Nel sole caldo del Sud, tra ulivi e colline,
giace un cuore antico, che il tempo non incline.
Terra di miti, di canti e sudori,
che porta nel petto millenni di amori.
Il mare racconta di partenze lontane,
di sogni spezzati da catene umane.
Ma il vento sussurra tra i campi dorati:
“Non tutto è perduto, i cuori son alati.”
Le mani di un popolo scavano il suolo,
ma il frutto promesso sfugge al controllo.
Dal Nord giunge l’ombra, un eco di opulenza,
mentre qui si combatte con l’indifferenza.
Eppure il Sud splende di forza e di orgoglio,
nel viso rugoso di chi tiene il foglio
della propria cultura, del proprio destino,
custode di un canto che sfida il divino.
Ma il nodo non sciolto divide il cammino,
tra chi resta e chi parte, cercando un vicino.
E la questione rimane sospesa nel tempo,
un grido sommesso portato dal vento.
Chiediamoci allora, con cuore sincero,
se il divario è destino o un passo leggero.
Perché il Sud risorge, nel suo eterno valore,
e nel pianto di ieri germoglia un fiore.