Una volta, per portare migliaia di persone in una località sciistica servivano pubblicità mirate, pacchetti viaggio allettanti e magari qualche testimonial famoso. Oggi basta un TikTok. E se quel TikTok lo fa Rita De Crescenzo, la regina partenopea del social, con i suoi milioni di follower, l’effetto valanga è garantito. Solo che la neve non c’entra: il vero caos è quello che ha travolto Roccaraso negli ultimi giorni, trasformandolo da elegante meta sciistica a teatro di una surreale battaglia tra social, istituzioni e decoro urbano.
Tutto è iniziato con un semplice video di Rita De Crescenzo, che in pochi secondi, tra un balletto e un’esclamazione in dialetto, ha lanciato l’idea: “Venite a Roccaraso, guagliù!”. Un invito innocente? Forse. Ma nel mondo iperconnesso di oggi, un video virale può trasformarsi in un richiamo irresistibile per migliaia di persone.
Risultato: più di 260 autobus e oltre 10.000 persone, perlopiù giovani e famiglie napoletane, hanno letteralmente invaso Roccaraso, paralizzando il traffico, riempiendo ogni angolo della cittadina e lasciando dietro di sé rifiuti, schiamazzi e una scia di polemiche. Il sindaco Francesco Di Donato ha subito preso provvedimenti, limitando il numero di pullman ammessi e istituendo un sistema di prenotazione online per regolamentare l’accesso nei weekend.
Ma non finisce qui. Perché se da un lato c’era chi si godeva una giornata sulla neve, dall’altro il tiktoker Anthony Sansone ha deciso di sollevare una polemica contro le restrizioni imposte dal sindaco. Secondo lui, le misure penalizzano soprattutto i napoletani, trasformando quella che doveva essere una giornata di svago in una questione di discriminazione. A quel punto, l’eco social ha fatto il resto: dirette infuocate, commenti al vetriolo e, ovviamente, l’intervento del ministro Borrelli, che si è detto “preoccupato” per l’accaduto e ha chiesto chiarimenti sulle nuove regole d’accesso.
E qui la questione si fa interessante: quanto potere hanno realmente i social media nel modellare il nostro comportamento? E quando un influencer diventa più persuasivo di un’amministrazione comunale, chi detta davvero le regole?
Roccaraso non è che l’ennesimo esempio di un fenomeno ormai fuori controllo: le folle digitali. La capacità di un singolo video di mobilitare migliaia di persone, senza alcun piano logistico, senza alcuna previsione delle conseguenze, è qualcosa che dovrebbe far riflettere. TikTok, Instagram e gli altri social sono diventati strumenti di potere, capaci di creare e distruggere in pochi istanti.
Ma c’è di più, il caso Roccaraso non riguarda solo la follia di un giorno. Riguarda anche il modo in cui le nuove generazioni percepiscono il divertimento. Sempre più ragazzi vivono esperienze non per il piacere di farle, ma per raccontarle online. La domanda non è più “Mi piace sciare?”, ma “Questo video farà visualizzazioni?”. E se la risposta è sì, allora via con la trasferta, il casino, la folla e magari qualche ripresa che finirà nella sezione “per te” di TikTok.
E gli adulti? Lungi dall’essere immuni, spesso si trovano risucchiati nello stesso vortice, presi dalla voglia di “esserci”, di partecipare, di non restare indietro. Solo che quando il delirio digitale incontra la vita reale, le conseguenze possono essere imprevedibili.
Alla fine, chi ha sbagliato? Rita De Crescenzo per aver lanciato l’invito? I ragazzi per averlo seguito? Il sindaco per non aver previsto l’onda d’urto? O forse siamo tutti colpevoli, spettatori passivi di un mondo che cambia troppo in fretta, incapaci di trovare il giusto equilibrio tra divertimento e responsabilità?
Quel che è certo è che la storia di Roccaraso non sarà né la prima né l’ultima. Finché continueremo a vivere attraverso lo schermo di un telefono, basterà un solo video per mandare in tilt un’intera città. E allora, la domanda è: cosa accadrà la prossima volta?
Lo sapremo nella prossima puntata, ops! Al prossimo video social.