Vanno e vengono, si fermano o fuggono via velocemente. Faber così descriveva le nuvole. Possono scomparire subito le nuvole e possono sparire velocemente le onde. Quelle del mare e, ancor di più, quelle delle coscienze ed emotive. Ha destato scalpore, rabbia, indignazione, per alcuni giorni la profanazione della tomba di Jois Pedone a Vasto. Ma passati alcuni giorni, come le nuvole dopo la tempesta, come le onde quando la mareggiata si ritira, è rimasto ben poco.
L’emotività e il clamore del momento possono essere importanti, sono indice di una società per fortuna non ancora del tutto assuefatta. Ma non bastano. La profanazione della tomba del ragazzo trovato morto a Punta Penna, indagini archiviate come suicidio anche se la famiglia continua a documentare e lottare perché Jois Pedone non può essersi suicidato, non può rimanere alle nuvole e alle onde. Ci sono tanti, troppi, interrogativi che devono trovare risposte. Per avere giustizia e verità sulla morte di un ragazzo, per rispetto del dolore e dell’amore di una famiglia. E perché queste domande devono interrogare tutti, tutta la società e le sue componenti, ci raccontano (o meglio dovrebbero) le dinamiche e i fatti di Vasto e non solo. Domande che scaturiscono da quanto documentato, e pubblicamente denunciato, dalla famiglia e dalla redazione di “Chi l’ha visto?”. Famiglia che, già due anni fa, si era rivolta all’associazione Penelope che continua a seguire costantemente la vicenda, ad impegnarsi accanto alla famiglia e a dargli tutto il supporto possibile grazie soprattutto alla vicepresidente di Penelope Abruzzo, l’avvocata Federica Benguardato.
Cosa rappresentava la Z marchiata sul collo di Jois Pedone? Cosa simboleggia? Perché il ragazzo aveva quel simbolo? Chi l’ha inciso?
Chi era la “sacerdotessa”? Come e perché Jois Pedone ci era entrato in contatto? Quanti altri ragazzi sono entrati in contatto con lei? È di Vasto, è del territorio o è di altro luogo d’Italia? Perché e cosa implicava il “patto di sangue”?
Jois Pedone era entrato in contatto con una setta, si era imbattuto nel satanismo organizzato. Come? Dove? Quante altre persone a Vasto e dintorni ci sono entrati in contatto? Come opera e cosa realizza questa setta? Come lega le persone, cosa modifica nelle loro vite e cosa obbliga a fare? È una sola o sono più di una? Locali o da altri territori con contatti e ramificazioni a Vasto e dintorni?
Dopo l’archiviazione delle indagini, disposte dal gip del Tribunale di Vasto Anna Rosa Capuozzo, la famiglia è tornata pubblicamente a ribadire la propria certezza che Jois Pedone non può essersi suicidato. E che continuerà a battersi per avere verità e giustizia. È notizia delle settimane successive che la redazione di “Chi l’ha visto?” continua ad interessarsi alla vicenda e che la famiglia ha contattato la redazione della trasmissione “Quarto Grado”. Pochi giorni dopo è stata vandalizzata la tomba di Jois Pedone, danneggiata pesantemente e in una maniera che certo non può essere opera di un vandalo del momento. Appare uno sfregio compiuto in maniera organizzata, con tecniche precise. Perché? Chi ha compiuto questo crimine? Chi gli esecutori e chi i mandanti? A chi dà fastidio che si parli di Jois Pedone e che si continui a ribadire la certezza che non si è suicidato? Chi vuol cercare di intimidire, ma non ci riuscirà come già ribadito pubblicamente, la famiglia? Chi vuol far tacere tutto? Perché? Sono gli stessi che due anni fa minacciarono la famiglia? Sono i “satanisti” con cui Jois Pedone è entrato in contatto?
A tutte queste domande si aggiungono quelle su cosa accaduto quella notte. Quale motivo, reale, ha spinto Jois Pedone a recarsi a Punta Penna a quell’ora? Con chi? Per cosa? E come poteva un ragazzo da solo legarsi la zavorra alla caviglia? E come poteva legarsi un grosso zaino se il tassista che l’ha portato a Punta Penna sostiene che non ne aveva con sé? Chi ha partecipato al falò sulla spiaggia di Punta Penna di cui sono state trovate tracce? La Z fu marchiata quella notte? A simboleggiare cosa? Perché quel falò quella notte e a cosa e chi è legato?
Questi sono solo alcuni interrogativi dei tanti sulla morte di Jois Pedone e, di riflesso, sulla presenza di sette, esoterismo e satanismo, a Vasto. Domande inquietanti che partono da Jois Pedone ma portano ad uno spaccato più ampio, a cosa potrebbe essere accaduto (ma è solo passato?) nel ventre oscuro di questo lembo d’Abruzzo e sulle sue conseguenze.