spesso, viziato e mascherato da attività illecite e tutto questo, purtroppo, blocca la crescita sui nostri territori. L’utilizzo, ad esempio, distorto e deviato di fondi che arrivano direttamente dall’Europa non fa altro che fermare ancora una volta la possibilità di far crescere i nostri territori. Tutto questo, però, accade perché c’è forte commistione tra mafie e politica deviata e malata.
Ecco perché Azione si è posta questo obiettivo e vuole raggiungerlo attraverso il contatto costante, un’azione coordinata con il mondo della scuola, mondo della cultura, il mondo dell’istruzione, il mondo dell’impresa e quindi quello sulla crescita dei territori. Si vuole raggiungere questo obiettivo dialogando con le realtà diventando un punto di riferimento organizzando seminari, corsi di formazione e incontri aperti alla cittadinanza nell’ambito dei quali si fanno nomi e cognomi e dove si ha la possibilità di mettere a conoscenza i cittadini che sul loro territorio opera un determinato clan piuttosto che un altro. Quindi è questo l’obiettivo che Azione e il Dipartimento Legalità si pongono.
Sicuramente la scelta fatta da Calenda e dal Comitato Direttivo non è casuale. La sua storia politica è nota e questa nomina porta avanti l’esperienza già avuta, da Presidente della Commissione Antimafia Europea. Inoltre pure con la storia di suo padre, Beppe Alfano giornalista ucciso da cosa nostra, fa capire quale sia l’intenzione del partito. Che obiettivi vi ponete con questo dipartimento e quali saranno le prossime mosse che saranno messe in campo?
La scelta è ricaduta su di me perché da quando sono entrata nel partito, quindi da un anno, ho cercato di porre come priorità la lotta alle mafie, la lotta alla corruzione mettendo in evidenza quanto la mancata lotta possa essere nelle condizioni di bloccare lo sviluppo. Sicuramente la mia storia personale ha inciso e incide tantissimo, questo è indubbio. A noi non interessa sapere il perché del quale altri partiti e altri movimenti non vogliono affrontare questi argomenti.
Lo vogliamo fare noi e cerchiamo di trascinare anche gli altri e di fare in modo che possa tornare come priorità la lotta alle mafie anche nelle agende di altri partiti. Una delle cose che stiamo già pianificando è il prossimo 10 dicembre un evento a Lecco aperto a tutta la cittadinanza, dove speriamo sia presente come ospite il Testimone di Giustizia Gennaro Ciliberto. L’obiettivo è quello di far conoscere, alla cittadinanza e alle associazioni che operano sui territori di questi aspetti, delle storie vere che vanno oltre gli schemi, delle storie di lotta alla mafia e soprattutto far capire quanto bisogno c’è oggi, non soltanto di creare una rete di conoscenze e di contatti che possa fornire grande sostegno, ma soprattutto far capire che oggi dobbiamo essere noi a chiedere a gran voce alla politica di occuparsi di questi aspetti.
Avete già una linea da seguire e magari, attraverso i vostri rappresentanti in Camera e Senato, qualcosa da proporre in maniera concreta?
Una delle priorità che proprio la scorsa settimana ho sottoposto agli organismi del mio partito, quindi ai colleghi di Camera e Senato, è stato la possibilità di inserire, attraverso una proposta di legge, l’introduzione di un reato che si sposi meglio con l’idea di apologia della mafia. Quello che è successo con ciò che ha scritto il figlio di Riina qualche giorno fa spiega benissimo. Il figlio di Riina ricorda su Facebook l’anniversario di morte del padre e piovono oltre mille like e oltre 900 messaggi di sostegno e ammirazione nei confronti di Riina, che ricordiamo è un criminale morto da stragista e mafioso per aver deciso la morte di centinaia e centinaia di persone innocenti. Ecco noi non possiamo permettere nel 2024 che in Italia, dopo che sono stati versati migliaia di litri di sangue innocente, accada questo.
Quindi dobbiamo inserire un reato che sia più prossimo a questa idea. Un altro aspetto su cui mi sto concentrando con il Dipartimento Legalità è fare in modo che vengano vietate l’utilizzo di parole e frasi che inneggiano alla violenza di genere, sulle donne, all’utilizzo di droghe e di armi nelle canzoni. Quindi è qualcosa che andrebbe a toccare sicuramente degli interessi molto forti nel mondo della musica e della discografia. Questi sono soltanto alcuni degli appunti che stiamo riprendendo e ribaltando sul tavolo della politica seria e ci auguriamo che possano esserci altri spunti e consigli da parte di persone che seguono e che credano che Azione possa diventare un punto di riferimento per i familiari delle vittime innocenti delle mafie, per i Testimoni di Giustizia e per tutti coloro i quali credono che attraverso un’azione di legalità e condivisa si possa far crescere questo paese.